venerdì 21 giugno 2013

Amor amara dat

L'amore da' amarezze, scriveva Plauto. Arriva l'estate e per i nostri amici animali inizia la brutta stagione, la stagione degli abbandoni.  I cari padroni, sempre solerti nel richiedere loro compagnia e affetto durante le altre stagioni dell'anno, al momento di andare in vacanza, cambiano idea e preferiscono godersela da soli senza la presenza ingombrante dei compagni fedeli e disinteressati. Fortunatamente, non sempre è così. Molti rimangono accanto ai loro amici anche durante il periodo di ferie, preferiscono trovare una collocazione presso alberghi che permettono di ospitarli o, se non é possibile, cercano di sistemarli da qualche parte, amici o pensioni adeguate alla bisogna. Agli abbandoni, poi, si aggiungono anche maltrattamenti o, peggio ancora, esperimenti e vivisezioni, come se i nostri amici da compagnia non soffrissero come qualsiasi essere umano, anzi, tutt'altro, la loro sofferenza è maggiore, paragonabile al loro grande amore verso di noi. Essi non odiano, mai! E, con i loro occhi espressivi e profondi, se potessero, direbbero ai loro aguzzini, prendendo in prestito il pensiero di Brecht: "Debolezze? Tu non ne avevi nessuna. Io ne avevo una: amavo!"

mercoledì 19 giugno 2013

Cultura pragmatica

Non é raro per chi viaggia fuori dall’Italia e vuole approfittarne per visitare musei, più o meno importanti, opere d’arte, chiese, monumenti e via dicendo, imbattersi in lunghe code di viaggiatori erranti, votati al turismo culturale e disposti a pagare un pedaggio, a volte anche salato, per poter ammirare ciò che di bello, nel corso dei secoli, é stato partorito dalla mente e dalle mani dell’uomo.
Questo é quanto avviene all’estero, laddove esiste un’idea della cultura molto concreta, che diventa di conseguenza un’ottima occasione di business. Viceversa, a parte pochi casi, questo é quanto non avviene in Italia, che rappresenta, senza ombra di dubbio, il più grande museo a cielo aperto del mondo.
Ebbene, forse sarebbe il caso di riflettere attentamente sulla necessità di restituirci una cultura un pò più pragmatica, che costituirebbe una straordinaria opportunità di lavoro per i nostri giovani, che abbiamo l’obbligo di cogliere e di sfruttare. 

L’insostenibile leggerezza della vita

Increduli, allibiti, ammutoliti, abbiamo visto e rivisto le immagini, letto e riletto gli articoli che i mass media, implacabilmente, ci hanno propinato in queste ultime ore, procurandoci dei veri e propri sensi di colpa in quanto facenti parte del genere umano.  Che i veri valori in questa società, opulenta ed egoista, si andassero offuscando, fino a scomparire nelle nebbie dell’indifferenza, ce ne eravamo accorti da tempo, ma che la vita fosse considerata alla stregua di un oggetto qualsiasi, ci ripugna e ci offende. E’ quanto é accaduto recentemente in due località di villeggiatura italiane, dove,, incuranti della morte di un altro essere umano, i villeggianti hanno continuato imperterriti nei loro giochi e nei loro amplessi estivi,  a pochi metri da un corpo senza vita, riverso sulla spiaggia. A volte mi chiedo quale sia il confine tra un essere animale e un essere umano. Ma forse non esiste!

Food economy

Birrai, panettieri, agrigelatai, sommellier, pizzaioli: sono solo alcune dei mestieri, tutti legatial cibo e alla buona tavola, che il mercato del lavoro ci richiede e ci richiederà nei prossimi anni. Sembra che ci sia posto per 150 mila nel settore artigiano-alimentare, tra cui quattromila panettieri e seimila pizzaioli. La cosa é talmente seria, che da quest’anno l’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo ha deciso di aprire corsi di alto apprendistato per insegnare queste professioni . Due mesi in classe e poi in bottega. Ora, bisognerebbe convincere quel 37% di giovani disoccupati che i lavoro non é solo quello intellettuale, ma che forse la grande scommessa sul futuro si fonda sulla civiltà del lavoro manuale che genera vera crescita, umana ed economica. E, come dice Sennet, nel suo libro “L’uomo artigiano”, é “quel saper fare bene le cose per il rpprio piacere”  che dà vita al “cittadino giusto”.   

Multa renascentur

Molte cose risorgeranno, affermava Orazio nella sua Ars poetica, preludio profetico di una situazione politica italiana ormai in inevitabile declino se non addirittura in disgregazione.  Continui contrasti nella Lega Nord rendono quanto mai possibile una separazione tra Maroni e Bossi, che peraltro rischia di essere espulso dal partito. In Scelta Civica, continue scaramucce tra Olivero e Romano sulle possibili future alleanze e probabile uscita dell’UDC.  Nel PDL, dopo la recente nascita di Fratelli d’Italia, soffiano venti di restaurazione e un probabile ritorno alla ricostituzione del  vecchio partito di Forza Italia. La situazione nel PD è a tutti nota: Bersaniani, Renziani, Lettiani, Dalemiani,  e via dicendo, l’uno contro gli altri armati, con il rischio di una forte spaccatura nel prossimo Congresso. E’ notizia di questi giorni del caos che si è impadronito del M5S, dopo la recente presa di posizione di alcuni parlamentari grillini che hanno contestato al loro fondatore atteggiamenti assolutamente illiberali. E ritorno alle parole di Orazio, con cui ho iniziato questo blog. La speranza é che, da queste rovine politiche, possa nascere una cultura diversa della gestione del Paese, più solidaristica e giusta. Sfaldare i partiti e ricostituirne di nuovi, con nuove organizzazioni e con obiettivi che rispondano concretamente alle aspettative delle diverse anime di cui é composta l’Italia.   E la vecchia, obsoleta classe politica dovrà rendersi conto che l’aria è cambiata e che solo con  nuove generazioni e nuove idee il Paese potrà svilupparsi e progredire. Ma lo farà? Perché, come diceva Totò, non c’é peggiore sordo di chi non ci sente davvero.    

martedì 18 giugno 2013

Tonni e uomini-tonno

Si dice spesso che se un case azzanna un uomo non fa notizia, ma la notizia é se viceversa un uomo morde un cane. Allo stesso modo, se si preferisce salvare la vita di un uomo, sacrificando un tonno, si rientra nei limiti della normalità, ma al contrario sarebbe impensabile se si abbandonasse al suo destino un uomo per salvare u n tonno. Eppure questo é quanto é accaduto nei nostri mari, in occasione del solito, e ormai purtroppo ricorrente, naufragio dei soliti africani in fuga dai loro paesi di origine. Questi poveri disperati hanno cercato di salvarsi aggrappandosi disperatamente alle reti di una gabbia per tonni, ma per sette di loro é stato tutto inutile. In compenso, i cacciatori di tonni, per salvarsi, hanno abbandonato il loro ricco bottino, cioé i tonni, allontanandosi velocemente dal luogo del misfatto e lasciando così al loro destino decine e decine di migranti. Del resto,  i tonni in trappola valgono un milione di euro, mentre gli uomini-tonno attaccati fuori non valgono niente!     

venerdì 14 giugno 2013

Adesso basta

Un altro suicidio, un'altra tragedia, un altro giovane disoccupato che si toglie la vita, vittima innocente di una situazione economica devastante, causata da chi ci ha governato, in passato, e da chi ci governa, oggi. Fiumi e fiumi di parole per dirci che occorre intervenire sul lavoro e dare un'occupazione ai giovani perché senza lavoro sarà difficile proseguire nel riordino del Paese. Da quanto tempo ci dicono sempre le stesse cose? Da quanto tempo studiano, discutono e approfondiscono il problema? Da quanto tempo fanno congetture, previsioni e analisi? Non sarebbe forse il caso, cari governanti, di cominciare a fare qualcosa di concreto per risollevare una situazione che si va facendo sempre più pesante? E non veniteci a dire che chi si uccide soffre di problemi di natura psicologica! Adesso basta!

giovedì 13 giugno 2013

Veri e finti poveri (parte terza)

mentre la nostra classe politica cerca di convincerci della necessità di lacrime e sangue per uscire dalla recessione, deputati e senatori, nominati ministri, aggiungono ai sostanziali emolumenti del Parlamento un'indennità di 48 mila euro l'anno. La cosa non sorprende in un Paese, come il nostro, che tutela e difende meritocrazia, uguaglianza e giustizia sociale (sic). Fatto sta che quando si tratta di mettere mano al portafoglio, i nostri di dimostrano particolarmente riottosi e reticenti. E' una forma di allergia, come dire, viscerale, che si trasmette con una facilità a dir poco disarmante. Le indennità riconosciute ai membri dell'esecutivo ammontano a 48 mila euro per i ministri e a 40 mila per i vice ministri e sottosegretari. Peraltro, 14 ministri e 19 sottosegretari sono anche eletti in Parlamento e percepiscono di conseguenza anche stipendi e indennità come deputati e senatori. Se si tagliassero questi doppi stipendi, benché il risparmio sarebbe solo simbolico (circa 4 milioni di euro), probabilmente il Governo Letta ne beneficerebbe, e in modo sostanziale, in termini di credibilità. Ma forse è chiedere troppo! Questa è gente che continua a predicare bene e persiste nel razzolare male.

mercoledì 12 giugno 2013

Giornata Mondiale dell'Ambiente

Il 5 giugno è stato scelto dalle Nazioni Unite per celebrare la Giornata Mondiale dell'Ambiente. Presi dalla recessione economica, sensibili allo spread, giustamente preoccupati degli effetti che l'attuale crisi può produrre sulla Nazione, non poniamo la giusta attenzione, o la poniamo relativamente, ai rischi che il nostro pianeta corre in termini di sostenibilità ambientale. Le emissioni di gas serra nell'atmosfera comportano inquinamento dell'aria e delle acque, aumenti della temperatura media, mutamenti climatici, processi di desertificazione, innalzamento del livello del mare, solo per citare alcune conseguenze. Considerata l'importanza che per tutti noi, e per le future generazioni, riveste questa materia, vigiliamo con cura affinché, non soltanto in questa giornata, ma in tutti i giorni dell'anno, la nostra classe politica si adoperi per la tutela di questa nostra immensa ricchezza naturale.

sabato 8 giugno 2013

Eutanasia della speranza

Con una disoccupazione, soprattutto giovanile, arrivata ormai a livelli improponibili, con un'alta percentuale dei nostri giovani che, rebus sic stantibus, reputa inutile continuare a studiare o cercare un'occupazione, con un istituto previdenziale che quotidianamente denuncia l'insostenibilità della spesa sociale, con un governo che, nonostante le buone intenzioni, è tuttora incapace di proporre soluzioni concrete, con i nostri migliori talenti che cercano di trovare maggior fortuna all'estero, non poteva non decretarsi il de profundis o, se volete, l'eutanasia economica della speranza in un  futuro migliore per le nuove generazioni. Emblematiche le parole di un giovane, neo laureato con il massimo dei voti, impiegato in un'azienda biomedicale italiana :"Ho un contratto di somministrazione (praticamente un precario n.d.r.), il salario è buono, l'ambiente di lavoro discreto, non posso lamentarmi. Molti perdono il posto di lavoro, io lo conservo e avverto che, più della crisi, è proprio la paura del futuro che ci atterrisce. Ho tanti sogni da realizzare e non mi arrendo all'idea che non si possa invertire la rotta. Le mie ali non si toccano, ci hanno già provato in tanti a spezzarle".  Parole molto sagge, nonostante la giovane età. E poi cerchiamo di non lamentarci se i nostri migliori cervelli fuggono all'estero! A questo punto perchè non farli partorire direttamente lì?

Semplicità insormontabili (parte seconda)

Nonostante, con un referendum, gli italiani ne abbiano già da tempo decretata la fine, in tutti questi anni i partiti politici hanno bellamente continuato ad usufruire di denaro pubblico, a cui è stata cambiata la denominazione da finanziamento pubblico a rimborso per spese elettorali, aggirando in questo modo e furbescamente il risultato referendario. Sembra che ora, su pressione dell'opinione pubblica, si sia arrivati finalmente, se non altro, ad un compromesso. Non da subito, ma in tre anni, si pensa di azzerare finanziamenti o rimborsi che siano e di sostituirli con il 2 p.m. in sede di dichiarazione dei redditi (un po' come già avviene per il 5 e per l'8 p.m.) e magari anche con qualche donazione da parte di privati sicuramente disinteressati e mecenati. Poi si viene a sapere che queste regalie sono fiscalmente detraibili in una percentuale maggiore di quelle effettuate nei confronti di onlus e varie. Ma è mai possibile che la classe politica fa diventare contorte anche le cose più semplici? Ma è mai possibile che ancora non si siano resi conto che le cose devono e sono cambiate? Ma è mai possibile che non sappiano di essere invisi al 70% degli italiani ( e che l'altro 30% forse non aveva capito bene la domanda del sondaggio)?

Semplicità insormontabili (parte prima)

Da anni, ormai, si discute inutilmente su una nuova legge elettorale che potesse essere accolta con favore da destra a sinistra, dall'alto in basso, in orizzontale e in verticale, insomma da tutti o almeno dalla maggioranza dei politici. E si pensava, ragionevolmente, che un governo, come l'attuale, sostenuto da un numero consistente di parlamentari, arrivasse finalmente e serenamente ad una soluzione definitiva dell'annoso problema. Macché! L'ottimismo, qui da noi, non ha diritto di cittadinanza. Porcellum era e Porcellum stanno cercando di farlo rimanere. Magari un po' meno Porcellum di prima, ma sempre di Porcellum si tratta!

Lusso e necessità

Nel mondo occidentale e opulento di oggi non è raro fare confusione tra lusso e  necessità. Concetto questo affrontato in passato dal famoso economista statunitense Galbraith e, ancor prima di lui, dal filosofo greco Socrate che, a chi gli chiedeva come mai frequentasse così assiduamente l'agorà di Atene, rispondeva serenamente :"Per vedere le tante cose di cui non ho bisogno". Per continuare ancora con Confucio che, determinato,  affermava :" Chi si modera di rado si perde". Esempi da imitare, ma non certo per molti nostri concittadini, che tanto moderati non sono e che lottano sempre più  avidamente per accaparrarsi anche ciò di cui non hanno bisogno. Pensando, stoltamente ed egoisticamente, che il loro comportamento sia giustificato dalla necessità e non una conseguenza della ricerca del lusso, inevitabilmente confondendo questo con quella. Mutatis mutandis, chissà se questo accade anche a coloro che, non avendo neanche di che vivere, pensano che queste loro necessità corrispondano in realtà al lusso più sfrenato?

domenica 2 giugno 2013

Veri e finti poveri (parte seconda)

In questi giorni, il Ministero delle Finanze, rendendo note le denunce dei redditi di alcune categorie di liberi professionisti e di commercianti, ha inevitabilmente suscitato il sarcasmo dei più, sorpresi e preoccupati della situazione di povertà in cui versano, solo per citarne alcuni, gioiellieri e ristoratori. La notizia ha suscitato in noi seri sensi di colpa (nostra maxima colpa), nell'esserci limitati ad occuparci, in questi mesi, esclusivamente delle classi più deboli ed emarginate della popolazione, tralasciando (ahimè) di riflettere seriamente sulla grave situazione economica che sembra accanirsi contro alcuni nostri illustri concittadini. Risulta, infatti, che le categorie citate guadagnino in media 17000 euro, ben al di sotto delle invidiabili retribuzioni dei loro stessi dipendenti, che possono usufruire di stipendi ben più consistenti, tanto da arrivare a toccare, udite udite, la soglia dei 20000 euro. Riteniamo necessario che si rimedi urgentemente a situazione di disuguaglianza come queste, che offendono etica e giustizia sociale. Proponiamo pertanto che, a mesi alterni, l'uno introiti il reddito dell'altro, in modo che a fine anno i guadagni del gioielliere e del suo dipendente siano perfettamente in equilibrio, nel rispetto dei più alti valori di equità e di solidarietà.