Dopo il no, con cui la Commissione Ambiente del Parlamento europeo ha
bocciato la proposta della Commissione europea in tema di Ogm che
riconosce agli Stati la possibilità di limitare o vietare la vendita e
l'uso di cibi geneticamente modificati riconosciuti dall'Ue, riparte la
campagna di "sensibilizzazione" da parte delle Corporation del settore.
Durante la Settimana europea delle Biotecnologie, si è dato vita al
convegno 'Le politiche per le biotecnologie nel settore agroalimentare,
dove siamo e dove andiamo' svoltosi al Museo della Scienza e della
Tecnica di Milano e promosso da Assobiotec, Europabio e da European
Scientists Network.
Le associazioni vicine al settore hanno contribuito così a rimarcare
quelli che per loro sono "scenari di potenziale pericolo per il settore
agroalimentare europeo", in particolare di quello italiano.
La tesi, di chi lavora per agevolare il profitto delle multinazionali
che controllano il mercato del biotech, è che la mancata innovazione,
orientata alla produzione di OGM, nel settore agroalimentare
porterebbe al declino dello stesso con conseguenze catastrofiche su
profitti, distribuzione e posti di lavoro.
Uno strenuo tentativo di coniugare termini quali produttività e
sostenibilità, in un settore che dovrebbe per prima cosa considerare la
propria mission storica ossia l'obiettivo di nutrire, in maniera
salutare, gli individui.
Coltivare mere logiche di profitto, in un settore che sottostà al
significato stesso di salute dell'uomo, significa non avere rispetto
della vita oltre che della natura.
Per quanto riguarda l'Italia, un settore Bio, fiorente e garantito da
forti controlli nella qualità, non può che giovare al Sistema Paese. La
verà opportunità da cogliere è quella di elevarsi definitivamente a
simbolo e centro di garanzia della qualità nel settore agroalimentare
mondiale. Un mercato, fosse anch'esso di "nicchia" per chi esigesse
cibo non trattato geneticamente, sarebbe uno sbocco in termini di
produzione e di occupazione pazzesco, perchè avrebbe ridondanza
mondiale. Il bel paese come dispensa dei migliori beni alimentari del
Mondo in termini di qualità, questo deve rappresentare il target
nazionale. Qualità e produttività in un contesto del genre
rappresentano un ossimoro. La conseguenza di una scelta differente,
sarebbe il disarmo completo e la consegna del settore, fiore
all'occhiello nazionale, ancora, nelle mani di pochi players globali. E
si lascia soltanto all'immaginazione quali possano essere i tanto
decantati benefici in termini occupazionali; quanto successo negli
altri settori industriali insegna.
Biotech come ultima frontiera della globalizzazione quindi. Un evento
cui preservare quantomeno la dispensa di 'buoni cibi della nonna'.
lunedì 19 ottobre 2015
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