martedì 16 dicembre 2014

ROMA 2024: POSSIBILE SOGNO E PROBABILE TRUFFA?

È ufficiale: l’Italia si candiderà per ospitare le Olimpiadi del 2024. Un evento sportivo importante che vedrebbe coinvolta soprattutto la Capitale, ma coinvolgerebbe molte luoghi del Bel Paese, come Firenze e la Sardegna. Nel 1960 Roma, come è ben noto, fu la padrona di casa alla XVII edizione dei giochi olimpici. Edizione che vede Abebe Bikila tagliare il traguardo della maratona a piedi scalzi e Muhammad Ali vince l’oro per i mediomassimi. Fu la prima volta per la nazione italiana. Nel 1908 l’eruzione del Vesuvio costrinse la nazione a cedere i giochi a Londra. Non fu, però, l’ultimo grande evento sportivo mondiale svoltosi in Italia. Due edizioni delle olimpiadi invernali, ad esempio, si sono svolte qui da noi: quella di Cortina del 1954 e quella memorabile di Torino del 2006. Occasioni che i paesi utilizzarono, grazie ai finanziamenti, per poter migliorare la città, renderla più presentabile, “spolverare” o rimodernare le strutture sportive e poter lasciare a bocca aperta atleti e visitatori.
La domanda vera è: se Roma ottenesse quest’opportunità, cosa potrebbe accadere? Data l’attuale politica, la risposta che più sorgerebbe spontanea sarebbe: un secondo caso EXPO. Appalti truccati, soldi spesi non per le strutture ma per le tangenti, occasioni sprecate e figuracce con gli altri paesi. Immaginate, però, per un istante, cosa accadrebbe se fossimo un paese civile e meno corrotto… Roma sistemerebbe il caos urbano e risolverebbe il problema della metro C, rendendo i trasporti affidabili; le strutture sportive e i monumenti verrebbero ristrutturati, resi agibili e aperti per essere visti e usati; l’organizzazione della manifestazione verrebbe affidata a persone capaci e interessate all’evento, rendendolo oggettivamente bello, intrigante e coinvolgente, attraverso pubblicità e occasioni di intrattenimento con gli atleti e il pubblico. Senza pensare alla burocrazia, lasciarsi andare all’eccezionalità dell’evento. Sarà possibile per quella data? Ora come ora, è certo solo un’utopia.

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