mercoledì 11 dicembre 2013

Protestare, non aggredire

Uno Stato non sarebbe effettivamente democratico se non garantisse a tutti la libertà di manifestare, di esprimere le proprie opinioni, di protestare anche con veemenza, di organizzare cortei ed eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica. Pensiamo però che, pur essendo diverse le modalità con cui si può comunicare il proprio disaccordo, sempre e comunque il tutto debba avvenire in modo non violento, senza aggressioni e senza prevaricazioni di sorta. Battersi perché il diritto a manifestare venisse sempre riconosciuto e tutelato ha sempre costituito e costituirà sempre un nostro impegno prioritario. E’ nota la nostra posizione nei confronti dell’attuale classe politica, che disapproviamo per la gestione fallimentare e rovinosa della sua attività di governo. Riteniamo che, anche in considerazione della recente decisione della Consulta, non rappresenti più il popolo italiano, ammesso che ciò sia mai avvenuto in precedenza. Siamo dell’avviso che chi ci ha condotti a questa drammatica situazione debba responsabilmente mettersi da parte, per evitare che si aggiungano ulteriori danni a quelli già fatti finora. Ciò che però non possiamo assolutamente accettare sono le violenze e le aggressioni che accompagnano, in questi giorni, lo sciopero dei forconi e che generano unicamente disaffezione e indifferenza verso i motivi, peraltro condivisibili, che sono alla base di questa giusta protesta. Se vogliamo che le nostre idee possano essere espresse liberamente, analoga libertà dobbiamo riconoscere al nostro prossimo. Altrimenti non è democrazia, ma è dispotismo.

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