mercoledì 11 dicembre 2013

Protestare, non aggredire

Uno Stato non sarebbe effettivamente democratico se non garantisse a tutti la libertà di manifestare, di esprimere le proprie opinioni, di protestare anche con veemenza, di organizzare cortei ed eventi per sensibilizzare l’opinione pubblica. Pensiamo però che, pur essendo diverse le modalità con cui si può comunicare il proprio disaccordo, sempre e comunque il tutto debba avvenire in modo non violento, senza aggressioni e senza prevaricazioni di sorta. Battersi perché il diritto a manifestare venisse sempre riconosciuto e tutelato ha sempre costituito e costituirà sempre un nostro impegno prioritario. E’ nota la nostra posizione nei confronti dell’attuale classe politica, che disapproviamo per la gestione fallimentare e rovinosa della sua attività di governo. Riteniamo che, anche in considerazione della recente decisione della Consulta, non rappresenti più il popolo italiano, ammesso che ciò sia mai avvenuto in precedenza. Siamo dell’avviso che chi ci ha condotti a questa drammatica situazione debba responsabilmente mettersi da parte, per evitare che si aggiungano ulteriori danni a quelli già fatti finora. Ciò che però non possiamo assolutamente accettare sono le violenze e le aggressioni che accompagnano, in questi giorni, lo sciopero dei forconi e che generano unicamente disaffezione e indifferenza verso i motivi, peraltro condivisibili, che sono alla base di questa giusta protesta. Se vogliamo che le nostre idee possano essere espresse liberamente, analoga libertà dobbiamo riconoscere al nostro prossimo. Altrimenti non è democrazia, ma è dispotismo.

martedì 10 dicembre 2013

ENNESIMO INCIUCIO

Con Renzi le cose sicuramente cambieranno! Chi lo affermava con forza, almeno per il momento, dovrebbe alquanto dubitarne. Le avvisaglie ci sono tutte. Dopo aver attaccato la Cancellieri, ora, a quanto detto dai suoi, il nostro fa marcia indietro. La Cancellieri diventa intoccabile. Chissà perché! Prima se la prendeva con il Governo Letta! Ora ci fa addirittura un accordo che rimanda le elezioni al 2015, come se in questo periodo quegli stessi politici che ci hanno governato finora, senza fare nulla, potessero in pochi mesi fare tutto o quasi tutto. Non ci si rende conto, ovvero ci si rende perfettamente conto, ma si fa finta di nulla, che questi parlamentari sono delegittimati e non rappresentano più nessuno. Il dubbio che ci assale è un altro. Siamo forse di fronte all'ennesimo inciucio con cui si vogliono salvare capre e cavoli?Ovviamente, le loro capre e i loro cavoli, non quelli del popolo! A Letta, che ambisce a scranni europei, viene dato fiato per poter gestire il semestre italiano del prossimo anno, mettersi in mostra a Bruxelles, per poi incollarsi a qualche importante incarico da tenersi stretto a se finché morte non li separi. E al Governo italiano? Forse un certo Renzi che, nel frattempo, avrà avuto modo di consolidarsi, nel suo partito e in se stesso. Ma non finisce qui! Inciucio nell'inciucio, il solito Brunetta propone a Renzi e a Grillo di rifare la legge elettorale. Basterebbero sette giorni, blatera. Peccato però che, con le larghe intese e le larghe maggioranze avute finora, Brunetta e Company non siano riusciti a partorirla questa benedetta (o maledetta?) legge elettorale,adesso, guarda caso, tanto agognata. Peccato che tutti quelli che saprebbero governare il Paese siano già occupati a guidare taxi e tagliare capelli, diceva sarcastico Winston Churchill. Si riferiva forse all'Italia?

venerdì 6 dicembre 2013

Addio, Ammiraglio

La morte di un Giusto, in un mondo in cui prevale l’ingiustizia, non può che amareggiarci e rattristarci profondamente. Dedicare tutta la propria vita alla lotta per il trionfo della giustizia sociale e per l’affermazione della parità tra gli uomini, bianchi, neri, indiani e meticci che fossero, sembra quasi anacronistico in tempi, come gli attuali, in cui il potere, il successo personale e il denaro imperano indisturbati e vengono adulati e adorati come fossero dei. Ben ventisette anni di carcere, non per se stesso, ma per me, per te, per tutti noi, per l’Africa intera, per la conquista di un valore irrinunciabile: la dignità dell’essere umano.Questo è stato Nelson Mandela, premio Nobel per la Pace e Uomo scevro di ambizioni personali. “Nessuno è nato schiavo, né signore, né per vivere in miseria, ma tutti siamo nati per essere fratelli”: sono parole sue, e ogni commento è obiettivamente superfluo. Il suo fu un lungo cammino verso la libertà. Un cammino giunto al termine. Addio, Ammiraglio! Riposa in pace, sei ritornato a casa!

domenica 10 novembre 2013

Tutto il mondo è paese

E' penoso dover constatare come tutto in Italia sia sempre riconducibile nel politicamente corretto, ossia nella cosiddetta normalità, che poi tanto normalità non è, se è vero, lo provano i fatti, che si confonde spesso normalità con correntezza. Al marketing delle fesserie si è aggiunta recentemente anche la giustificazione addotta dalla ministra della Giustizia, personaggio degno di tutto rispetto, ma proprio per questo ancora più sorprendente, sulla nota vicenda che l'ha vista protagonista assoluta e assolta. Il famoso detto "tutto il mondo é paese" da noi è semplicemente una frase fuori luogo. Sarebbe forse meglio affermate che l'Italia è un paese a parte. Un paese dove alcuni termini sono banditi dal linguaggio della nostra moralissima e intoccabile casta politica. Viene quasi da pensare che usino una lingua diversa dalla nostra. Eccovi alcuni esempi. Raccomandazione? Quando mai! Semmai comprensione. Privilegio? Ma cosa dici! Semmai umanità. Corruzione? Neanche a parlarne! Semmai solidarietà. Prostituzione? Hai fumato? Semmai generosità. Collusione con la mafia? Ma stai attento a quello che dici! Semmai cura dei rapporti di buon vicinato. Conflitto d'interessi? Ma vuoi scherzare? Semmai leggere e insignificanti sovrapposizioni di interessi in conflitto. La Cancellieri e Napolitano un po' attempatelli? Ma che sei fuori di testa? Semmai dimostrano di più dell'età che hanno! Tutto il mondo é paese? No, l'Italia è un altro paese: il paese dei manipolatori!

martedì 15 ottobre 2013

Tari, Tasi, Trise

Non si tratta di un fantastico rompicato oppure dell’ennesimo scioglilingua, ma delle nuove tasse che ci accompagneranno nel corso del prossimo anno, rendendo i nostri sonni sempre più agitati e convulsi. Sì, perché l’affondo dei nostri generosi politici stavolta non è stato solamente pesante, ma anche contrario alla più elementari norme di etica politica. Più volte ci è stato detto e ribadito dai demagoghi della politica che l’IMU sulla prima casa era stato definitivamente abolito. Abbiamo assistito addirittura a finte baruffe tra le opposte fazioni. Dai contenuti più disparati: IMU per tutti o solo per alcuni, anche sulla prima casa o soltanto sulle seconde case, fino a certi livelli di rendita catastale o indipendentemente da questi. Insomma siamo stati gabellati, e ben oltre il peso della vecchia IMU, ipocritamente e falsamente eliminata. Ora pagheremo la tassa sui rifiuti, quella sui servizi e quella sul possesso di immobili. Con buona pace del popolo italiano, che si rifiuta testardamente di capire che è arrivata, e anche superata, l’ora di mandare a casa tutta questa gente. Mi sorge un dubbio: non saremo per caso dei masochisti?

lunedì 14 ottobre 2013

Analfabetismo Giovan(n)i ….. ni

Sembra proprio che i nostri ministri, senza alcuna vergogna, continuino a mantenere nei confronti dei giovani un atteggiamento che ricorda quello di un preside incontinente che bacchetta, senza remore, i propri alunni, rei semplicemente di essere giovani e studenti. Infatti, dopo le esternazioni, del tutto gratuite, di Padoa Schioppa, che incolpò i trentenni di comportarsi da “bamboccioni” (del genere Tanguy), e quelle più recenti della Elsa Fornero (detta “lacrima facile”), che accusò i giovani di essere degli “schizzinosi” (ma assente ingiustificata alla proiezione di “Acciaio”) allorché si trattava di scegliere un posto di lavoro (ma si può scegliere?), nonché di Brunetta (detto “er più”), che trattò i giovani da “sfigati” (del tipo Bridget Jones), è stata la volta del ministro del lavoro, Enrico Giovannini. L’illustre scienziato (ex presidente istat), riferendosi ad una recente indagine OCSE, che ha collocato gli italiani all’ultimo posto in fatto di competenze linguistiche, da arguto ministro qual è, ha immediatamente tratto le sue personali conclusioni, affermando che l’Italia è abitata da un popolo di “inoccupabili”, che avrebbe necessità di una, quanto mai, adeguata e incisiva formazione. Guarda caso, poi, che, volgendo lo sguardo altrove, ci accorgiamo che non sono di certo bamboccioni, schizzinosi, sfigati e inoccupabili, i figli, i parenti e gli amici degli “esternanti”, che, sin dalla più tenera età, essendo stati educati a farlo, occupano poltrone da top manager in posti invidiabili e prestigiosi, benché non considerati comunque all’altezza delle loro competenze. Guarda caso, poi, che i nostri intelligenti ministri dimenticano, con troppa facilità, che la disoccupazione in Italia sfiora attualmente la modica percentuale del 50%, e questo non certo per colpa degli “inoccupabili”, che sarebbero ben felici e contenti di potersi occupare. Guarda caso poi che società pubbliche e private, come Ilva, Alitalia, Parmalat, Cirio, Telecom, e via dicendo, sono state gestite, in questi anni, da manager competenti e preparati, nonché lautamente pagati a nostre spese, in modo talmente efficiente, da portarle a sfiorare il disastro totale. Guarda caso poi che questi stessi top manager corrispondono sempre alle stesse top persone che, volando libere e belle di società in società, continuano a fare danni incalcolabili, probabilmente nella top convinzione che i loro obiettivi siano le top perdite e giammai i top profitti. E guarda caso poi che, nonostante tutto, questi top manager sono sempre, sempre, ma proprio sempre, top “occupabili”.

venerdì 11 ottobre 2013

Pupari e marionette

Allietavano e riempivano le giornate di noi bambini, innocenti e inconsapevoli. Sul palcoscenico del piccolo teatrino di legno le marionette, comandate con programmata gestualità dal puparo di turno, si affrontavano con inaudita aggressività e con ineguagliabile violenza, suscitando l’ilarità dei presenti che, divertiti, venivano educati, sin da piccoli, al rispetto e alla lealtà. Pupari e marionette che, oggi come allora, si affacciano, non già dal piccolo palcoscenico del teatrino, ma da quello ben più importante della vita, recitando ipocritamente parti già scritte e spesso concordate, mentre noi, spettatori inconsapevoli, assistiamo, divertiti e forse un po’ coinvolti, a scene disgustose, grottesche scenografie, confronti accesi, turpiloqui da osteria, orribili sceneggiature, farsesche prese di posizione e talvolta anche a violenti tentativi di aggressione. Salvo poi, quegli stessi attori, ritrovarsi a dividere, fraternamente ed equamente, affari e balzelli, appalti e commesse, continui scambi di favori. E loro, i pupari, muovono e comandano le loro marionette, il sottobosco della politica, i prestanome disposti a tutto, incuranti di valori, ideali, trasparenza e finanche appartenenza politica. E noi spettatori? Inconsapevoli e ciechi, assistiamo, divertiti.

giovedì 10 ottobre 2013

Povero direttore

O forse sarebbe meglio dire “il direttore povero”. Sì, perché abbiamo letto che Befera non ritiene, bontà sua, di avere i requisiti necessari per entrare a far parte del ristretto e privilegiato club degli italiani ricchi. Tant’è che, intervistato, alla domanda sul tema, ha risposto candidamente di no. Salvo poi a scoprire che il reddito annuo percepito supera i 300.000 euro, collocandosi ben al di sopra delle spettanze del Presidente degli Stati Uniti. Ci sarebbe ora da domandare al sig. Befera, che, ricordiamolo, ricopre contemporaneamente le cariche di direttore dell’Agenzia delle Entrate e di presidente di Equitalia, come andrebbero considerati, a suo parere e secondo il suo metro di giudizio, tutti quei lavoratori che, si e no, arrivano ai 15000 euro annui e che vengono spesso vessati e minacciati dagli sceriffi dell’erario? Solidarietà impone, a questo punto, anche per evitare futuri e insanabili rimorsi, un richiamo doveroso ad una mobilitazione generale per una lodevole e generosa raccolta fondi che possa permettere al sig. Befera e ad altri “poveri cristi” come lui di superare le difficoltà di ogni giorno e di sperare in un futuro più sereno e più luminoso.

domenica 29 settembre 2013

Irresponsabilità

La situazione economica italiana, come noto, non è tra le più floride, tutt'altro. Una grave crisi recessiva, un debito pubblico che difficilmente rimarrà al di sotto del 3%, come richiesto dalla U.E., una disoccupazione dilagante, soprattutto giovanile, con punte fino al 50% nel sud, migliaia e migliaia di piccole imprese e commercianti che chiudono la propria attività, centinaia di miglia di lavoratori in cassa integrazione, bar, ristoranti e alberghi in grosse difficoltà, consumi in caduta libera, prestazioni sanitarie sempre meno accessibili, investimenti e crescita che non decollano, tassazione sempre più pesante, famiglie inadempienti su rate di mutuo e utenze, un'Italia praticamente allo sfascio. In questa situazione drammatica, a voler essere ottimisti, solo una classe politica seria e responsabile potrebbe trovare le soluzioni adeguate, intervendo in modo compatto, serio e responsabile, nell'interesse del Paese, e quindi nell'interesse di tutti noi. Quanto detto dovrebbe essere talmente evidente che non ci sarebbe bisogno di ulteriori commenti e soprattutto di ulteriori perdite di tempo. Eppure, in questi giorni, assistiamo allibiti al comportamento irresponsabile di un folto gruppo di politici che, incuranti, ma ben consapevoli, dell'imminente disastro, rassegnano le loro dimissioni dal Parlamento e dal Governo. Una decisione contraria alla logica e al buon senso. E allora perché lo fanno? Nell'interesse del popolo? Nell'interesse delle famiglie bisognose? Nell'interesse dei disoccupati? Nell'interesse delle imprese? Nell'interesse di tanta gente in difficoltà? No, giammai! Cui prodest allora tutto questo? A un solo uomo, straricco, potente e di successo. Che poi i cittadini siano alla fame e l'Italia vada in malora, chi se ne frega!

lunedì 23 settembre 2013

Ladri di Stato

Da molti anni stiamo sostenendo una battaglia perché Equitalia sia riorganizzata e sia al fianco e non contro i cittadini, amica e non un nemica. Più volte abbiamo stigmatizzato i deplorevoli comportamenti, al limite della persecuzione, che hanno caratterizzato nel tempo l’azione di questo apparato burocratico. Da sempre lamentiamo l’eccessivo potere di cui ha goduto e gode la Pubblica Amministrazione, che persegue i debitori, ma non paga i creditori. In più occasioni abbiamo sollecitato un intervento delle Istituzioni affinché cessassero gli atti persecutori nei confronti di tanta povera gente e di tanti imprenditori in difficoltà. Eppure, questi comportamenti vessatori non sono cessati, anzi, hanno causato disperazione e talvolta atti estremi. Ora veniamo a sapere che sono in corso diverse indagini che stanno interessando, per ora, alcuni di questi signori, incorruttibili nei confronti dei poveri, ma corruttibili, eccome, da parte di chi può permetterselo. E il timore è che questo cancro possa ulteriormente produrre altre metastasi, allargandosi a macchia d’olio in un Paese ormai allo stremo. Un marciume che ormai sta dilagando in tutta Italia e in ogni settore. Vergogna, ladri di Stato! Nei loro confronti dovremmo usare la legge del contrappasso: con la stessa ferocia con cui hanno tartassato gli altri, tartassiamo ora loro!

Ricerca senza scimpanzé

Nella ricerca biomedica, gli Stati hanno ridotto al minimo l’uso di scimpanzé. Il direttore dell’agenzia americana NH ha, infatti, annunciato che oltre 300 primati di proprietà verranno trasferiti in alcuni centri specializzati e gran parte degli esperimenti saranno cancellati e comunque limitati a procedure non invasive. Infatti nuovi metodi scientifici hanno reso in gran parte superfluo l’uso di scimpanzé, che condividono con gli esseri umani il 98% del patrimonio genetico e proprio per questo l’agenzia afferma siano utili per la sperimentazione. Probabilmente continueranno ad essere usati per ricerche su vaccini, patologie autoimmuni e cancro, anche se il loro impiego sarà regolamentato più strettamente (almeno così dicono negli Stati Uniti). Nel marasma generale, e benché ancora insufficiente, accogliamo comunque con favore questa buona notizia. Tuttavia, solo un profondo cambiamento culturale e una maggiore sensibilità nei confronti della “sperimentazione sugli animali” potranno modificare radicalmente questo vergognoso comportamento e portare ad una soluzione definitiva.

domenica 22 settembre 2013

Bordello istituzionale

Se non fosse perché il Paese è allo sbando e prossimo alla bancarotta "fraudolenta", potremmo tranquillamente accomodarci in prima fila e assistere divertiti alle comiche che i nostri iluminati rappresentanti parlamentari mettono in scena quotidianamente e con successo nel teatrino della politica. "Teatro nel teatro", volendo richiamarci alla, quanto meno attuale, arte pirandelliana. "Questa sera si recita a soggetto" e l'uno contro l'altro armati, dando concreto seguito all'enunciato manzoniano, si scagliano "Ciascuno a suo modo", non contro l'avversario politico (il che sarebbe anche plausibile), ma contro il collega di partito, reo di voler occupare, in loro vece, la poltrona più ricercata e ambita. E allora assistiamo, allibiti, al bordello PD: Renzi contro Letta, Cuperto contro il giaguaro, Renzi e Letta contro Cuperto, Bersani contro Epifani, Renzi contro Bersani, e tutti contro tutti. E il PDL, non volendo rimanere escluso dalla bagarre, non è da meno: in campo aperto si scontrano, a suon di morsi, la pitonessa piemontese contro Alfano (beh la ciccia c'é), i falchi contro le colombe, Brunetta che, sotto sotto (é il caso di dirlo), riflette sul da farsi, mentre Schifani, completamente allineato al Capo, gli bisbiglia un accorato e suadente "Come tu mi vuoi". Nel M5S, Grillo urla, dimostrando una corenza da invidiare, contro il mondo intero, ringhiando contro la vittima di turno e senza risparmio di energie vocali (ultimamente è toccato alla Boldrini, in ossequio al principo dell'uguaglianza di genere). Alcuni dissidenti pentastellari, come i "Sei personaggi in cerca d'autore", cercano una collocazione politica e qualcuno che gli dia retta. Maroni, leader della Lega dimezzata, in un avvincente "Giuoco delle parti", cerca di ribattere, dimostrando un coraggio impavido, all'amico/nemico Bossi, detto il trota senior, in uno scambio di improperi di varia natura, accompagnati da un melodioso sottofondo di note crozziane. Ma non finisce qui. L'imparzialità del Quirinale viene tacciata di parzialità. La Magistratura di essere politicizzata. La Consulta di essere schierata. Il Governo di essere scoppiato. Il Paese di essere crollato. Il popolo di essere arrabbiato. Bordello istituzionale. Ma "Così é (se vi pare)".

giovedì 19 settembre 2013

L'imbonitore

Ieri è andata in scena la solita, noiosa, ripetitiva presa in giro da parte dell’imbonitore. Come sempre viene manipolata la verità, come sempre il ruolo interpretato è quello della vittima predestinata, come sempre si accusa la magistratura politicizzata, come sempre si sale sullo scranno del sovrano che risolve tutti i problemi del Paese in tempi brevi, rapidi e indolori. E’ andato in scena un film già visto, la solita commedia dell’arte, il solito protagonismo demagogico. Tuttavia, fino a quando scenografia e sceneggiatura si limitavano alle consuete, esasperanti, ridicole esternazioni, pur con molta fatica, si sopportavano pazientemente. Ma quello che è successo stavolta è di una gravità tale da escludere qualsiasi tipo di ironia e di sarcasmo. Incitare il popolo italiano a scendere in piazza al fianco dell’illustre condottiero, incitare i cittadini alla ribellione in difesa della democrazia e della libertà è quanto di più irresponsabile e inaudito potesse essere detto, soprattutto da un personaggio che, fino a ieri, ci ha rappresentati nel mondo. Poco meno di un secolo fa, da un balcone di Piazza Venezia si affacciava un paffuto signore che, rivolgendosi agli italiani, li incitava pressappoco così: “Italiani, un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: VINCERE! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace all'Italia. Popolo italiano dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!” E sappiamo tutti com'è andata a finire!

mercoledì 18 settembre 2013

Welfare disatteso

Una politica sociale inesistente, o quasi, un welfare disatteso, nonostante tanti bei propositi, i più deboli abbandonati al loro destino, uno stato praticacamente inesistente ogni volta che si parla di solidarietà e di assistenza sociale: questa é la triste realtà del nostro Paese, incapace non solo di affrontare la crisi economica, ma anche di dare sostegno a quanti si trovano in situazioni di difficoltà e di bisogno, non solo finanziario. Mi riferisco in particolare a quelle persone anziane e malate, e sono sempre più numerose, che vengono lasciate da sole a risolvere i loro problemi e le loro necessità quotidiane. E' notizia recente di un povero anziano, che , preso dalla disperazione, ha tolto la vita alla donna con cui aveva condiviso per tanti anni la propria esistenza, perché incapace di sopportare ancora la grave malattia della moglie. Pagine e pagine dei mass media e servizi tv sono dedicati alle schizofrenie dei nostri politici, a quanto dirà Berlusconi, e se lo dirà, alla spettacolarizzazione di eventi come quello della Costa Concordia, alle tette della Hunziker, al matrimonio folcloristico della Rodriguez, e via di questo passo, ma poco o nulla viene detto su situazioni tragiche come quella raccontata e sulla latitanza dello stato sociale. Ma i giornali si devono vendere e l'audience è fondamentale per incassare soldi dagli sponsor. Questo vogliamo e questo ci danno. La gente vuole ridere, divertirsi, pensare alle frivolezze, non essere rattristata e appesantita da problemi seri, che si pensa, a torto, possano riguardare sempre e solo gli altri. Una mentalità più aperta verso le necessità del prossimo, una cultura più attenta alla solidarietà, questo forse ci manca, perché, come diceva George Bernard Shaw "Il peggior peccato contro i nostri simili non è l'odio, ma l'indifferenza".

martedì 17 settembre 2013

Tu quoque Napolitano

Da più parti e da più tempo si sollecita una forte riduzione di sprechi e spese inutili, meglio conosciuta, mutuando un termine inglese,come spending review. Ridurre gli stipendi dei parlamentari, limitare le pensioni d'oro, eliminare le auto blu, abolire il finanziamento pubblico ai partiti, e via dicendo. Parole, parole, parole..... diceva una famosa canzone. Ma che, anziché abbattere i costi, si sia addirittura fatto il contrario, non è cosa buona e giusta, se non totalmente fallimentare in un bilancio familiare, o se preferite italiano, dominato da continue linee rosse e da profondi segni meno. Che poi questa iniziativa sia stata presa proprio da Napolitano, lascia sconcertati e interdetti. La recente nomina di ben quattro senatori a vita, del tutto inutile in questo particolare momento, ne è la dimostrazione più lampante. Ma non finisce qui! Da buongustai, quali siamo, non ci siamo fatti mancare neanche il dessert, come leccornia servita alla fine di ogni pasto che si rispetti. Ed ecco uscire improvvisamente dal cilindro del prestigiatore il grande Giuliano Amato, uomo per tutte le stagioni (nel senso che sono decenni che è in auge) e per tutti i ruoli istituzionali (ha provato anche a fare il Presidente, ma gli ha detto male!). Sembra che il nostro sia coinvolto in uno scandalo, recentemente pubblicizzato e al limite del penale (ovviamente sul fatto dovrà pronunciarsi chi di competenza), e che stia per prestare giuramento come giudice della Corte Costituzionale, in coerente applicazione della legge del contrappasso, che nel suo caso funziona però al contrario. E così avremo come giudice costituzionale uno che forse sarà inquisito! Tuttavia in Italia può succedere veramente di tutto! Anche che la illuminante proposta di nominare Amato sia partita dal nostro caro e illustre Presidente.

Il valore della vita

La vita umana, come quella degli animali, pur con i distinguo del caso, ha un immenso valore. Affermazione, questa, che penso possa riscuotere un consenso più o meno unanime. Tuttavia, non l'hanno pensata proprio così gli organizzatori del palio di Asti che, di fronte alla morte di un povero cavallo, hanno ritenuto più giusto continuare lo spettacolo, con un'indifferenza e una freddezza emotiva che offendono etica e coscienza. Ritengo che si dovrebbe evitare di giocare con la vita degli animali per soddisfare passioni insane e festaiole, se non anche discutibili interessi economici. Ma quand'anche fosse, cerchiamo di comportarci almeno da esseri umani, con tutto quello che una definizione del genere sta a significare.

lunedì 16 settembre 2013

Frasi famose

Letta (IL CATASTROFICO): "In caso di crisi, pagheremo l'IMU e la manovra per l'Italia la farà Bruxelles" p.s. non si è ancora accorto che di catastrofico c'è solo il suo Governo; Berlusconi (IL CONDANNATO) : non parla, fa parlare gli altri "Berlusconi dice tutto, la verità in un video" p.s. ci permettiamo di aggiungere un aggettivo possessivo : "............., la SUA verità in un video"; Santanché (LA SUDDITA): "Inutile confidare sul Colle" p.s. e perchè mai dovrebbe farlo? Forse per ottenere l'ennesima decisione ad personam?; Istat (I DATI) : "Negli ultimi tre anni persi un milione di posti di lavoro tra gli under 35". Chiacchiere (interessi personali) e Fatti (interessi collettivi). Meditiamo. Tutti!

domenica 15 settembre 2013

Mamme incazzate

Pur scusandomi del titolo un po' troppo colorito, tuttavia devo ammettere che "il termine" rende bene l'idea di quanto si sta verificando tra le mamme con bambini disabili. E' in atto una vera e propria rivolta "democratica" nei confronti di un Governo che, a parole parla di investimenti nell'ambito dell'istruzione, ma nei fatti lascia senza un'adeguata assistenza scolastica migliaia e migliaia di bambini diversamente abili, suscitanto in questo modo l'ira, per usare un eufemismo, di mamme disperate, lasciate sole nel sopportare il peso di una situazione per loro sfortunata. In tutto questo, e ci spiace dirlo, pur non essendone del tutto sorpresi, i nostri illustri politici, sempre pronti a tagliare "i fondi per gli altri", se ne guardano bene dal tagliare "i fondi per loro", riducendosi ad esempio il numero delle auto blu, le prebende, gli stipendi, gli appannaggi vari e via dicendo. Come altrettanto bene, e con una maestria direi al limite del superlativo, rimandano in continuazione e sine die l'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, che andrebbe a finire (ne dubitavate?) nelle loro tasche senza fondo o sfondate, che è la stessa cosa. Il compianto Martin Luther King affermava che se si usano secchi d'acqua per spegnere un incendio, ma non si riesce a farlo, non per questo l'acqua non serve, ma semplicemente occorre più acqua. Analogamente, se una protesta non sortisce l'effetto desiderato, non per qesto non serve, ma semplicemente occorre una protesta più grande. Parole sante.

venerdì 13 settembre 2013

Imprenditori all'ingrasso

Ora, nessuno vuole mettere in dubbio che gli imprenditori, mettendo a disposizione i propri capitali, espongono se stessi e le loro aziende ad un potenziale rischio d'impresa, ancor più serio oggi alla luce dell'attuale grave crisi economica che stiamo attraversando. Com'é altrettanto indubitabile che non è, il loro, un atto di generosità nei confronti della classe lavoratrice, ma rientra perfettamente in un rapporto di lavoro caratterizzato dalla c.d. sinallagmaticità delle prestazioni. Faccio riferimento, ovviamente e soprattutto, alle grandi imprese, quelle cioè in cui il proprietario conosce a malapena il numero dei propri dipendenti e cosa fanno, preoccupato, com'é, di incrementare a dismisura i già lauti profitti, magari indirizzandoli fraudolentemente all'estero o evadento le tasse. Se poi l'azienda é zeppa di amianto da decenni, senza che si sia fatto nulla per metterla in sicurezza, e può causare la morte di qualche decina di persone, cosa importa? Se poi ogni tanto esplode qualche altoforno o qualche cisterna e i lavoratori saltano in aria, pazienza! Pecunia non olet. Ma non basta. Alcuni di questi signori si permettono anche il lusso di far perdere il posto di lavoro a 1.400 dipendenti, mettendo sul lastrico altrettante famiglie, ricattando, con questa decisione, lo Stato che, attraverso la magistratura, ha avuto l'ardire di sequestrare parte della loro immensa ricchezza. "Dolce è, quando i venti sconvolgono le acque nel vasto mare, contemplare da terra l'altrui gran fatica - scriveva Lucrezio De Caro nel De rerum natura - Chiusi nel nostro benessere, osserviamo con distacco gli altri annaspare".

giovedì 12 settembre 2013

Eureka

Annuntio vobis gaudium magnum: habemus oeconomica recuperare! Sorpresa, mia grande sorpresa! Il sig. Squinzi, presidente della Confindustria, dopo aver espresso, non più di un mese fa, forti preoccupazioni sul futuro economico dell'Italia, recentemente ha cambiato opinione e ha declamato con gioia la fine della recessione e l'avvio della ripresa economica. Ergo, mi chiedo: cosa è cambiato rispetto a un mese fa? Ergo, mi rispondo: nulla, ma proprio nulla! Anzi! Tant'é che tutti gli organismi nazionali e internazionali, riferendosi all'Italia, sfornano dati su dati che confermano, al contrario di ciò che afferma Squinzi, una situazione allarmante sia per l'occupazione che per lo sviluppo economico. Il PIL continua ad essere negativo, stiamo perdendo quote di export, i giovani non trovano lavoro, le imprese chiudono, i lavoratori in mobilità aumentano, i consumi diminuiscono.... etc etc. Non basta? Probabilmente Squinzi o vive su un altro pianeta o frequenta un po' troppo il palazzo (propenderei per questa seconda ipotesi). A quanto pare i poteri forti di questo Paese continuano nella loro opera di mistificazione e di manipolazione e soprattutto ci considerano dei deficienti (traduzione: persone totalmente o parzialmente minorate nella loro attività intellettuale)!

mercoledì 11 settembre 2013

Permalosità gratuita

Il permaloso doc, tanto per sintetizzare, è colui che non riesce ad accettare serenamente i giudizi e le valutazioni espresse e che reagisce in modo esagerato a parole e comportamenti che altri non considererebbero offensivi. Fauna, questa, abbastanza presente e attiva , senza dubbio alcuno, nell’ambito della nostra classe politica. E quanto accaduto recentemente alla Camera dei deputati, perfetta fotocopia di molti altri analoghi fatti passati, ci fornisce l’ennesima, ulteriore prova "provata" che quanto detto non appartiene al mondo delle favole, ma a una, purtroppo, seria e concreta realtà. Orbene, è notorio che l’Italia si pone ai primi posti, tra i Paesi europei, in fatto di corruzione. La sola evasione fiscale, di cui la frode fiscale costituisce un aspetto ancora più inquietante, ci sottrae qualcosa come 60 miliardi di euro, che potrebbero essere utilmente spesi per rilanciare sviluppo ed occupazione (altro che i 4 miliardi di IMU sulla prima casa!). Come è ancora più notorio, che i vari Previti e Dell’Utri, Vito e il Batman del Lazio, Del Pennino e un elenco smisurato di altri noti “illustri” personaggi, tutti condannati in via definitiva, senza dimenticare i generosi politici lombardi, non erano e non sono certo molto distanti dal centro destra e dal PDL. Eppure questo partito si sente infangato e offeso se un rappresentante del M5S ricorda in aula questi “onesti e trasparenti” precedenti. E lo stesso PD si sente infamato, se accusato di incuci e scorrettezze varie. Ma non avete visto come è andata a finire la riunione della Giunta per le elezioni che, dopo oltre un mese, ancora rimanda la decisione sulla decadenza del Cavaliere (ancora si chiama così?), che sappiamo tutti essere stato condannato in via definitiva per frode fiscale? Basta sfiorarli, questi c.d. onorevoli, e saltano in aria come cavallette schizofreniche, in barba a coloro che avrebbero tutto il diritto di ritenersi defraudati ingiustamente della propria dignità di esseri umani e di cittadini, vittime come sono di inefficienze e di sperequazioni, relegati nel ghetto dell’emarginazione e della povertà. Cari politici, anzichè passare il vostro tempo ad offendervi, perchè non cercate di impegnarvi nella cura e nella salute dell’economia e della morale?

sabato 7 settembre 2013

Fariseismi internazionali

I Grandi della Terra, o almeno molti di essi, si sono improvvisamente resi conto, dopo aver latitato per mesi e mesi, che in Siria perdura una situazione di violenza fratricida e che Assad ha fatto e fa uso di armi chimiche contro il suo popolo. Obama vorrebbe intervenire immediatamente per salvare il mondo, Hollande, furbescamente più cauto, vorrebbe aspettare il rapporto degli ispettori ONU, gli inglesi, dopo un primo momento di interventismo schizofrenico, sono spariti dalla circolazione, Letta, da tipico italiano, mantiene un atteggiamento equidistante, così da non inimicarsi nessuno. Putin sostiene Assad, così come fa l'Iran, altri sono contro. Focolai di guerra sono presenti in molte altre parti del mondo, soprattutto in Africa, ma passano sotto silenzio, nel disinteresse generale, o quasi. Verrebbe da pensare che certe prese di posizione vengono assunte solo e se conviene e non, come si dovrebbe, sulla base di obiettive, gravi e serie ragioni. Il fariseismo non é solo italico e almeno questo ci conforta. Ma una cosa é certa. Qualcuno, per favore, faccia presente a Letta che il G20 non si é riunito per elogiare gli sforzi fatti dal suo Governo, ma forse per dibattere su qualche altro problemino, un po' più serio.

Fariseismi italici

La nostra eccelsa classe politica, da sempre sensibile verso i diseredati e i più deboli, nonostanti gli sforzi sovrumani e il grosso impegno profusi, non riesce ad abbattere una disoccupazione (circa 12%), non più sostenibile soprattutto a livello giovanile (circa 40%). Poi ci accorgiamo, con evidente stupore, che circa 260 mila minorenni vengono sfruttati in lavori manuali, anche faticosi, ma ritenuti indispensabili per sostenere economicamente le proprie famiglie in difficoltà. Siamo in Cina? Macché, siamo in Italia! Cosa si sta facendo per eliminare, o almeno ridurre, la disoccupazione giovanile? Nulla, o poco! Cosa si sta facendo per eliminare l'occupazione minorile? A dire il vero, mi sembra anche strano che in un Paese evoluto, come dicasi dell'Italia, si possa solo pensare che possa esistere un problema del genere. E chissà quanta polvere se alziamo bene tutti i tappeti!

L'ombelico del mondo

In Italia.... la disoccupazione è galoppante, le imprese falliscono o delocalizzano, la recessione continua a mangiarci i pochi risparmi rimasti, i giovani non hanno futuro, la corruzione dilaga, la meritocrazia latita..... Fuori Italia..... la povertà dilaga (anche in Italia), milioni di anziani, donne e bambini muoiono per denutrizione e altrettanti milioni non possono essere curati o vengono curati in modo inadeguato, l'anti ecologia domina, le guerre si espandono, il pericolo di una terza guerra mondiale é più che reale..... L'alba del giorno dopo? No! L'alba di questo giorno! Eppure, in tutto questo sfacelo, di cosa si parla da noi? Del Cavaliere..... l'ombelico del mondo!

domenica 1 settembre 2013

Etica ed estetica

Due differenti percorsi di vita, l'estetico e l'etico, due modalità di comportamento che, incontrandosi e scontrandosi, rappresentano indubbiamente due facce di una stessa realtà, suscettibile di essere interpretata e vissuta sulla base di scelte soggettive e contrapposte. Di rilievo, per chi ne volesse approfondire il significato, é la dotta analisi fatta da Kierkegaard (con lo pseudonimo di Viktor eremita) nel libro "Enter-Eller", a riprova che atteggiamenti così diversi fossero evidenti e studiati già in epoche passate. La peculiarità dell'esteta é quella di vivere all'istante, in modo allegro e scanzonato, considerando l'altro solo un'occasione per il proprio godimento e cercando di persuaderlo, manipolandolo, per raggiungere il proprio scopo, sia esso erotico, economico o di potere. O, come afferma Weber, più che la bontà e verità di un programma, ciò che caratterizza lo stadio estetico della vita (o dell'esteta) sono la persuasione e il consenso pubblico. MacIntyre, in "Dopo la virtù", preferisce usare piuttosto il termine "ricco esteta", ma i contenuti non cambiano. Tutt'altro significato e, aggiungerei, tutt'altro peso specifico acquista viceversa un comportamento etico e morale, che non significa moralismo, teso alla realizzazione e al conseguimento di obiettivi completamente opposti ai precedenti. Seppur utile, non appare però indispensabile disturbare illustri filosofi del passato per definire personaggi, atteggiamenti e modi di vivere che qualificano i nostri attuali rappresentanti politici, che definirei, con scarse o rare probabilità di essere smentito, dei grandi, sublimi, insuperabili esteti, per nulla, ma proprio per nulla, etici.

giovedì 29 agosto 2013

Povertà alla moda

Una recente vignetta di Altan ci rappresenta una coppia formata da un signore borghese che dichiara candidamente che la povertà va, senza ombra di dubbio, di moda e un barbone, accovacciato ai suoi piedi, che si propone, più o meno ingenuamente, come consulente d’immagine. Ora, é evidente il sarcasmo, o se volete la tragicità, che percorre in tutta la sua larghezza questa immagine. Perchè, consapevoli dell’esistenza di un capitalismo arrogante e prepotente, i cd privilegiati, che sono sempre di meno, resettano le proprie coscienze, elogiando ipocritamente lo status quo dei poveri, che sono sempre di più, come se questo fosse voluto e cercato. Certo è che, di fronte ad una ricchezza esibita e aggressiva, pressati dai mass media che, come martelli pneumatici, consigliano merci da acquistare e propongono modelli, per nulla valoriali, da imitare, c’é chi sogna una vita più semplice e ordinaria, una piccola casa con un orticello da coltivare, riparandosi e riposandosi in un’oasi tranquilla, lontano dai ritmi frenetici e dalla competitività che dilagano nella società contemporanea. Una società che ci presenta, come esempi da seguire, personaggi potenti, ricchi, di successo, che si travestono da poveri, fingendo di curarsi dei veri poveri, reclamizzando consumi più etici e sostenendo demagogicamente di volersi impegnare per realizzare una società più giusta e solidale. In realtà, la ricchezza continua a stare solo da una parte e la povertà solo da un'altra, in vasi assolutamente non comunicanti tra di loro. E che questo corrisponda a verità ci viene inesorabilmente rappresentato da recenti dati statistici, che non riguardano solo l’Italia, ma purtroppo il mondo intero. La ricerca smodata del profitto, anche a costo della perdita di vite umane, la globalizzazione senza regole, la finanza speculativa, un’economia capitalistica e consumistica che discrimina, emargina ed esclude, continueranno a macellare i veri poveri che non hanno scelto, ma devono subire, la povertà, senza prospettive di miglioramento e vie d’uscita.

mercoledì 28 agosto 2013

Normalità e femminicidio

Recentemente, come noto, una legge sul femminicidio ha inasprito le pene per chi usa violenza verso le donne, sia essa fisica che psicologica. Benchè si tratti di una violenza purtroppo mondiale e trasversale alle varie nazioni, presente in ogni classe sociale, è nei contesti degradati che si manifesta con maggiore intensità. Tant’è che il termine “femminicidio” è stato coniato in un’area particolarmente sottosviluppata, con riferimento cioè alle stragi di donne che avvengono nel confine tra Messico e Stati Uniti, e successivamente utilizzato anche in altri ambiti diversi tra loro. Tralasciando di entrare nel merito della incisività e dell’efficacia delle norme che disciplinano questo fenomeno e volendo trattarlo, più che altro, a livello culturale, non possiamo ritenere accettabile la giustificazione che spesso viene data a questi atti così aberranti, qualificandoli come “crimini passionali”, dovuti cioè all’amore di uomini malati oppure alla malattia di uomini innamorati e relegandoli, in definitiva, ai due concetti, spesse combinati tra loro, di amore e di malattia. Il risultato è di banalizzare o sottacere, in buona o in mala fede a seconda dei casi, la causa effettiva che in Italia, da inizio anno, ha provocato la morte di oltre 80 donne. Causa che va invece ricercata in una cultura maschile, retrograda e ipocritamente celata, che considera inaccettabile il controllo da parte delle donne della propria sessualità. Ergo, la donna, per molti uomini, non può essere libera di scegliere, di vivere, di amare. Il femminicidio è soltanto la conseguenza logica di rapporti diseguali tra uomini e donne, che produce questa stessa violenza e che solo una conversione culturale e sociale imponente può modificare. Una conversione radicale che può rendere una donna libera, come tutte le donne devono essere.

domenica 25 agosto 2013

Figli di nessuno

Leggevo affranto, ma anche con grande disappunto, l’ennesima vicenda di uno dei tanti nostri giovani talenti, emblema di una generazione sempre più disorientata e delusa, a cui abbiamo distrutto desideri e aspettative e, quel che è peggio, la speranza. Emigrare é strada obbligata per chi non vuole perdere definitivamente la propria dignità, per chi è costretto a svegliarsi tardi per non pensare, per chi avverte fortemente la sensazione di non poter sperare in un futuro migliore perché figlio di nessuno. Amare considerazioni che feriscono anche padri e madri, che sentono che quel “nessuno” è rivolto a loro, impossibilitati a reagire in qualche modo, anch’essi vittime di una società che bandisce meriti e capacità, per premiare ciucci e incompetenti, purchè raccomandati. Il palazzo assume le sembianze di una irrangiungibile gabbia dorata, matrigna di fronte alle urla disperate di chi vorrebbe entrare, ma è impossibilitato a farlo, ma madre affettuosa per chi, privilegiato, è già dentro e non vorrebbe mai uscire. Meschini e ipocriti, inneggiano, con viltà e demagogia, alla nostra Costituzione, che sono poi i primi a disattendere. “Potere ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo – osservò acutamente Abraham Lincoln – ma non potete prendere per il naso tutti per tutto il tempo”.

sabato 24 agosto 2013

Metamorfosi di un'emozione

Mi sono permesso di mutuare il titolo di un libro edito da Feltrinelli, che analizza storicamente la metamorfosi della vergogna, fornendoci una radiografia ragionata di un sentimento che ha assunto, col tempo, un ruolo e un profilo che consentono di illuminare il funzionamento della nostra società, dal senso comune ai comportamenti, dai valori dominanti alle regole non scritte. Oggi la vergogna non si nasconde, si esibisce, è mostrata in pubblico, potremmo dire che è fuori moda. La vergogna contemporanea é una vergogna autoreferenziale, del fai da te, relativa più all'inadeguatezza della prestazione che all'indegnità dell'azione. Sembra scaturire più dall'incapacità ad ottenere l'indipendenza, la notorietà, il successo, il potere. Ne consegue che la povertà è vergognosa fino a spingere al suicidio, ma la corruzione politica no, perché così fan tutti. Nel momento in cui ognuno si sente autorizzato a darsi proprie regole e proprie norme, anche sentimenti come l'onore e la vergogna perdono un riferimento esterno e valido per tutti. Insomma, si potrebbe dire che la vergogna assurge ad un sentimento ad personam e, se legata al mancato rispetto delle regole morali, viene bandita e accusata di moralismo. Con questo breve scritto volevo forse fare riferimento alla sfacciataggine della nostra classe politica? O magari alla vergognosa richiesta di impunità di un condannato? Ma no! Volevo semplicemente trovare lo spunto per riportare una frase di Martin Luther King:"Qualunque cosa mi succeda, non voglio essere ricordato per il Nobel e per tutti gli altri riconoscimenti, ma soltanto per aver cercato di fare del bene alla gente". Ergo, bisognerebbe vergognarsi di non aver fatto tutto il possibile, in base alle possibilità di ciascuno, per migliorare la società, perseguendo il bene collettivo e l'interesse comune. Riflettete, cari politici, riflettete!

venerdì 23 agosto 2013

Bestiari antichi e moderni

Un genere letterario tipico del medioevo è il bestiario, che mira a trattare gli animali come esseri che partecipano alla vita vera delle persone, caratteristica di una società a bassa tecnologia. I bestiari diventano così una componente importante della cultura medioevale, che li studia e li classifica. Tuttavia, la loro osservazione era già diffusa nel mondo greco-romano, soprattutto nel periodo aristotelico, e successivamente nella letteratura favolistica. Ma la presenza delle bestie risale sin all’inizio del mondo, allorchè vennero create da Dio nel quinto e sesto giorno, assieme agli esseri umani, tant’è che nella Bibbia la presenza degli animali è particolarmente diffusa. Nel corso dei secoli, ne vennero individuate la natura e la specie, per cui si distinsero i quadrupedi selvatici da quelli domestici, gli uccelli dai pesci, i serpenti dai vermi. Ai giorni nostri, ulteriori studi ci hanno consentito di affiancare alle bestie dell’età antica e medioevale anche altre bestie, tipiche dell’età contemporanea, che si sono talmente evolute, da risultarne alquanto difficoltosa una distinzione con l’essere umano. E, con sorpresa, ci accorgiamo che esistono iene, corvi, bisce, vipere, squali, volpi, asini, gazze, porci, sanguisughe, caimani, pitoni, pipistrelli, e via dicendo, senza distinzione di genere e di età. Quanto ci invidierebbe Esopo!

mercoledì 21 agosto 2013

La buona novella

Stiamo correndo un serio pericolo di guerra civile! Confidiamo che la Giunta non si trasformi in un plotone di esecuzione! Considerazioni che preoccupano e che riteniamo tipiche di paesi africani, dove infuriano diverse e ostili fazioni, ovvero di sistemi dittatoriali, la cui sopravvivenza viene continuamente messa in pericolo da rivoltosi armati fino ai denti. Potremmo anche pensare, nella nostra ingenuità, che ci si riferisca a guerre intestine e fratricide come quelle che stanno insanguinando le strade dell’Egitto o della Siria. Niente di tutto questo. Siamo semplicemente in Italia. E le frasi di cui sopra sono state pronunciate da illustri e rispettabili esponenti del PDL, a commento della nota richiesta di impunità (pardon immunità) del loro sommo sacerdote, che come noto è stato condannato definitivamente a 4 anni di carcere per un reato gravissimo quale quello di frode fiscale. Ma la buona novella é proprio questa! Visto che, si dice, tutti siamo uguali di fronte alla legge, se qualcuno dovesse rimanere impunito per frode fiscale, a maggior ragione, lo speriamo, dovranno essere tutelati i semplici e onesti evasori, e magari anche qualche corruttore o concusso, che, con buona pace del Governo Letta, potranno festeggiare il lieto evento, gozzovigliando felici e contenti a base di ostriche e champagne, prodotti che, come noto, vengono consumati frequentemente nel mondo dei disoccupati.

domenica 18 agosto 2013

Fauni e fauna

Dalla mitologia romana, apprendiamo che la divinità della natura, e precisamente la divinità della campagna e dei boschi, era conosciuta comunemente con il nome di "fauno". Tuttavia si trattava di una divinità il cui aspetto era si dalle forme umane, ma con piedi e corna di capra. Figura emblematica, nonché inquietante,tipica di molti nostri politici, che si ergono a divinità storiche (nel senso che sono incollati da tempi biblici alle loro poltrone)e si pongono su piedistalli dorati, da cui dominano i "comuni" esseri umani, che poi saremmo tutti noi. In realtà poi, ad un occhio attento e obiettivo, non sfugge la vera sostanza delle cose, per cui i fauni si trasformano in fauna, non solo caprina, ma anche ovina, suina, bovina, e via dicendo. Non mancano i paperini, le ochette e le gazze ladre. C'é poi chi, non volendo confonderlo con la massa, é stato onorato nel tempo di appellativi personalizzati, come il caimano o lo squalo, e addirittura un intero partito con l'asinello, senza dimenticare poi i falchi e le colombe. Non mancano i felini, ancorché la maggioranza appartengano alla razza dei cani, da non confondersi con i cani di razza, senza alcuna offesa per i cani. Tale genere di animali si contraddistingue per la fedeltà più assoluta al proprio padrone, al limite quasi del masochismo, e per il continuo abbaiare, più simile al raglio, con cui si scagliano quotidianamente contro chi é geneticamente diverso da loro, sia per il colore della pelle che per interessi sessuali, tanto per citarne soltanto alcuni. Il ricordo di Lucignolo, nel paese dei balocchi, è talmente vivido nella mente, che sembra trasformarsi in una fantastica realtà.

lunedì 12 agosto 2013

Eppur si muove

Lo scetticismo da noi più volte manifestato sull’attività del Governo Letta e sulle concrete riforme messe  finora in atto dalla maggioranza è stato leggermente, e fortunatamente, temperato dalle recenti decisioni assunte dal Parlamento su alcuni articoli previsti nel Decreto del NON Fare. Non che questo ci conforti più di tanto, considerando peraltro che non sono state affrontati argomenti prioritari come l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, però, come si dice, meglio di niente. Rimandi, aggiornamenti, posticipi sono comunque e sempre all’ordine del giorno. Sappiamo infatti che la nostra laboriosa classe politica chiuderà le aule parlamentari per un lungo e meritato periodo di riposo, dopo aver letteralmente sudato sangue per farci uscire da questa grave recessione, per riprendere poi lavori a settembre, sulle macerie di quello che rimarrà dell’Italia.

Cerchiamo comunque di non farci mai mancare l’ottimismo e al grido galileiano “eppur si muove” salutiamo entusiastici e con battito di mani le abbuffate balneari dei nostri vacanzieri.

venerdì 9 agosto 2013

Masaniello

Come prevedibile, la sentenza di condanna del Cavaliere ha suscitato le dure reazioni dei suoi discepoli, anch'essi, come il loro capo, decisi a scendere in campo per difendere il loro leader. Non si comprende bene se questa presa di posizione sia conseguente ad un irrefrenabile innamoramento ovvero nasca dalla consapevolezza, reale e concreta, che, caduto Sansone, cadano poi tutti i filistei. Ma questa è un'altra storia. Ciò che invece crea disagio, per voler usare un eufemismo, sono le dichiarazioni di qualcuno, novello Masaniello, che, probabilmente in preda ai fumi dell'alcol, ha paventato addirittura il ricorso alla guerra civile, qualora non si trovi una soluzione accettabile (quella che pensa lui) alla vicenda Mediaset. Masaniello fece una brutta fine: fu accusato di pazzia dai suoi stessi compagni rivoltosi.

Io son nero più di te, tu sei bianco più di me

La dolce ninna nanna, intonata a un piccolo di colore dal grande Alberto Sordi, convinto razzista, ma poi ricredutosi per il timore di subire una dura condanna nel Giudizio Universale, nell’omonimo film, ricorda gli eccelsi politici della Lega Nord che,  orfani di corteccia cerebrale e di proposte politiche,  cercano di attirare l’attenzione dei mass media, preoccupandosi, non di suggerire soluzioni ai problemi del Paese, ma  del colore della pelle della nostra ministra Kyenge.  Problema serio e di fondamentale importanza. Tant’è che si è trasformato in un tormentone infinito, una storia che si trascina noiosamente da tempo e che immaginiamo occupi un posto preminente negli scarni  ordini del giorno delle riunioni leghiste di queste serate estive. Ciò che manca ai nostri non fa però difetto alla signora che, evitando di cadere nelle continue provocazioni , riesce a rispondere pacatamente, con ironia e sagacia. Riusciranno i nostri eroi a ricredersi o anche qui dobbiamo sperare in un altro Giudizio Universale? 

martedì 6 agosto 2013

Eutanasia economica

Come noto, nell’antichità era consuetudine sopprimere tutti coloro che potevano risultare un peso economico per la società, come ad esempio i bambini con difetti fisici o gli anziani.  Benché in greco, il termine eutanasia stia a significare una “buona morte”, sempre di morte però si tratta.
Ebbene, ciò che, ormai da tempo, si sta purtroppo verificando da noi è una lenta e inesorabile distruzione del “sistema Italia”, una lenta e inesorabile “eutanasia economica”, con la differenza, rispetto al passato, che alla “buona morte” delle persone si sostituisce la “buona morte” dello sviluppo produttivo del Paese.
Soltanto Letta, e pochi altri come lui, crede infatti che il suo Governo non sia stato completamente passivo, ma che con il Decreto del Non Fare abbia già dato un contributo importante per risolvere la grave situazione italiana, nonostante che  una media intelligenza si renda immediatamente conto dell’ immobilismo sconfortante dell’attuale maggioranza, preoccupata soltanto di trovare una soluzione per garantire l’agibilità politica del Cavaliere, o forse dell’ex Cavaliere.
Nel frattempo le aziende chiudono o espatriano, i nostri migliori talenti cercano fortuna all’estero, laddove  esiste ancora un barlume di meritocrazia, la disoccupazione giovanile aumenta così come il debito pubblico, etc etc (per non infierire). Siamo talmente rassegnati al perdurare di questo stato delle cose che abbiamo mandato ormai in letargo il nostro senso di indignazione.

In compenso, possiamo vantarci di essere il Paese più corrotto d’Europa, secondi solo alla Grecia.    

venerdì 2 agosto 2013

Icarus docet

La sentenza definitiva con cui il Cavaliere è stato condannato a quattro anni di carcere, senza volere entrare nel merito delle conclusioni che ognuno può trarne, ha senza dubbio alcuno chiuso un'era, aprendone subito dopo un'altra. Dopo il lungo tormentone dell'estate, che ci ha distratti dai reali problemi che sta vivendo il Paese, è arrivato ora il momento che tutta la classe politica si interroghi su quanto (non) è stato fatto finora per far ripartire produzione e occupazione e si assuma responsabilmente l'onere di prendere iniziative concrete per risolvere la grave situazione economica, senza ulteriori lungaggini e perdite di tempo. Occorre, però, che contemporaneamente nuovi protagonisti si affaccino sulla scena politica italiana in modo da creare una nuova classe dirigente che, con serietà, trasparenza e onestà, spinta dalla ricerca del bene comune e non dell'interesse personale, possa realizzare quel riformismo della politica che tutti noi auspichiamo. E facciano attenzione a non seguire l'esempio di Icaro che, per voler salire troppo in alto, contrariamente ai saggi avvertimenti del padre, si avvicinò talmente tanto al sole che il calore di questo sciolse inevitabilmente la cera delle penne che lo sorreggevano, facendolo precipitare in mare. Ritengo che anche la sentenza della Cassazione bruci e a qualcuno abbia fatto fare la fine di Icaro.  

giovedì 1 agosto 2013

Esistenza e libertà

“Una società, che pretende di assicurare agli uomini la libertà, deve cominciare col garantire loro l’esistenza.” . Così scriveva, anni fa, Leon Blum, critico letterario e teatrale nonché uomo politico. Il che significa, non solo sfamare gli stomaci, ma altresì assicurare uguaglianza, dignità, cultura, sviluppo, diritti e doveri, solidarietà. Una libertà, infatti, astratta e slegata da una seria politica sociale è semplicemente e unicamente un mito. Ebbene, una notizia dell’ultima ora non può non suscitare in noi sdegno e indignazione, sempre che tali sentimenti non siano già stati sopraffatti da una più che umana rassegnazione. Fatto è che un eurodeputato di Strasburgo, tra stipendio base, diarie, bonus, indennità giornaliere e di trasferta, guadagna circa 215 mila euro contro una media di circa 22 mila di un impiegato. Vale a dire circa l’880% in più. Ma in compenso ci dicono che siamo liberi. 

martedì 30 luglio 2013

In nome del popolo italiano

Non è raro che i nostri politici, nell’esprimere opinioni personali, facciano riferimento al popolo italiano, non per denunciare situazioni di precariato e di ingiustizia sociale, ma per ergersi a portavoce, non autorizzati, dell’intera popolazione, come se il loro pensiero corrispondesse al pensiero di tutti. Ritenere che questo atteggiamento sia dovuto a barlumi di presunzione, non penso sia corrispondente al vero. Penso, al contrario, che lo scopo sia particolarmente subdolo e scorretto, e questo per ovvie ragioni.

La conclusione è conseguente: illustri parlamentari parlate a nome vostro e comunque evitate di parlare a nome mio.   

lunedì 29 luglio 2013

Oh, my God!

Siamo finalmente arrivati all’epilogo della telenovela legata alla sentenza Mediaset.  Comunque si concluda la vicenda, scontenterà sicuramente qualcuno.  Ciò che però suscita forte indignazione sono le continue pressioni esercitate indirettamente sui giudici della Cassazione che dovranno prendere la decisione. Il Cavaliere fa’ la parte della vittima, sentenziando che, in caso di condanna, andrà in carcere, rifiutando i domiciliari. I suoi minacciano le dimissioni in massa da parlamentari. Il Governo dovrebbe saltare in aria, così come il PD. Il panorama che ci viene rappresentato è catastrofico, paragonabile all ”Alba del giorno dopo”.  In caso di condanna, non ci opporremo di certo alla carcerazione del Cavaliere, andando incontro ai suoi desideri, così come non piangeremo per la ritirata del PDL, tutt’altro. Sono ben altri, e più importanti, i problemi che affliggono l’Italia e che creano disperazione tra la gente. Chi è riconosciuto colpevole, deve pagare, compreso il Cavaliere. Oppure ci troviamo di fronte ad un intoccabile? Che avessimo la fortuna di poter annoverare tra gli italiani un Dio in terra, non avevamo dubbi, ma che ci prendessero per cretini fino a questo punto, no!

giovedì 25 luglio 2013

Royal baby

L’altro giorno seguivo, distrattamente, le notizie di uno dei tanti TG, quando, improvvisamente, una folla urlante ha attirata immediatamente la mia attenzione. Non avendo consapevolezza dell’origine di quel frastuono festoso, ho tentato, sforzandomi, di risalire alla causa, ipotizzando i motivi di quella felicità, fenomeno assai raro in questo periodo. Si trattava forse del salvataggio coraggioso di qualcuno caduto in mare o in uno strapiombo? Era stato forse ritrovato un bambino scomparso da giorni e di cui si era persa ormai ogni  speranza? O ancora. Era stato costruito un ospedale in una isolata terra africana? Niente di tutto questo. Era un urlo di gioia per la nascita del royal baby, il futuro re inglese. Papa Francesco, in quello stesso istante, stava percorrendo le strade delle favelas brasiliane, attorniato da bambini denutriti e senza futuro, fotocopia della povertà che regna sovrana in quei tristi luoghi. Ingiustizie terrene, senso di impotenza, rabbia. 

Vergogna nazista

La notizia di possibili festeggiamenti pubblici per i cento anni del nazista Erich Priebke non può non suscitare in noi la più ferma indignazione. Fu infatti Priebke che ordinò la strage di 335 civili italiani, che furono trucidati alle fosse Ardeatine di Roma, durante la seconda guerra mondiale. Non si trattava di militari ostili al regime tedesco nè tantomeno di sobillatori, ma di persone semplici e comuni, indifese e incolpevoli, sulle quali si sfogò, senza alcuna remora, la pazzia nazista. E ironia del destino, é proprio nella città di Roma, profondamente ferita da quella barbara strage, che dovrebbe svolgersi questa vergognosa festa. Il consiglio da dare a parenti e amici, se veramente e seriamente vogliono festeggiare questa ricorrenza, é di portare Priebke, il giorno del suo compleanno, a fare un giro culturale nel luogo della strage per leggere attentamente tutti i nomi di coloro che  fece ammazzare e chiedere ad ognuno di loro il perdono per il suo insano gesto. Pentirsi e chiedere perdono sarebbe il più bel regalo che potrebbe farsi per il suo compleanno, quei cento anni a cui nessuna delle sue vittime è potuta arrivare.

lunedì 22 luglio 2013

Moderarsi e non perdersi

Moderazione, sobrietà, distacco sono valori inestimabili perché rari in una cultura, come quella occidentale, che, come affermava George Eliot, conosce il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuno. L’accettazione, quasi passiva, delle disuguaglianze economiche fa’ parte ormai del DNA  di molti, tant’è che ci si sta quasi abituando a non scandalizzarsi se poveri miserabili, denutriti e abbandonati convivono con milionari e miliardari, mai sazi di accumulare ricchezze, anche in modo disonesto. Chi si scandalizza quindi se, accanto a  giovani talentuosi disoccupati, troviamo altri giovani  che vengono pagati profumatamente solo per tirare calci ad una palla? E pensare che, per l’inascoltato Confucio, solo chi si modera non si perde.
Si  potrebbero citare tanti altri di esempi, più o meno scandalosi, ma sarebbe sicuramente pleonastico. Nonostante tutto, però, sapere che Marchionne guadagna oltre 40 milioni di euro lordi in un anno mi fa’ ancora un certo effetto. Forse sono ancora troppo umano? 

domenica 21 luglio 2013

Ricatto di Stato

Sostenere che quello di Letta sia un Governo voluto dagli italiani sa tanto di ipocrisia e di disonestà intellettuale. Sarebbe meglio ammettere che questa strana maggioranza nasce dall'esigenza politica di intervenire urgentemente per risolvere la grave situazione economica che ha colpito il Paese e dare quindi una risposta credibile all'Europa e ai mercati internazionali. Di qui l'inciucio istituzionale e una maggioranza che affonda le sue radici nelle sabbie mobili. Ora, obtorto collo, si sarebbe anche potuta accettare questa soluzione, qualora il Governo avesse, in questi tre mesi,  concretizzato qualche, sia pur timida, riforma. Ma le riforme da noi sono tutte desaparecidas. Come ultima possibilità, si è cercato anche di far intervenire la conduttrice della trasmissione "Chi le ha viste", ma inutilmente! In compenso, sono all'ordine del giorno e sempre più frequenti gaffe di tutti i tipi, contrapposizioni, contrasti, ma anche situazioni scandalose e vergognose, come quelle recenti, tanto per non farsi mancare nulla! Nonostante tutto, il Governo deve andare avanti, succeda quel che succeda, perché non ci sono alternative accettabili ( ma chi lo dice?) e lo scioglimento della maggioranza averebbe effetti catastrofici per l'Italia (ma chi lo dice?).  

venerdì 19 luglio 2013

Il piacere dell’onestà

Siamo alle solite! Impotenti,  assistiamo all’ennesima dimostrazione di disonestà intellettuale e di analfabetismo etico dei nostri eccelsi governanti e della  maggioranza che li sostiene. Siamo costretti ad accettare un Governo che non è stato scelto dagli italiani, ma che è il risultato del solito inciucio istituzionale, che sta creando solo confusione ed esasperazione. L’ultimo caso, quello di Alfano, docet. E ciò che è peggio è dovercelo continuamente subire perché, come detto dal Presidente Napolitano, è l’unico Governo possibile, che non dovrà mai cadere, pena la catastrofe irrimediabile per il Paese. 

Continuare ad infierire sarebbe come uccidere un Governo “morto”, in tutti i sensi: morto per il popolo, morto per le iniziative non prese, morto per ciò che non fa, morto per il comune senso della morale, morto per l’etica politica o per la politica dell’etica. Arriverà il momento in cui potremo inebriarci del profumo della giustizia e dell’equità? Arriverà il momento in cui potremo gustare il sapore della solidarietà? Arriverà il momento in cui potremo assaporare il piacere dell’onestà?

giovedì 18 luglio 2013

Così è (se vi pare)

L’inconoscibilità del reale, di cui ognuno può fornire una propria interpretazione,  che può non coincidere con quella degli altri,  si concretizza come verità oggettiva e assoluta nella assurda vicenda kazaka, che in questi giorni sta prepotentemente occupando le prime pagine della stampa.
Come prevedevamo, e temevamo, a pagare sono sempre i soliti noti, in ottemperanza al sacro dogma per cui i più forti sono destinati sempre a prevalere sui più deboli.  Nello specifico, il nostro Ministro dell’Interno, inconsapevole e all’oscuro di quanto stesse accadendo, incurante della dignità e della professionalità dei suoi sottoposti, ha iniziato, senza remore, far cadere alcune teste blasonate, ovviamente per salvare la sua, in ossequio al principio cristiano che impone di fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te stesso.
Ora, delle due, l’una: o il Ministro in questione sapeva, e allora è in mala fede e dovrebbe responsabilmente dimettersi oppure effettivamente non era stato messo al corrente dei fatti, e allora, non contando nulla, dovrebbe responsabilmente dimettersi.    

Al di là delle evidenze più audaci

Sorprendono, ma non più di tanto, le considerazioni del Presidente Napolitano sulla vicenda kazaka e sulla presa di posizione del Capo del Governo, Letta, nei confronti del vice premier Alfano. Ebbene, tutte le idee vanno democraticamente accettate, ancorché non condivise, ma non va certamente confusa la libertà di espressione con l’oggettività dei fatti. E in questo caso, i fatti sono evidentemente concreti e reali. Nonostante tutto, Napolitano, imperterrito, continua strenuamente a difendere  l’indifendibile Letta e, di conseguenza, l’indifendibile Alfano, al di là delle evidenze più audaci.  E soprattutto a difendere l’operato di un Governo, che finora tutto ha fatto anziché operare. Affermare poi che la caduta del Governo  sarebbe un contraccolpo irrecuperabile per il Paese, è come dire che questi ministri possono fare o non fare, ma ce li dobbiamo comunque sorbire, per il bene dell’Italia e per evitare che la situazione precipiti. Eh no. Non ci sto!

martedì 16 luglio 2013

Leader minimum

Se la situazione economica in Italia non fosse così seria, come effettivamente è, verrebbe da ironizzare sulle figure barbine che, ogni giorno che passa, vedono protagonista assoluto il nostro Capo del Governo, letteralmente inconsistente e inascoltato dai più. Appare chiaramente impotente, non solo nel fronteggiare la grave crisi del Paese, ma anche nel farsi rispettare e fare rispettare il ruolo che ricopre dai vari cialtroni della maggioranza e non. Mi viene in mente il maestro severo che minaccia di bacchettare i propri alunni, che, incuranti, lo deridono e lo beffeggiano appena si volta.

lunedì 15 luglio 2013

E’ solo una battuta



Le recentissime  esternazioni dei leghisti Calderoli e Speroni nei confronti del Ministro Kyenge non devono sorprenderci.  Denigrare gli avversari politici, o chiunque altro, per una ragione o per un’altra, fa parte ormai e purtroppo del DNA di gran parte degli italiani che, più o meno pesantemente, in modo più o meno sfumato, anziché affrontare i problemi seri del Paese,  e impegnarsi in questo arduo compito, preferiscono perdere tempo prezioso su argomenti  del tutto insignificanti o, ancora peggio, deplorevoli.  E’ ormai invalsa nella cultura italiana l’abitudine all’offesa, anche pesante,  salvo subito dopo porgere le proprie scuse,  che non cancellano però il danno prodotto. 
E poi, pensandoci bene, non vi è dubbio alcuno che il genoma dei due leghisti ricorda molto da vicino quello dell’uomo di Neanderthal, senza offesa  alcuna per quest’ultimo,  non solo per l’aspetto ma anche per la numerosità dei neuroni, ammesso che esistano ancora.  Spero che i due non si offendano, ma qualora  ciò dovesse accadere, mi scuso già da ora con loro …. era solo una battuta.

venerdì 12 luglio 2013

Il piatto piange

Dalla lettura dell’ultimo rapporto annuale della Guardia di Finanza risulta che negli ultimi cinque anni la lotta all’evasione fiscale ha permesso di recuperare circa 5 miliardi di euro, a fronte delle centinaia a cui ammonta presumibilmente l’evasione totale.
Qualcuno ha gridato allo scandalo, ricordando che la scure degli accertamenti fiscali si abbatte sostanzialmente solo sui poveri, mentre i ricchi, a torto o a ragione, sarebbero difficilmente stanabili.

Ora, detto che l’evasione è evasione comunque e che gli evasori vanno trattati come sanguisughe della società, un’attività più concreta da parte della Guardia di Finanza, di cui va lodato peraltro l’impegno, sarebbe non solo auspicabile ma necessaria per rimpinguare le anemiche casse dello Stato. Se non altro per evitarci il probabile tormentone estivo su IMU si IMU no, TARES si TARES no, IVA si IVA no. E fintanto che i raggi solari sono esclusi da tassazioni varie, approfittiamone finalmente per abbronzarci.

giovedì 11 luglio 2013

Giullari di Stato

L’ennesima dimostrazione di giullarismo, che si è vergognosamente verificata ieri con la sospensione dei lavori parlamentari per permettere al PDL di discutere sul processo Mediaset, sul quale la Cassazione sarà chiamata a pronunciarsi il prossimo 30 luglio, dovrebbe aver chiarito definitivamente i dubbi che forse qualcuno ancora aveva,  sulla priorità che in Italia viene data ad alcuni interessi privati rispetto agli interessi collettivi.  Burattini e burattinaio sono entrati ancora una volta in azione, in barba ai seri problemi  che affliggono il Paese e i cittadini e che necessitano di interventi legislativi ormai non più procrastinabili, per destinare il proprio tempo, anziché al popolo italiano che li paga profumatamente, alle vicissitudini giudiziarie di una sola persona, che non dovrebbero mai interessare le aule parlamentari.   Eletti dal popolo, ma giullari di Stato.  

mercoledì 10 luglio 2013

Interessi personali e interessi collettivi

La recente decisione della Cassazione di anticipare al 30 luglio la decisione sul processo Mediaset, che vede coinvolto Silvio Berlusconi, condannato in appello a 4 anni di reclusione e 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, ha di fatto provocato un caos nel già caotico clima che si registra da tempo all’interno della maggioranza di governo. Coloro che si scagliano contro questa iniziativa della Cassazione, accusandola di   aver concesso poco tempo alla difesa per  poter approfondire ulteriormente la propria linea difensiva dimenticano, o fanno finta di dimenticare, che è in facoltà del supremo organo giudicante prendere questo tipo di decisione allorché si potrebbe correre un serio rischio di prescrizione (come in questo caso); forse dimenticano o fanno finta di dimenticare, parlando di una congiura dei togati contro il loro leader, che , se questa loro tesi rispondesse al vero, non sarebbero di certo trascorsi ben dieci anni dall’inizio del processo, ma i tempi sarebbero stati notevolmente ridotti (per evitare la prescrizione); forse dimenticano, o fanno finta di dimenticare, che il popolo italiano è giustamente preoccupato della  grave crisi economica, piuttosto che dei processi di Berlusconi, e chiede al Governo di risolvere problemi seri e concreti, senza ulteriori perdite di tempo; forse dimenticano, o fanno finta di dimenticare, che in qualunque altro paese civile e democratico nessuno si sarebbe permesso di confondere l’interesse personale di uno con il supremo interesse di tutti, come sta purtroppo  avvenendo in questo momento.  Scandaloso non è quanto deciso dalla Cassazione; scandaloso è gridare allo scandalo!

venerdì 5 luglio 2013

Il dono della povertà

Nell'articolo pubblicato dall'inserto domenicale del Sole 24 Ore, Roberto Napoletano ci racconta la storia di Daniele, un giovane trentenne, originario della Puglia e proveniente da famiglia non certo abbiente, che si trasferisce a Bologna per frequentarvi l'Università. Costretto a vivere con 600 euro al mese, guadagnati con lavori umili e saltuari, si laurea brillantemente in Ingegneria Biomedica e costituisce, con un amico, una start up innovativa e tecnologica. La voglia di crescere professionalmente e di dimostrare le sue qualità, spinge Daniele a partecipare ad un progetto, denominato TechPeaks, che nei prossimi anni trasformerà le Alpi trentine in una nuova Silicon Valley.  Il TechPeaks è un programma rivolto a imprenditori, singoli o team, provenienti da tutto il mondo, con l'intento di creare dei team internazionali, in modo che fin da subito vi sia la possibilità di interagire su più mercati. Il programma prevede 6 mesi da trascorrere sulle Alpi, con uno spazio di lavoro gratuito, un rimborso mensile e l'opportunità di lavorare con mentori di livello internazionale. L'unico dono ereditato da Daniele è quello della povertà, ma in esso ha saputo trovare la forza, la volontà e lo stimolo giusti per farsi apprezzare e farsi strada nella vita con coraggio ed abnegazione. Non posso non pensare alle migliaia e migliaia di giovani che non assumono alcun tipo di iniziativa, ma vivono la quotidianità in fervida e inutile attesa di un evento, non si sa quale, che possa cambiare la loro vita. Daniele costituisce per i nostri giovani un esempio da imitare e ci dimostra che se il terreno è fertile e ben lavorato dà frutti in abbondanza. Non serve altro.

Costituzione e Ri-Costituzione

Sembra che l'attuale Governo abbia in mente di apportare significative modifiche alla nostra Costituzione, vale a dire di ristrutturarla, di trattarla, di rimodellarla, di ricostruirla, di ricostituirla. Per questo, sembra che abbia nominato 35 saggi, tra cui qualche prostatico, a cui affidare questo importante e improcrastinabile compito. Sembra ancora che gli obiettivi che si prefiggevano i nostri Padri costituenti fossero quelli di perseguire il bene comune e l'interesse collettivo, dopo il periodo devastante della guerra e i danni incommensurabili che questa aveva prodotto. Sembra, di nuovo, che qualche dubbio sull'imparzialità e sull'equità degli attuali padri ri-costituenti, influenzati come sono da interessi di parte e di partito, cominci a serpeggiare tra i cittadini. Sembra, credo, sia inopportuno ri-costituire, rebus sic stantibus.

Lager intese

All'inizio fu il buio. Poi, in fondo al tunnel, apparve il nostro salvatore, il divino Letta. E fu la luce. Ci disse che non dovevamo temere più per il nostro futuro, che la maggioranza era solida e che ci avrebbe salvati dal baratro. Tra i suoi meriti, quello di essere riuscito a convincere due avversari storici, PD e PDL, ad appoggiarlo e sostenerlo. Immaginavo così Brunetta fare piedino alla Boldrini e Alfano rincorrere affannato la Turco. La Santanchè ammiccare ripetutamente a Fassina e la chioma fluente della Brambilla avvolgere la malcelata calvizie bersaniana. Dopo appena due mesi, la mia fervida immaginazione è crollata sotto i colpi di una fredda e incontestabile realtà. Quelli (PD) vogliono l'IMU e questi (PDL) no; quelli vogliono l'IVA e questi no; quelli vogliono il Mattarellum e questi il Porcellum; quelli vogliono alcune tasse e questi ne vogliono altre; quelli danno priorità al lavoro e questi alla riforma della giustizia. E non finisce qui. Oltre che con l'avversario, se la prendono anche tra di loro. D'Alema con Veltroni, Bersani con Letta, Renzi con tutti. E nel PDL? Stessa situazione, magari mascherata. E nella Lega Nord? Idem. E nel M5S? Purghe. Mancano solo le camere a gas.

giovedì 4 luglio 2013

Auguri Letta

Stamane, i titoli entusiastici di alcuni quotidiani inneggiavano ad un Letta, di ritorno da Bruxelles, trionfante e felice, per aver ottenuto dalla U.E. la possibilità di poter godere nel 2014 di una certa flessibilità sugli investimenti produttivi . Eureka, mi sono detto! Sono risolti tutti i nostri problemi! Poi, andando avanti nella lettura, il mio entusiasmo, a poco a poco, si é affievolito, sino a trasformarsi in una cocente delusione: la gentile offerta, infatti, ci avrebbe portato un tesoretto di appena 6 mld (forse) ...  e solo nel 2014 ... e solo rispettando certi vincoli ... e solo non sforando il limite del 3% di deficit. Ha prevalso allora in me lo spirito di sopravvivenza e mi sono imposto di credere che quell'entusiasmo fosse dovuto a tutt'altro. Non so, ad esempio ad un anniversario di nozze oppure ad una ricorrenza particolare o magari ad una favolosa vincita al lotto. E il sognar m'é dolce in questo mare!

martedì 2 luglio 2013

Mattarellum, Porcellum e Cangurum

Ormai su quella che dovrebbe essere la nuova legge elettorale siamo alla farsa. Tutti la vogliono, ma nessuno se la piglia (in carico). Benché il Porcellum sia inviso ai più, dato che espropia gli elettori della libertà di scegliere i propri rappresentanti, riducendo in tal modo il potere dei partiti, non si è ancora riusciti a legiferare su un sistema elettorale che raccolga i gradimenti delle forze di maggioranza. Il ritorno al Mattarellum è gradito al PD ma non al PDL, che preferirebbe l'attuale sistema, magari rivisto, del Porcellum, inviso al PD. C'é chi allora, per uscire dall'empasse, lancia l'idea del cangurum, denominato così per le sue origini australiane. In pratica funzionerebbe così: nei collegi uninominali ogni partito presenterebbe il proprio candidato; gli elettori dovrebbero votare tutti i candidati, indicando però un ordine di preferenza, dal migliore al peggiore. Se nessuno dei candidati supera il 50%, non si andrebbe al ballottaggio, ma si eliminerebbe l'ultimo votato, ridistribuendo i suoi voti tra tutti gli altri fino a quando un candidato non risulti vincente. Continuando così, scomoderemo anche Nash con la sua Teoria dei Giochi, sperando di non incorrere nella sua stessa malattia. 

venerdì 21 giugno 2013

Amor amara dat

L'amore da' amarezze, scriveva Plauto. Arriva l'estate e per i nostri amici animali inizia la brutta stagione, la stagione degli abbandoni.  I cari padroni, sempre solerti nel richiedere loro compagnia e affetto durante le altre stagioni dell'anno, al momento di andare in vacanza, cambiano idea e preferiscono godersela da soli senza la presenza ingombrante dei compagni fedeli e disinteressati. Fortunatamente, non sempre è così. Molti rimangono accanto ai loro amici anche durante il periodo di ferie, preferiscono trovare una collocazione presso alberghi che permettono di ospitarli o, se non é possibile, cercano di sistemarli da qualche parte, amici o pensioni adeguate alla bisogna. Agli abbandoni, poi, si aggiungono anche maltrattamenti o, peggio ancora, esperimenti e vivisezioni, come se i nostri amici da compagnia non soffrissero come qualsiasi essere umano, anzi, tutt'altro, la loro sofferenza è maggiore, paragonabile al loro grande amore verso di noi. Essi non odiano, mai! E, con i loro occhi espressivi e profondi, se potessero, direbbero ai loro aguzzini, prendendo in prestito il pensiero di Brecht: "Debolezze? Tu non ne avevi nessuna. Io ne avevo una: amavo!"

mercoledì 19 giugno 2013

Cultura pragmatica

Non é raro per chi viaggia fuori dall’Italia e vuole approfittarne per visitare musei, più o meno importanti, opere d’arte, chiese, monumenti e via dicendo, imbattersi in lunghe code di viaggiatori erranti, votati al turismo culturale e disposti a pagare un pedaggio, a volte anche salato, per poter ammirare ciò che di bello, nel corso dei secoli, é stato partorito dalla mente e dalle mani dell’uomo.
Questo é quanto avviene all’estero, laddove esiste un’idea della cultura molto concreta, che diventa di conseguenza un’ottima occasione di business. Viceversa, a parte pochi casi, questo é quanto non avviene in Italia, che rappresenta, senza ombra di dubbio, il più grande museo a cielo aperto del mondo.
Ebbene, forse sarebbe il caso di riflettere attentamente sulla necessità di restituirci una cultura un pò più pragmatica, che costituirebbe una straordinaria opportunità di lavoro per i nostri giovani, che abbiamo l’obbligo di cogliere e di sfruttare.