lunedì 31 marzo 2014

FACCIAMO IL PUNTO

Punto della situazione, 31 marzo oggi, proposte di riforma tante, attuate zero. Ora torniamo insieme a quel 12 marzo, quando Premier Renzi scrisse sulla sua pagina di Twitter “Grazie alle deputate e ai deputati. Hanno dimostrato che possiamo cambiare l’ Italia. Politica 1 – Disfattismo 0”. Ed ora leggiamo insieme il discorso programmatico presentato per la fiducia al Senato, “Su questi tre impegni siamo nelle condizioni di non offrire parole, ma interventi precisi e puntuali. Basta? No! Non basta (sono il primo a dirlo) e non perché la parte delle regole e della normativa non sia una parte importante. Nessun decreto crea, attraverso le regole, posti di lavoro; al massimo può accadere che faccia allontanare dei posti di lavoro, ma questa è un'altra storia”. Ovviamente questa è solo una piccola parte di quanto detto, però possiamo già fare le nostre prime osservazioni. “Non offrire parole”, mmm diremo noi, perché finora i fatti ancora non si sono visti. E’ vero sì che la burocrazia andrebbe snellita, ma a parte sconvolgere il suo stesso calendario, a marzo si sarebbe dovuti partire con il Piano per il lavoro. Il Jobs Act è ancora fermo lì in attesa di modifiche, perché come risponde dalle pagine de Il Sole 24 Ore, il Ministro del Lavoro Poletti, trovare un’ intesa con l’ ala del Pd che critica il provvedimento sarà possibile.
Ed il prossimo passo? Secondo il programma dovrebbe essere lo snellimento della Pubblica Amministrazione previsto per Aprile. Una sorta di Freedom of Information Act, così lo definì Renzi di fronte al Senato, una vetrina attraverso la quale il cittadino può controllare le spese della PA.

Ma se continua di questo passo, lo slogan “una riforma al mese” resterà solo un bel ricordo, ed il vecchio “governo dei rinvii” affibbiato al precedente Governo sarebbe più consono. Oltretutto non dimentichiamoci che nel limbo in attesa ci sono anche l’ Italicum (previsto per fine febbraio), ed i pagamenti delle PA alle imprese, che rimangono e rimarranno ancora per molto una vera chimera.

sabato 29 marzo 2014

QUANDO IL DISINTERESSE SPEGNE LE LUCI DI UN CONFLITTO


Le luci dell'Occidente sono spente in alcune parti del mondo. Come in Sud Sudan dove si continua a combattere.
Il primo problema riguarda i prigionieri politici. Kiir accusa Machar di avere tentato un colpo di Stato e non intende liberare i funzionari governativi ritenuti complici del fallito golpe, mentre il suo ex vice chiede il rilascio immediato di 11 prigionieri di alto profilo. Le violenze etniche fra i sostenitori di Kiir e quelli di Machar sono scoppiate il 15 dicembre. Il Consiglio di Sicurezza, qualche tempo fa, ha approvato all'unanimità la richiesta del segretario generale Ban Ki-moon di rafforzare la missione di pace delle Nazioni Unite dispiegata nel paese. Ma si sa, le Nazioni Unite possono ben poco se gli Stati occidentali non hanno interessi concreti su un territorio (anche se in guerra). Il presidente Barack Obama aveva annunciato l’invio di un contingente statunitense per proteggere i cittadini e gli interessi americani ed “evitare che gli ultimi combattimenti facciano precipitare il Sud Sudan nei giorni bui del suo passato”. L'inquilino della Casa Bianca si augurava che “le violenze cessino e tutte le parti ascoltino i saggi consigli dei loro vicini e si impegnino per il dialogo e per misure immediate che riportino la calma e sostengano la riconciliazione". Ma poi è scoppiata la crisi Ucraina. E sappiamo bene che questa è una regione chiave nella strategia geopolitica occidentale.
Intanto in Sud Sudan si continua a morire. La prima fossa comune è stata scoperta a Bentiu, nello Stato di Unity e almeno altre due sono state rinvenute a Jebel-Kujur e Newside. E sappiamo per certo che questo è solo l'inizio.
Certo sono stati intavolati colloqui di pace. Ma questi non sembrano sortire effetto soprattutto sulle forze dell'esercito fedeli al presidente Salva Kiir e sui ribelli leali all'ex vice presidente Riek Machar, che continuano a combattere.

venerdì 28 marzo 2014

ABOLIZIONE PROVINCE, E LE POLTRONE AUMENTANO!

 A pochi giorni dalla fine del mese, e riforme effettive zero, arriva la nuova proposta del Governo Renzi, nuova per modo di dire, perché già era stata proposta sia da Monti che da Letta, abolire le province. Solo che ciò che ieri è stato approvato dal Senato, non comporterà un effettivo risparmio per le casse dello Stato. Ci spieghiamo meglio. Nel piano di riordino del governo territoriale e della riduzione dei costi di funzionamento dello Stato previsto da Monti, poi definito incostituzionale e quindi bloccato, era previsto un risparmio di 5 miliardi di euro, quello presentato e approvato ieri, lascerà intatte le 110 province e riporterà nelle casse dello Stato solo 32 milioni. Il Decreto Delrio, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2015, vedrà le province riunirsi in città metropolitane, ciò implica che le decisioni saranno prese da una Conferenza metropolitana formata dai sindaci delle città interessate, e da un Consiglio formato su indicazione del presidente, che potrà essere guidato dal sindaco della città capoluogo.
Cosa implica tutto ciò? A mano a mano che scadranno i loro mandati, circa 2200 poltrone verranno liberate, riporta Il Messaggero di oggi. L’ approvazione di ieri ha portato alla cancellazione della parola Provincia dalla Costituzione, dando il via libera quindi alla riforma costituzionale che verrà dibattuta a partire dal 2 aprile. Avevamo già espresso il nostro parere, condividendo la scelta del M5S di non appoggiare il Governo Renzi, e torniamo qui a sottolinearlo, dato che il Decreto Delrio non fa che aumentare le spese, come ha anche reso noto la Corte dei Conti. Inoltre, sebbene votati dai cittadini, ora i sindaci si troveranno a dibattere anche su ciò che concerne il territorio senza più che il cittadino possa dire la sua.


giovedì 27 marzo 2014

LE ORDONNANCES DI RE GIORGIO E L'ISOLA (DEL CAMBIAMENTO) CHE NON C'E'

Re Giorgio ha emesso una nuova ordonnance. "Basta con tagli immotivati. Occorre un nuovo ordine di priorità".
Certo il nostro avventuroso Maghetto Renzi avrebbe dovuto confrontarsi con il Carlo Cottarelli. Delineare quantomeno una strategia. Invece, l'11 marzo il Commissario alla Spendig Review è stato mandato ad illustrare le sue slides al comitato interministeriale (che dovrebbe trasformare le sue conclusioni in leggi), solo. Come Ulisse dopo il naufragio. A rincarare la dose di sfiducia nei confronti del Commissario, lo stesso Presidente del Consiglio che ha dichiarato di essere "totalmente daccordo con il Presidente della Repubblica". Della serie: Obbedisco.
Eppure c'è qualcosa che non quadra in tutto questo. Quando ad ottobre fu nominato, l'ex capo del dipartimento fiscale del Fondo Monetario Internazionale (Cottarelli) fu accolto come il salvatore della patria. Ora non sembra avere più credito. Forse perchè i tempi sono cambiati e sull'Italia politica soffiano ben altri venti.
Le elezioni europee sono alle porte e Mister Stai Sereno sembra disposto ad adottare solo i provvedimenti che garantiscono consenso immediato: la riduzione delle auto blu e una sforbiciata agli stipendi dei manager pubblici.
Re Giorgio, ai suoi tempi convinto comunista (con lo sguardo rivolto agli Usa più che a Mosca) è rimasto scottato dalla storia degli F35 e vorrebbe rassicurare l'amico Obama (da oggi in Italia) sul tema della sicurezza. E poi è sempre Re Giorgio!
Insomma il solito gioco della politica Italiana. E siamo sicuri che la poltrona di Cottarelli salterà molto presto.
Intanto, lasciamo per un attimo il povero Cottarelli nel calderone dei cannibali Giorgio&Matteo per registrare brevemente ciò che è accaduto ieri in Parlamento e che è topico per capire che il "cambiare verso" di Renzi è solo uno slogan politico. Ieri si votava l'abolizione (che abolizione non è) delle province. Sarebbe dovuta essere una passeggiata e invece tac: voto di fiducia. E' chiaro allora che nulla è veramente cambiato. Dunque, Renzi ha portato gli italiani solo a sognare un'isola (del cambiamento) che non c'è? A voi lettori l'ardua sentenza.  

mercoledì 26 marzo 2014

NUOVI SCHELETRI NELLA CRONACA DI CASA

Immaginate una musica tetra di sottofondo, una porta scricchiola e si apre lentamente, fermo immagine, e all’ improvviso salta fuori uno scheletro. Non è la sceneggiatura di un noto film, ma l’ ennesimo scheletro dell’ armadio di noi altri. Cronaca recente, scandalo Sistri.
Il Sistri, Sistema di Controllo della Tracciabilità dei Rifiuti, nasce con l’ obiettivo di semplificare lo smaltimento dei rifiuti, alleggerendo i costi sostenuti dalle imprese (avrebbe dovuto, in teoria, in pratica non ha mai centrato le aspettative). I recenti fatti di cronaca hanno portato alla luce l’ ennesimo “magna, magna”. Nell’ ordinanza del giudice si legge “L’ indagine realizzata, tuttavia, ha permesso di evidenziare che purtroppo, l’ ideazione di tale sistema ha dato modo di realizzare gravi condotte di illecito arricchimento ad opera di coloro che sono stati incaricati dal Ministero di studiare e fronteggiare l’ emergenza, arricchimento che passa attraverso la corruzione di importanti esponenti del settore pubblico […]”
Quattro sono le persone finite ai domiciliari per fondi neri all’ estero (uno ex Finmeccanica, un altro ex Selex). Così mentre loro si arricchivano e mangiavano (come riporta l’ ordinanza del giudice), c’ è gente che non si arricchisce e non mangia.

Come si suol dire “fatta la legge, trovato l’ inganno”. Il Sistema avrebbe dovuto creare posti di lavoro, invece in questo eterno ciclo del “io faccio un favore a te, tu lo fai a me”, è stata negata questa possibilità. Come purtroppo siamo abituati a vedere si è creato un parassitismo ai danni dei più bisognosi. Se fossimo nel girone dell’ Inferno, queste persone sarebbero spedite nel terzo cerchio, quello dei golosi, perché sono stati avidi di guadagni, anche se Dante qui vi collocò gli avidi di gola. La loro legge del contrappasso sarebbe quella di restituire il rubato, ma non basterebbero 20 vite! 

martedì 25 marzo 2014

PER RIPENSARE L'EUROPA BISOGNA PASSARE DALLE DICHIARAZIONI AI FATTI

L'Europa è ancora in fibrillazione dopo i risultati del voto comunale francese che ha decretato il crollo dei socialisti e la crescita della destra guidata da Marie Le Pen. Eppure i segnali di una riscossa delle ultra-destre, antieuropeiste e nazionaliste c'erano già stati in precedenza in altri paesi del continente. Un esempio su tutti Alba Dorata in Grecia.
Sui giornali nazionali i commenti si sprecano. Ma come cambiare realmente i meccanismi che regolano un'Europa che è palesemente un'unione di interessi economici più che di popoli?
"La vittoria del Front National è un segnale che arriverà presto anche in Italia e in Europa. E' la rivolta del popolo contro la tecnocrazia e la burocrazia della UE". Così Giorgia Meloni in un'intervista di Carlantonio Solimene sul Tempo. "L'Europa deve prendere atto di un diffuso senso di contestazione e di antipolitica" e quindi "mettere al centro la crescita e la lotta alla disoccupazione", commenta Matteo Renzi dall'Aja. Eppure, il nostro "Maghetto nazionale" (Renzi) intervenendo qualche giorno fà in Parlamento, ha ribadito che nonostante il tetto Ue del 3 per cento al rapporto deficit/pil è "oggettivamente un parametro anacronistico, non ci sarà nessuno sforamento" per l'Italia.
Anche Antonio Tajani, Vicepresidente della commissione UE, intervenendo dalle colonne del Tempo, ammette che l'avanzata delle destre in Europa "è un segnale da non sottovalutare. Ma non con gli slogan e le minacce dei partiti che vogliono solo prendere voti". e continua sottolineando che "l'Unione deve smettere di concentrarsi sui parametri economici e creare le condizioni per migliorare, concretamente, la vita dei cittadini". Parole sante. Ma solo e soltanto parole, parole, parole per dirla con Mina&Lupo.
Ci piacerebbe che le dichiarazioni si trasformassero in fatti. Magari partendo dalla rinegoziazione di quel Fiscal Compact che molti italiani stentano a capire. E' tanto difficile? 

lunedì 24 marzo 2014

MANO AI PORTAFOGLI GENTE!

 Titolava Il Corriere della Sera nel 2005 “Tasse locali, scatto nel 2005: più 30%”. Panorama “Istat, nel 2006 tasse al 42, 3%”. Fonti Istat attestano che il prelievo fiscale sulle buste paga nel 2007 era del 33, 9%. Potremmo continuare all’ infinito a testimonianza del fatto che ogni volta che ci è stata promessa una diminuzione delle tasse, in realtà non è mai avvenuto. Anche il 2013 è stato testimone di una promessa non mantenuta, IMU sì IMU no, arrivano la TARSU e la IUC. Dal 2008 al 2013 gli italiani hanno subito un aumento che si è tradotto in 56 miliardi, è quanto emerso dal forum di Cernobbio (Como).
Troppa burocrazia che ci fa perdere nei meandri dei corridoi di Stato, Regioni e Provincie, troppi passaggi o portafogli bucati? Eppure il modo per riempire questi vuoti ci sarebbe. Più controlli a tappeto, combattere l’ evasione fiscale, recuperare crediti laddove mancanti. Perché diciamocelo, da qualche parte questi soldi devono pur rientrare e a pagare sono sempre gli stessi! Se è vero che la legge è uguale per tutti, allora applichiamolo davvero questo principio! Il 7 settembre 2013 Il Corriere della Sera scriveva “Tasse e contributi record, più 120% rispetto all’ 80”. E in questo clima di “ricchezza e benessere economico”, si fa per dire, arriva il primo rialzo del neo Primo Cittadino d’ Italia: i Comuni potranno ritoccare l’ aliquota Tasi fino allo 0, 8 per mille. E chi ben comincia, è a metà dell’ opera!
Voi cosa ne pensate?

sabato 22 marzo 2014

E IO PAGO!

 Il buon caro vecchio Totò direbbe “E io pago!”, come nel film 47 morto che parla, di fronte a ciò che 500 famiglie stanno affrontando nella zona di Roma Nord, che da circa un mese hanno scoperto di non poter utilizzare l' acqua che arriva nelle loro case, e che hanno sempre pagato, perchè l' arsenico ivi contenuto supera i limiti di legge, e, come si legge nell' ordinanza del primo cittadino di Roma, vi sarebbero inoltre presenti batteri. I NAS, Nucleo Carabinieri Ambiente e Salute, stanno indagando. Come si legge ne Il Messaggero di oggi, stanno seguendo la pista della contaminazione avvenuta all' interno del bacino idrico da cui si diramano le condutture che servono le zone sotto sequestro, avvenuta forse perchè non ben sigillato e quindi facilmente accessibile ad animali e insetti, come accadde a Tivoli nel 2008.
Nel frattempo, dopo essere riusciti ad ottenere in un lampo la presentazione alla Camera dei Deputati di una Legge Regionale per l' acqua, a distanza di anni (3 per l' esattezza, dopo il referendum del 2011 a cui parteciparono 39 comuni laziali), le 500 famiglie che fino a dicembre staranno senz' acqua corrente nelle loro case, stanno raccogliendo delle firme per presentarsi al Parlamento Europeo, per richiedere l' intervento delle istituzioni comunitarie per risolvere il problema.
È possibile che per ottenere qualcosa bisogna scavalcare l' amministrazione locale e puntare in alto per far smuovere le “acque”? Perdonate il gioco di parole, ma ci sembra più che azzeccato, viste le circostanze. A gennaio L' Espresso dedicava un articolo alla notizia che in Europa abbiamo la maglia nera per le sanzioni ricevute dall' Unione Europea, pertanto ci sembra doveroso terminare l' articolo così come è iniziato, ma con una modifica, ci perdoni il buon Totò, “E noi paghiamo!”.

venerdì 21 marzo 2014

NON CI SONO PIÙ LE MEZZE STAGIONI

 Il clima è cambiato, sembra l’ incipit di uno di quei film che danno avvisaglie del prossimo disastro naturale che porterà all’ estinzione del genere umano, ma è ciò che sta realmente accadendo. Un detto popolare dice “non ci sono più le mezze stagioni”, infatti siamo passati dall’ inverno, che comunque non è mai stato freddo, alla primavera. Ma i primi sprazzi si sono già avuti a Febbraio, quando le piante hanno iniziato a gemmare o le mimose a fiorire ben molto tempo prima rispetto al calendario.
Uno studio dell’ Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima del 2009, attribuisce il cambiamento climatico in Italia all’ effetto serra ed all’ assorbimento del biossido di carbonio. Caratteristica di questo gas è quella di dissolversi molto lentamente (circa 100 – 150 anni). Di prevenzione dell’ aria si iniziò a parlare nel 1966 quando l’ aria venne riconosciuta come “bene giuridico da proteggere”. La legge in vigore adesso è il provvedimento quadro dell’ Unione Europea 96/62/CE, in Italia Decreto legislativo 4 agosto 1999 n° 351, all’ interno del quale vengono stabiliti i compiti di Stato e Regioni. Le Regioni monitorano la qualità dell’ aria e corrono ai ripari in caso di superamento delle soglie imposte dallo Stato. Un esempio delle misure di salvaguardia che vengono adottate sono le domeniche ecologiche e le targhe alterne.
Sono veramente efficaci tali misure di prevenzione o solo uno specchietto per le allodole? Servirebbero città a misura d’ uomo, con servizi funzionanti, cosa di cui purtroppo siamo molto carenti, ed una politica ambientale ad hoc.

IL SOGNO EUROPEO DELLA TURCHIA ALLA DERIVA

Solo pochi anni fa, la Turchia - paese che non ha ancora ufficialmente riconosciuto le sue responsabilità riguardo il genocidio armeno degli anni 1915-16 - premeva per entrare in Europa. Lo voleva Erdogan. Lo voleva la stessa Europa.  L'ingresso della Turchia fu fortemente voluto dagli Usa, dalla Gran Bretagna e dall'Italia berlusconiana. Con la Turchia in Europa, gli Usa, per esempio, avrebbero un paese strettamente alleato e pronto a seguire le indicazioni della Casa Bianca dentro agli organi dirigenti dell'Unione europea.
Così, il 3 ottobre 2005 - con le riserve di Austria e Cipro - iniziarono i negoziati di adesione, condizionati al riconoscimento da parte turca della repubblica cipriota, all'abbandono dell'occupazione militare della parte settentrionale dell'isola e alla continuazione nel processo di riforme nel campo del diritto e delle libertà civili.

Tuttavia nel corso di questi ultimi anni, il Primo ministro Erdogan, ha preso una una traiettoria che difficilmente porterà la "Sublime Porta" verso l'Europa. Anzi. La deriva autoritaria della Turchia, prima con la sanguinosa repressione delle proteste di Piazza Taksim e ora (proprio oggi) con la chiusura di Twitter da parte dell'Autorità per le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (dopo la denuncia dello scandalo di corruzione nel quale è coinvolto il Premier), rischia di allontanare definitivamente il paese dal sogno Europeo.
Il mese scorso Erdogan aveva già minacciato di bloccare Facebook e Youtube. Forse l'UE e l'Occidente in generale sono stati troppo frettolosi nel pensare a un'Ankara europea. Le ultime vicende mettono sotto i riflettori un paese ancora troppo distante dalla cultura occidentale. Un paese che ancora deve crescere. Quindi cerchiamo di lasciar perdere la geopolitica - la Turchia ha una posizione geografica del tutto particolare e interessante: è un ponte tra l'Europa e il Medioriente - e aiutiamo il paese a crescere, davvero. 

giovedì 20 marzo 2014

LA MECCANICA "AMICO DELL'AMICO" CI COINVOLGE TUTTI

Da www.giornalettismo.com
Siamo alle solite. Amici di quà, compagne di là. Anche questo fa parte dello sporco gioco della politica italiana. Un'usanza dura a morire. E così, a nemmeno un mese dall'insediamento del governo Renzi, ecco spuntare notizie riguardanti presunti favori all'ombra di Palazzo Vecchio. Il fatto è questo: per trentaquattro mesi, l’ex sindaco Matteo Renzi ha vissuto in un appartamento al quinto piano di via degli Alfani 8, a due passi da Palazzo Vecchio. A pagare l’affitto, dal 14 marzo 2011 al 22 gennaio scorso, è stato l’imprenditore Marco Carrai (38 anni), fidato consigliere e migliore amico del premier. Per il momento non c'è nessuna ipotesi di reato nè indagati. La Procura di Firenze, in seguito ad un esposto ricevuto nei giorni scorsi, ha aperto un fascicolo per fare chiarezza sui rapporti tra l’ex sindaco (oggi premier) e l’imprenditore fiorentino e per verificare se quest’ultimo abbia ottenuto favori in cambio. Si tratta di un fascicolo esplorativo. La questione che interessa non è tanto se in questa vicenda ci siano stati o no reati. Questo compito lo lasciamo agli organi competenti. Il fatto che ci fa specie è che come al solito, nel nostro bel Paese, vengono a galla sempre vicende del genere. Alla faccia del tanto sbandierato merito. Purtroppo il vizio
del "parentismo" è duro a morire. Come se fosse parte integrante del nostro essere italiani. Dal più piccolo al più grande, tutti siamo colpevoli, nessuno escluso. E allora, se veramente vogliamo cambiare il paese, se veramente vogliamo che la meritocrazia primeggi sulla meccanica "amico dell'amico" dobbiamo cominciare a guardarci allo specchio, metterci una mano al petto e cambiare noi stessi. Solo così, mutando atteggiamento, la parola meritocrazia non sarà più vuota e noi (forse) avremo cambiato l'Italia. 

martedì 18 marzo 2014

QUESTIONE D'INTERESSI


C'era pure Riccardo Fogli a festeggiare dopo che la Crimea attraverso il voto referendario si è dichiarata a tutti gli effetti parte della Russia. La comunità internazionale, capitanata dagli Stati Uniti non accetta ciò che è stato sancito dal voto popolare. Certamente la situazione Ucraina, si complicherà ulteriormente dopo il voto di ieri, ma quel che bisogna veramente capire è le ragioni che si celano dietro il referendum popolare.
Prima di tutto bisogna tenere presente che i nuovi leader dell’Ucraina (interlocutori privilegiati di UE e Usa) non hanno legittimità politica e non rappresentano in alcun modo la volontà di quello che viene spacciato per un “popolo unito”, ma che in realtà risente di una storica divisione interna dovuta ai ripetuti ampliamenti del territorio nazionale ucraino nel passato, fra cui emerge in particolare l’acquisizione della Crimea, che Kruschev “regalò” all'Ucraina. Quest'ultima fu terra russa dal 1784, quando Caterina II ricevette dai governanti regionali il mandato di annetterne il territorio al suo Impero. La mappatura etnica della regione ne è testimone fedele: circa il 60% della popolazione è di etnia russa, il 24% di etnia ucraina (ma quasi del tutto russofono) e il 12% di etnia tatara (e religione musulmana). Non è perciò un caso il fatto che grandissima parte delle milizie attive in questa repubblica autonoma dell’Ucraina hanno deciso di passare sotto il comando delle forze armate russe, mentre il parlamento locale ha votato quasi all’unanimità (78 voti favorevoli su 81) la dichiarazione d’indipendenza dal resto dello Stato.
Il territorio crimeano è di fondamentale importanza sia per le materie prime che ospita nel suo sottosuolo, sia per la posizione strategica a cavallo tra il Mare d’Azov e il Mar Nero. Le principali banche e tutte le riserve di gas e petrolio sono state nazionalizzate qualche giorno fa (per la gioia Russa) in base ad un decreto approvato dal parlamento regionale in fretta e furia. Ci sarebbe ancora da scrivere, ma ci fermiamo qui con una riflessione: la libertà di un popolo non può essere soggetta agli interessi di nessuno e usarla a proprio uso e consumo non aiuterà di certo l'Ucraina ad uscire dal tunnel.

domenica 16 marzo 2014

ACQUA SECONDO ATTO


Nuovi sviluppi in quello che potremmo definire “il mistero dell' acqua potabile”. Nel dicembre 2010 veniva riportato sul sito dell' Unione Europea, la decisione presa dalla Commissione Europea in merito alla direttiva 98/83/CE, circa i 48 parametri microbiologici, chimici e organolettici dell' acqua potabile e la situazione nel nostro paese. Nel documento si legge che in caso di mancato rispetto dei suddetti parametri, si può richiedere una deroga (massimo due di tre anni ognuna), per adeguarsi e prendere provvedimenti, a patto però che non ci siano rischi per la salute. Il caso però ha voluto che l' Italia chiedesse una terza proroga, concessa in via straordinaria data “la natura sotterranea della maggior parte dell' acqua potabile”. Secondo gli studi condotti, il superamento dei parametri per un breve periodo non comporterebbe rischi per la salute, ma questo non vale per il consumo d' acqua da parte di neonati e bambini. Ciò che colpisce la nostra attenzione, è la parte di documento in cui, citiamo testualmente “Ogni deroga è concessa a condizione che siano messe in atto misure effettive di limitazione del danno, tra le quali la fornitura a neonati e bambini di acqua pura imbottigliata”. Curioso, perchè leggendo le interviste rilasciate dalle persone coinvolte (281.614), che affermano di non aver mai visto un' autobotte prima dell' ordinanza del sindaco, ed essendo emerso dagli atti che già dal 2008 l' Arsial sapeva del problema, i genitori di quei bambini cosa dovrebbero fare? Dire che sono “indignati”, e a ragione, è un eufemismo. Vi ricordiamo qui di seguito alcuni degli scandali che hanno coinvolto le varie giunte regionali: il Laziogate; le centinaia di euro spese in “bella vita” a spese dei contribuenti; lo scandalo dei rimborsi.
Tutto denaro pubblico. Poiché si sa che i soldi ed il potere danno alla testa, questi sono ora i risultati. Ancora una volta, l' errore di un gruppo di persone ha avuto conseguenze pericolose per molte altre. Ancora una volta ribadiamo la necessità di persone competenti alla guida degli organi istituzionali, quelle persone hanno bisogno di risposte, bisogna agire in fretta.

sabato 15 marzo 2014

PER NON DIMENTICARE




Tratto da Limes "Rivista italiana di geopolitica"
Per la ricorrenza del terzo anno dalla rivolta siriana, oggi a Roma, e in altre città sparse per il mondo si è svolta una manifestazione di solidarietà per il popolo siriano. Un evento che consideriamo importante soprattutto perchè queste iniziative aiutano a tenere sempre alta la tensione e a non spegnere i riflettori su una tragedia umanitaria. Molto spesso questi conflitti (vedi anche le recente questione Ucraina), soprattutto in aree stategiche per gli equilibri geopolitici, vengono strumentalizzati dalle varie parti in causa "a loro privato uso e consumo". Questo è sbagliato.
Detto questo, alla base della manifestazione di oggi - partita alle 15 da Piazza della Repubblica - ci sono rivendicazioni come la richiesta di libertà e autodeterminazione per il popolo siriano, la fine del regime di Assad , la condanna delle bande terroristiche, lo stop all’assedio delle città, la solidarietà con i profughi palestinesi in Siria e infine la protezione umanitaria ed accoglienza per i profughi siriani e per tutti gli immigrati.
Come altri conflitti, anche questo è stato trattato dai media nostrani con la solita mediocrità. L'area mediorientale è complessa e va trattata come tale. Ridurre la guerra civile che si sta consumando da ormai tre anni ad una mera contrapposizione tra il "cattivo"regime di Assad e i "buoni" rivoluzionari è semplicistico e non è reale. Gli interessi in gioco sono molteplici. Assad ha usato armi chimiche contro la popolazione civile. Ergo non può essere più il Presidente dei siriani e va punito. Tuttavia guardando il fronte opposto, dietro la parola "rivoluzionari" spesso si nascondono organizzazioni terroristiche senza scrupoli. Anche queste - al pari di Assad - non lottano per il bene del paese. 
Noi siamo con il popolo, per il popolo. 
In ultimo, ci rendiamo conto che un post di poche righe non è la sede più opportuna per spiegare il conflitto di "Damasco". La nostra intenzione è quella contribuire a tenere i riflettori ancora accesi sperando che il conflitto possa finire presto. E lo speriamo prima di tutto per il bene del martoriato popolo siriano. 

venerdì 14 marzo 2014

PROBLEMA ACQUA NEL LAZIO

 

Titola Il Messaggero di oggi “Acqua regionale, indagano i Nas”. Che nelle nostre condutture scorra l’ arsenico (anche se questo non è di per sé rassicurante), è notizia morta (in ogni caso non accettabile), ma nelle condutture della Roma Nord sembra ci siano anche tracce di amianto e di radon, un gas che anche a livelli molto bassi, è comunque radioattivo. La gestione dell’ impianto è dell’ Arsial, Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’ Innovazione dell’ Agricoltura del Lazio, che di fronte all’ emergenza verificatasi nelle zone di Malborghetto, Monte Olivero, Tragliatella, Casaccio – Santa Brigida, Santa Maria di Galeria, Brandosa e Piansaccoccia, d’ intesa con Acea, ha predisposto 7 serbatoi per l’ erogazione dell’ acqua a consumo umano, come anche richiesto da un’ ordinanza del Sindaco di Roma, Marino. L’ ordinanza estende sino al 31 dicembre c. a., il divieto di utilizzare l’ acqua anche per farsi la doccia. Inoltre entro tale data, cita l’ ordinanza, dovrà essere messo in sicurezza l’ impianto.
Altro esempio questo, di come purtroppo si decida di fare qualcosa quando il danno è stato fatto. La zona di Roma Nord non è l’ unica che si trova ad affrontare il problema dell’ acqua “avvelenata”. Ricordiamo che anche a Viterbo, dove a causa della presenza di arsenico e floruri oltre i limiti di legge, è stato vietato l’ utilizzo dell’ acqua ai cittadini.
Ora ci pare doveroso ricordare che “con la Legge di Stabilità il settore idrico è tornato di nuovo nell’ agenda del Governo e del Ministero dell’ Ambiente”, come dichiara il Presidente di Uils, Antonino Gasparo, pertanto, poiché i fondi da cui attingere ci sarebbero, perché far attendere oltre tutte le persone colpite dal problema, che si ritrovano a non poter utilizzare in casa propria un bene primario come l’ acqua corrente, e sono costrette dalle circostanze a mettersi in fila per la razione giornaliera? Siamo nel XXI° secolo o di colpo siamo stati catapultati indietro nel tempo? Ai posteri ardua sentenza.

giovedì 13 marzo 2014

SPECCHIETTI PER LE ALLODOLE

"Venghino signori e signore, in questo incredibile spettacolo....Mister Stai Sereno suonerà e canterà per voi, l'incredibile storia del Job Act!". Impeccabile la regia dell'intervento del Presidente del Consiglio di ieri, per spiegare agli italiani il tanto atteso Job Act. Non avevamo alcun dubbio, né sulle capacità comunicative, né  sulla meticolosa attenzione ai dettagli di Renzi. Quello che ci preoccupa, è la solita nonchalanche con la quale il fiorentino sciorina dati e cifre senza spiegare con chiarezza le operazioni matematiche che utilizzata per arrivare ad un dato risultato, come pure le procedure che intende usare. Facciamo due esempi.
Uno. Il Job Act du cui tanto si è discusso in questi giorni (con scadenze precisissime!) viene rinviato ad un disegno di legge delega (che relegata all'iter parlamentare rischia di "mummificarsi" proprio all'interno del palazzo) dai tempi incerti.
Due. Il bonus di mille euro l'anno (per i redditi che non superano i 25 mila euro l'anno) rischia di essere un provvedimento di facciata se si guarda l'altra faccia della medaglia: vale a dire il fisco federale. Sicuri che i comuni e le regioni con i conti (di molto) al si sotto dello zero provvederanno a rivedere le loro rispettive addizionali? Ci crediamo poco. Intanto attendiamo con trepidazione e paura il nuovo show di Mago Matteo e del suo cilindro magico, dal quale (ne siamo certi) continuerà a cacciare specchietti per le allodole.   

mercoledì 12 marzo 2014

CUNEO FISCALE, LA TELENOVELA CONTINUA


Gene Wilder, Frankenstein Junior (1974)

“Ci siamo”, così esordisce Renzi con l' avvicinarsi della presentazione (oggi alle 17) al CdM della proposta per il taglio del cuneo fiscale, che prevede un intervento sull' Irpef, quindi a favore dei lavoratori, ed alcuni interventi “selettivi”, come gli sgravi per quelle imprese che assumono. Le coperture dovrebbero arrivare dalla spending review, su cui punta Franceschini, dalle riduzioni di spesa per 3, 6 miliardi entro il 2015, anche se vorrebbe dei risultati già nel 2014. Sembra quasi di rivedere Gene Wilder nell' epocale scena di Frankenstein Junior, film del 1974 diretto da Mel Brooks, “Si può fare”. Tale manovra oltre a dare respiro alle buste paga, dovrebbe forse ridare una ventata di sollievo al mercato del lavoro? Chissà. Magari i nostri laureati e tutti coloro che sono alla ricerca di un impiego, finalmente lo troveranno! Nel frattempo assistiamo alla fuga dei cervelli all' estero, alla ricerca di un lavoro che in Italia non c' è. Vediamo che il tasso di disoccupazione dei laureati ad un anno dal conseguimento dell' agognato titolo, oscilla tra il 26, 5% ed il 24, 4% a seconda che abbiano conseguito un titolo triennale, magistrale o a ciclo unico. Vediamo diminuire le iscrizioni all' università del 30%. Sfiducia o timore di non trovare un impiego dopo la laurea? Entrambe le cose, tenendo presente che purtroppo la meritocrazia in questo paese è pura utopia! Contro questo trend che soluzione ha Mr Stai Sereno?

martedì 11 marzo 2014

LE FUMOSE ALCHIMIE DEL MAGO MATTEO

vignetta di Benny Nicolini per Libero
La velocità che Mister Stai Sereno ha voluto imprimere al suo esecutivo rischia di confondere le idee agli Italiani e di acuire i mal di pancia all'interno dello stesso Partito Democratico. Il primo scoglio difficile da superare e il voto alla Camera dell'Italicum. Il Presidente del Consiglio ha detto ai sui che oggi dovrà esserci alla Camera la votazione finale "oppure dovranno spiegarlo loro agli italiani": poi la patata bollente passerà al  Senato. Domani, poi, ci sarà la presentazione del cosiddetto Jobs Act. Fino ad ora, non si è capito molto riguardo a questo provvedimento. La settimana scorsa, il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ospite da Vespa, ha presentato un minestrone della nonna. Per di più, ha avanzato ipotesi che hanno fatto rizzare i capelli al giovane Vicepresidente di Confindustria, Alberto Baban, come quella di aggiungere nuove forme contrattuali: alla faccia della semplificazione. E poi non sarebbe più opportuno prendere i contratti già esistenti e modificarli (o meglio semplificarli?). Infine c'è l'abolizione del Senato. La bozza di legge è nelle mani del fidatissimo Graziano Delrio, ma anche qui, il solito giro del fumo. Ciò che trapela dai giornali è poco. A quanto pare, il Sindaco d'Italia ha abbandonato l'idea dei 108 sindaci. Ci saranno governatori e delegati regionali: ma con quali poteri? Resta un mistero.
Insomma, il governo del Boy-scout Matteo, partito "a tremila" sta perdendo via via la sua spinta riformatrice, imboscandosi sempre più nei meandri della vecchia "selva oscura politica" e nei ghirigori delle contrattazioni tipiche delle larghe intese. Intanto, gli italiani speranzosi aspettano che finalmente il Mago Matteo sfili dal cappello le annunciate e fumose alchimie capaci di far ripartire (chissà) questo paese.

lunedì 10 marzo 2014

QUEL POTERE D’ ACQUISTO CHE CI VIENE NEGATO


E’ stato reso noto oggi che gli italiani spendono come 30 anni fa, più uova sulle nostre tavole. La crisi ha portato le famiglie ad attuare una propria spending review tra le mura domestiche, costringendoci ad effettuare una scelta tra ciò che è necessario e ciò che è solo accessorio. Riprendendo ciò che viene riportato: “la situazione si è aggravata nel 2013 quando si è verificato il crollo della spesa, gli italiani hanno tagliato del 20% l’ acquisto del pesce fresco, del 9% la pasta, dell’ 8% il latte, del 6% l’ olio extra vergine, del 3% l’ ortofrutta, del 2% la carne”.
La colpa di questo comportamento è da additare a chi non ha effettuato i controlli 13 anni fa, quando si è verificato il passaggio dalla lira all’ euro. I primi beni che hanno subito un aumento dei prezzi sono stati pane, latte e caffè. La diminuzione del potere d’ acquisto degli stipendi inoltre è derivato dal fatto che i prezzi sono aumentati, ma gli stipendi no. Ragionando in termini di lire, gli stipendi odierni di 800 – 900, anche 1000€, corrispondono al milione e sei – otto, anche due, con cui parafrasando “eri un signore”! Ora a mala pena si arriva a fine mese, i giovani non riescono a spiccare il volo dal nido non potendo permettersi di pagare un affitto o tanto meno la rata di un mutuo. Il modo per far circolare più moneta, sarebbe quello di ridare alle famiglie il potere d’ acquisto che gli è stato sottratto con il passaggio all’ euro. Più possibilità d’ acquisto, più moneta circolante, uguale ripresa dell’ economia. Come? Effettuando i controlli che ci sarebbero dovuti essere a monte. Su Youtube circola un video girato da un italiano in un supermercato tedesco. Nel video vengono messi a confronto i prezzi di alcuni prodotti presenti anche sui nostri banchi, e la differenza con alcuni è abissale. Potete prenderne visione all’ indirizzo http://youtu.be/EY0iQ46MCFQ
La soluzione sarebbe quella di azzerare tutto, compresa la classe politica, e ricominciare da capo, con serietà e onestà.




sabato 8 marzo 2014

"NON ABBIAMO BISOGNO DI LEGGI PER AFFERMARE IL NOSTRO VALORE"

"NON VOGLIO SENTIRMI PARTE DI UNA CATEGORIA PROTETTA". Partiamo da Twitter e dal tweet di una donna "qualunque" che interviene a proposito della bagarre parlamentare tutta al femminile per l'inserimento nella legge elettorale, di una norma ad hoc, sulla parità di genere. Le ormai "sorpassate" quote rosa - tanto per capirci. Ebbene, ci sembra emblematico il messaggio con il quale abbiamo aperto questo post perchè rende l'idea di quanto sia discriminatorio proprio il fatto di imporre per legge ( e dunque per forza) l'accesso delle donne nell'istituzione Parlamentare. Una terribile forzatura che, oltretutto, andrebbe a discapito anche del merito.
Qui, il problema ci sembra di più ampia portata: è una questione culturale. E la cultura di un paese, del nostro Paese, non si cambia dall'alto attraverso "il pugno duro della legge" ma dal basso attraverso "le carezze materne dello Stato"- per così dire. Pensiamo, quindi, che sia indispensabile intervenire proprio sulla cultura degli italiani e delle giovani generazioni, infondendo loro, il senso dell'uguaglianza (che l'articolo 3 della nostra Costituzione spiega in modo ineccepibile), abituandoli al rispetto di qualunque genere, religione, razza etc. E' una strada lunga, tortuosa, complessa. Questo è chiaro. Ma alla fine del percorso ne beneficerà la nostra educazione, la nostra civiltà, il nostro orgoglio. Sarà un'uguaglianza sincera, pulita a differenza delle "rivendicazioni normative" di oggi (dettate dalla fretta e dalla voglia di conservare lo status quo) che se avallate non saranno altro che un'ipocrita uguaglianza di facciata. BUONA FESTA DELLE DONNE A TUTTE.

NORMALITA' E FEMMINICIDIO

Recentemente, come noto, una legge sul femminicidio ha inasprito le pene per chi usa violenza verso le donne, sia essa fisica che psicologica. Benché si tratti di una violenza purtroppo mondiale e trasversale alle varie nazioni, presente in ogni classe sociale, è nei contesti degradati che si manifesta con maggiore intensità. Tant’é che il termine “femminicidio” è stato coniato in un’area particolarmente sottosviluppata, con riferimento cioè alle stragi di donne che avvengono nel confine tra Messico e Stati Uniti, e successivamente utilizzato anche in altri ambiti diversi tra loro. Tralasciando di entrare nel merito della incisività e dell’efficacia delle norme che disciplinano questo fenomeno e volendo trattarlo, più che altro, a livello culturale, non possiamo ritenere accettabile la giustificazione che spesso viene data a questi atti così aberranti, qualificandoli come “crimini passionali”, dovuti cioè all’amore di uomini malati oppure alla malattia di uomini innamorati e relegandoli, in definitiva, ai due concetti, spesse combinati tra loro, di amore e di malattia. Il risultato è di banalizzare o sottacere, in buona o in mala fede a seconda dei casi, la causa effettiva che in Italia, negli ultimi tempi, ha provocato la morte di oltre 100 donne. Causa che va invece ricercata in una cultura maschile, retrograda e ipocritamente celata, che considera inaccettabile il controllo da parte delle donne della propria sessualità. Ergo, la donna, per molti uomini, non può essere libera di scegliere, di vivere, di amare. Il femminicidio è soltanto la conseguenza logica di rapporti diseguali tra uomini e donne, che produce questa stessa violenza e che solo una conversione culturale e sociale imponente può modificare. Una conversione radicale che può rendere una donna libera, come tutte le donne devono essere.

venerdì 7 marzo 2014

ITALIA, MANEGGIARE CON CURA


L’ Italia sta cadendo letteralmente a pezzi. Come ormai le pagine di cronaca descrivono, nel bel Paese vige una gran brutta abitudine, quella di fare qualcosa quando è già stato fatto il danno. Ed ecco che elementi che fanno parte della nostra storia, si sbriciolano sotto gli effetti degli eventi atmosferici (hanno resistito a millenni, ed alla furia di vulcani, ma non all’ incuria dell’ uomo!). Solo per citarne alcuni, novembre 2013, Pozzuoli, si sbriciola il muro dell’ Anfiteatro Antonino Pio; dicembre 2013, crolla un pezzo delle mura medievali di Penna San Giovanni. Roma, febbraio 2014, crolla una delle contrafforti delle Torri delle Mura Aureliane, poco prima che venissero restaurate. Ancora, 30 metri delle mura di Volterra cedono alle intemperie che hanno imperversato sull’ Italia negli ultimi mesi. Di pochi giorni fa è invece la notizia di un nuovo crollo nel sito archeologico di Pompei. A molti verrebbe naturale puntare il dito contro gli eventi atmosferici, ma tutto ciò si sarebbe potuto evitare o comunque prevenire. Come? Tutelare e preservare il patrimonio culturale non solo è un dovere nei confronti del popolo e delle future generazioni, ma anche un ottimo canale di business turistico, tenendo conto che ogni angolo da Nord a Sud è stato testimone o porta le impronte delle conquiste e delle guerre, dei diversi popoli che ci hanno attraversato e di quello che siamo stati. Inoltre rappresenterebbe un ottimo incentivo di lotta alla disoccupazione, impiegando coloro che hanno una preparazione idonea. I fondi da impiegare ci sarebbero, ma purtroppo vige un’ incapacità nel saperli utilizzare. Da un comunicato stampa pubblicato sul sito del Ministero dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo “Le parole dei commissari europei Johannes Hahn e Androulla Vassiliou sulle misure adottate ieri per la salvaguardia di Pompei – ha dichiarato il Ministro Franceschini – fanno capire che il cammino intrapreso è quello giusto. Ora bisogna andare avanti con determinazione, ne va della credibilità del Paese”. Noi aggiungiamo che per avere credibilità, necessitiamo di persone esperte al Ministero, e non di personaggi messi in questi posti solo a seguito di accordi politici.


giovedì 6 marzo 2014

LA PERENNE CAMPAGNA ELETTORALE DI MATTEO RENZI

«Facciamo un salto, battiam le mani, ti salutiamo tutti insieme, presidente Renzi. Siamo felici e ti gridiamo: da oggi in poi, ovunque vai, tu non scordarti di noi, dei nostri sogni, delle speranze, che ti affidiamo con fiducia...» Mister Stai Sereno ieri era a Siracusa. Ha avuto una riunione con i sindaci, e poi, è andato in una scuola elementare a fare la sua solita comparsata da campagna elettorale. E' nella scuola che il Sindaco d'Italia è stato accolto con la canzoncina che ha aperto questo post. Un colpo basso. La strumentalizzazione dei bambini, ai quali è stato distribuito il testo (costruito ad arte) da cantare, anche se deprecabile, è sicuramente un punto a favore del PD. A maggio ci saranno le Europee, e checché se ne dica, per l'Italia sarà - senza ombra di dubbio - un voto politico. Il fatto che Renzi sia già in campagna elettorale lo capiamo benissimo. I partiti hanno bisogno della prova elettorale. E' una regola della democrazia. Quello che capiamo meno, nella mossa del tutto legittima del Sindaco d'Italia, è l'ipocrisia con la quale giustifica i suoi viaggi e affronta queste comparsate scolastiche. Il Presidente del Consiglio afferma di farlo per poter avvicinare la politica alla gente, ridare speranza, immergere i partiti nella realtà. Per noi, lo ripetiamo, tutto ciò è pura e semplice campagna elettorale. Oltretutto pagata dai contribuenti. Questa è la vera grande ipocrisia di Matteo Renzi! Per mettere a posto l'Italia ci vuole ben altro. Ci vogliono riforme, ci vogliono azioni legislative che purtroppo devono passare proprio attraverso il tanto vituperato palazzaccio. E allora, Mister Stai Sereno, deponi le armi (per le azioni da campagna elettorale c'è ancora tempo) e ritorna nei palazzi del potere a fare le cose: se qualcosa migliorerà gli italiani lo capiranno e i voti, alle Europee, li prenderete lo stesso!

PER LA TERRA DEI FUOCHI

Lasciamoci per un attimo alle spalle le critiche al Governo Renzi. In questo post parleremo della "Terra dei Fuochi"(la vasta area situata tra le province di Napoli e Caserta). Per non dimenticare.
Il 5 febbraio scorso, il senato approvò - con 174 voti favorevoli - il ddl sulla "Terra dei Fuochi", che conteneva anche interventi urgenti rispetto all'ILVA di Taranto. La legge era arrivata (in Italia molto spesso si fanno le cose solo per calmare la bufera mediatica) dopo che l'attenzione dell'opinione pubblica era arrivata ad un picco insopportabile per il Governo Letta. Bene. Ma ora? Parafrasando Leopardi, dopo la tempesta arriva la quiete. E magicamente della "Terra dei Fuochi" non se ne sente più parlare. Come se il problema fosse stato risolto. Purtroppo, non è così. La gente, da quelle parti, continua a morire. Il testo prevedeva lo stanziamento di 50 milioni di euro l’anno, per il 2014 e il 2015, dedicati allo screening sanitario delle popolazioni residenti in quelle zone (e nei comuni "prospicienti" l’Ilva) e il potenziamento degli studi epidemiologici. La legge prevedeva inoltre la mappatura dei siti inquinati anche mediante strumenti di telerilevamento, della regione Campania destinati all’agricoltura. Prevedeva infine, l’uso dei proventi illeciti che traggono origine dai delitti ambientali per bonificare i terreni e l’uso dell’esercito per contrastare le ecomafie. Di tutto questo cosa è stato fatto? Cosa si è cominciato a fare? I media non parlano più della Terra dei Fuochi. Crediamo che l'interesse per queste faccende deve essere costante. L'Italia tutta, deve sapere "lo stato dei lavori" in quelle aree. Eppure sul sito del Ministero dell'Ambiente - a parte il testo di legge - non c'è nulla che ci possa far comprendere "lo stato dei lavori". E allora, chiediamo più chiarezza perchè da quelle parti la gente continua a morire!

mercoledì 5 marzo 2014

RENZI NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

La disoccupazione è al 12, 9%. Cifra allucinante, la più alta da 35 anni. Ecco perché il primo provvedimento sarà il JobSAct”. Queste le parole di Renzi di fronte ai dati allarmanti che riguardano la disoccupazione in Italia, come diffuso dall’ Istat lo scorso 28 Febbraio. Al Palazzo pertanto sono in preparazione i documenti che porterebbero ad una riforma del lavoro. Nello specifico il Jobs Act, come sembra, andrebbe a toccare tre punti: l’ introduzione di un sussidio universale della durata massima di due anni, a favore di tutti i lavoratori, anche quelli precari, esclusi dalla Aspi e Mini Aspi della Fornero, con almeno alle spalle 3 mesi di contributi versati. Un altro punto del Jobs Act sarà la Garanzia Giovani, per gli under 25, in modo da portare offerte di lavoro o di formazione, ai giovani disoccupati o appena usciti dalla scuola; infine il terzo punto riguarderà i contratti a tempo indeterminato a tutele progressive. Fin qui nulla di strano, se non fosse che i dati riguardanti la disoccupazione nel paese crescono di mese in mese da prima che Mister Stai Sereno salisse al Colle. Pertanto viene da chiedersi se finora non gli fosse giunta notizia della cosa, e se così fosse, come sia stato possibile. Oppure, vive al di fuori della realtà, come Alice nel paese delle meraviglie? La disoccupazione allarmante vige nel nostro paese dal 2012, quando il tasso saltò dall’ 8, 4% al 10, 7%, raggiungendo il dato più elevato dall’inizio degli anni 2000! Anche all’ interno di Palazzo Chigi si mormora sull’originalità o meno della riforma proposta dal segretario del Pd. Alfano, in un’ intervista al Messaggero, si auspica che non sia la “same old soup”, ovvero la solita vecchia minestra (ndr e neanche riscaldata). In attesa che la proposta venga completata, tempi previsti per metà marzo, tutti si chiedono, dal M5S a Scelta civica, se il rottamatore riuscirà a reperire i fondi per attuare ciò che si è auspicato. Dal nostro punto di vista, siamo in attesa di proposte concrete e realizzabili, e non di puri “intenti”. Mutuando le parole di una nota canzone, verrebbe da cantare “ Ma Renzi Renzi non lo sa, che sarebbe proprio lui da rottama’...” 

lunedì 3 marzo 2014

PER IL MOMENTO, TUTTO SECONDO I PIANI


MAPPA TRATTA DA LIMES rivista italiana di geopolitica
L'Ucraina sprofonda sempre di più nelle acque gelide e oscure della guerra. Mentre la Russia dello Zar Putin (che non aspettava altro) si appresta a riprendersi la Crimea (Penisola strategica che nel 1954 venne trasferita dal leader sovietico Nikita Chruscev alla RRS Ucraina come gesto per commemorare il 300º anniversario dei Trattato di Pereyaslav tra i cosacchi ucraini e la Russia) l'Occidente, con in testa Washington (che pure ha avuto il suo ruolo "occulto" nei disordini dei giorni scorsi) risponde timidamente (forse di proposito) alle pretese Russe. "Queste violazioni continue da parte della Russia del diritto internazionale - sostiene Obama - porteranno ad una maggiore isolamento politico e economico di Mosca". In questo senso Usa, Francia e Gran Bretagna hanno deciso di sospendere la loro "partecipazione" al G8 di Sochi che si terrà a Giugno. L'Italia (il governo si è riunito d'urgenza ieri pomeriggio) ha diffuso una nota nella quale "si associa alle pressanti richieste della comunità internazionale affinché sia rispettata la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina. Violazioni di tali principi sarebbero per l’Italia del tutto inaccettabili". La nota prosegue rivolgendo alla Russia "un forte appello a evitare azioni che comportino un ulteriore aggravamento della crisi e a perseguire con ogni mezzo la via del dialogo. Al tempo stesso il Governo italiano esorta le autorità di Kiev a promuovere ogni sforzo volto alla stabilità e alla pacificazione del Paese nel rispetto della legalità e della tutela delle minoranze". I'Italia si trova in una situazione delicatissima: la maggior parte del nostro approvigionamento energetico arriva proprio dall'Est. Di fatto dipendiamo per circa l'80% dall'ex Unione Sovietica. Eppure, i fatti delle ultime settimane avevano reso prevedibile un'azione Russa. Allora, prechè  l'UE (e il resto dell'Occidente) non ha gestito la crisi Ucraina diversamente? Perchè ha dovuto sostenere la frangia Ultranazionalista e xenofoba filoeuropea? Forse ciò che sta accadendo per quanto prevedibile era ciò a cui realmente mirava la comunità internazionale: la mera spartizione dell'Ucraina a discapito del popolo ucraino.  

sabato 1 marzo 2014

ANCORA SOLO PAROLE, POCA CONCRETEZZA


“Abbiamo annunciato l’ intenzione di tagliare di almeno 10 miliardi il cuneo fiscale. Come lo riduciamo ? È modulabile”. Queste le parole pronunciate da Mister Stai Sereno barra Rottamatore Matteo Renzi, nel primo degli incontri previsti in giro per lo stivale, dalla scuola media Luigi Coletti di Santa Bona, zona alla periferia della città di Treviso, perché twetta “Investire sulla scuola è il modo per uscire dalla crisi”. Come a voler suggellare un patto con quel popolo dal quale vuole ottenere la “fiducia”, popolo che ricordiamo per la seconda volta nel giro di un anno, si ritrova un premier non direttamente da lui eletto, Renzi si è scontrato col “grido di dolore” che arriva dagli italiani, e anche con qualche arancia lanciata da un gruppo di sostenitori dei forconi, che lo hanno accolto a suon di “buffone”. Nel discorso fatto a coloro che erano intervenuti, è tornato sul taglio a doppia cifra del cuneo fiscale. Ma il caro premier, che sottolinea come abbia ottenuto la sfiducia da Berlusconi, quasi come a voler prendere le distanze, non ha ancora chiarito quale è la strada che vogliono intraprendere, indecisi su tre possibilità. Per chiarire a chi non fosse pratico, le proposte in ballo riguardano Irap, Irpef ed oneri sociali. L’ Irap è l’ imposta regionale che grava sulle attività produttive delle imprese, mentre l’ Irpef è l’ imposta diretta che colpisce il reddito complessivo annuo delle persone fisiche. In entrambi i casi, secondo loro, i lavoratori ne trarrebbero un vantaggio di 100€, secondo una stima del Il Sole 24 ore, ma per effettuare una tale manovra, è necessario il reperimento di fondi da cui attingere. A tale proposito ci interroghiamo, se così fosse, da dove verrebbero i finanziamenti? Come al solito, facendo eco ad una nota canzone “parole, parole, parole, parole tra noi”, poche informazioni, poca chiarezza.