sabato 8 giugno 2013

Eutanasia della speranza

Con una disoccupazione, soprattutto giovanile, arrivata ormai a livelli improponibili, con un'alta percentuale dei nostri giovani che, rebus sic stantibus, reputa inutile continuare a studiare o cercare un'occupazione, con un istituto previdenziale che quotidianamente denuncia l'insostenibilità della spesa sociale, con un governo che, nonostante le buone intenzioni, è tuttora incapace di proporre soluzioni concrete, con i nostri migliori talenti che cercano di trovare maggior fortuna all'estero, non poteva non decretarsi il de profundis o, se volete, l'eutanasia economica della speranza in un  futuro migliore per le nuove generazioni. Emblematiche le parole di un giovane, neo laureato con il massimo dei voti, impiegato in un'azienda biomedicale italiana :"Ho un contratto di somministrazione (praticamente un precario n.d.r.), il salario è buono, l'ambiente di lavoro discreto, non posso lamentarmi. Molti perdono il posto di lavoro, io lo conservo e avverto che, più della crisi, è proprio la paura del futuro che ci atterrisce. Ho tanti sogni da realizzare e non mi arrendo all'idea che non si possa invertire la rotta. Le mie ali non si toccano, ci hanno già provato in tanti a spezzarle".  Parole molto sagge, nonostante la giovane età. E poi cerchiamo di non lamentarci se i nostri migliori cervelli fuggono all'estero! A questo punto perchè non farli partorire direttamente lì?

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