sabato 22 febbraio 2014

L'ITALIA E' UN PAESE PER VECCHI

L'Italia è un paese per vecchi. Sono sempre più sconfortanti i dati che da più parti fotografano un paese dall'elettroencefalogramma piatto. Quasi un milione e duecento mila persone sotto i 35 anni risultano essere disoccupate. Siamo al primo posto tra i membri Ue per numero di giovani senza lavoro. Un cambio di rotta sembra ancora lontano.
Il mercato del lavoro è in continuo peggioramento per chi da poco si è messo alla ricerca di un posto (sempre più precario piuttosto che fisso), tanto che, dal 2008 a oggi, gli under 35 con un lavoro sono diminuiti di 900 mila unità mentre chi è stato miracolosamente assunto con un contratto a tempo determinato vede consolidata l'assunzione solo nel 22% dei casi. Poi ci sono i cosiddetti "scoraggiati" ovvero quelli che non lo cercano neanche più un posto di lavoro. Infine ci sono quelli che dopo aver studiato per buona parte della vita si ritrovano a fare tutt'altro.
Come sempre va peggio al Sud italia, con le regioni Sicilia, Campania, Basilicata, Sardegna, Puglia e Calabria che quasi duplicano la media nazionale di disoccupazione giovanile (15,9%) e in cui è ancora forte il fenomeno dell'immigrazione giovanile. Se si guarda ai giovanissimi, fino ai 24 anni, il tasso di disoccupazione stacca la media Ue di oltre 8 punti percentuali (29,6 contro il 21% di media in Europa). "L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro"sottolineavano sulla Costituzione i nostri Padri Costituenti. Di questi tempi sembra più una boutade che qualcosa di veramente concreto. Allora cos'è che non va? Cos'è che si è inceppato?
Abbiamo bisogno più che mai di risposte concrete, politiche sociali mirate.
Abbiamo bisogno che questo paese ritrovi al più presto la rotta giusta, altrimenti la deriva sarà inevitabile. 

3 commenti:

  1. nonostante quello che dici, anonimo scrittore, sia vero, è da sottolineare che ormai, con il maggiore numero di laureati è crescita la ricerca di lavori per così dire dirigenziali, o meglio di alto livello e ben pagati, mentre restano vuoti quei posti più modesti, che se pur dignitosi vengono scartati soprattutto dai giovani. Spesso il desiderio di far carriera ci rende degli snob, e credo sarebbe più costruttivo rimboccarsi le maniche e senza piagnucolare, con modestia, iniziare ad accontentarsi di racimolare uno stipendio, se pur minimo. Da qualche parte bisogna pur iniziare!!! e non essendo la nostra una società statica, chissà dove si potrebbe arrivare!!!

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  2. Resta il fatto che il nostro paese ha uno dei tassi di disoccupazione giovanile più alti d'Europa. Questa situazione non è dovuta certo allo "snobbismo" dei giovani ma è un dato di fatto. Inoltre manca un sostegno serio a favore delle piccole medie imprese. Per questo molti lavori sono scomparsi e moltri altri stanno per entrare a far parte della storia. Quindi crediamo che lo snobbismo centri ben poco con la situazione che attualmente sta vivendo il mercato del lavoro in Italia.

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  3. si questo e vero. Tuttavia continuo a non ritenere costruttivo l'atteggiamento da fuggiaschi delle nuove "promesse" del mercato del lavoro!

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