Risulta impressionante, la "scalata istituzionale" che ha portato
Matteo Renzi, dalla poltrona di Sindaco di Firenze a quella di
"Sindaco" in pectore d'Italia. La cosa che però ci fa più specie, è il
contenuto di alcune dichiarazioni rilasciate nemmeno troppo tempo fa dal
nostro Bolt Nazionale: sarò Presidente del Consiglio "non attraverso
gli inciuci di palazzo" ma passando per le elezioni.
Tuttavia sono note le caratteristiche della nostra classe politica: viaggiare con il freno a mano tirato e fare marcia indietro. Regole che anche il presunto "Rottamatore" non può fare a meno di seguire.
E si arriva ad oggi. Entro sabato nascerà il primo Governo Renzi, nonché terzo
Governo ad insediarsi senza avere il beneplacito degli elettori. Cose da
Prima Repubblica.
Si nascondono dietro l'espressione
"Solidarietà Nazionale", paventano riforme istituzionali mentre il loro
obiettivo primario è quello di cambiare le regole del gioco (la legge
elettorale), fare di questo paese la brutta copia degli Stati Uniti
mentre sappiamo benissimo che il nostro Stivale ha un pensiero
frammentato, sfumature che hanno il diritto di essere rappresentate e il
dovere di rappresentare. Nel frattempo, mentre la politica
continua a giocare dentro il Palazzo, fuori le aziende continuano a
chiudere, oberate da una pressione fiscale (che, questa sì, andrebbe
seriamente riformata) titanica. Nello stesso tempo i lavoratori perdono
il posto di lavoro e gli esodati continuano a posteggiare nel limbo
dell'incertezza.
Davanti a tutto questo, al teatrino della
politica e al dolore dei cittadini, la prima domanda che ci sorge spontanea e che vorremo fare al futuro nuovo Presidente del Consiglio è
una sola: Matteo Renzi, qual è la novità?
Art. 1 Costituzione
RispondiEliminaL'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
pare che molti di questi tempi lo abbiano dimenticato...continuano a rifilarci presidenti del consiglio che NOI non abbiamo votato!!!
Come abbiamo scritto, prassi da Prima Repubblica!
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