venerdì 23 agosto 2013

Bestiari antichi e moderni

Un genere letterario tipico del medioevo è il bestiario, che mira a trattare gli animali come esseri che partecipano alla vita vera delle persone, caratteristica di una società a bassa tecnologia. I bestiari diventano così una componente importante della cultura medioevale, che li studia e li classifica. Tuttavia, la loro osservazione era già diffusa nel mondo greco-romano, soprattutto nel periodo aristotelico, e successivamente nella letteratura favolistica. Ma la presenza delle bestie risale sin all’inizio del mondo, allorchè vennero create da Dio nel quinto e sesto giorno, assieme agli esseri umani, tant’è che nella Bibbia la presenza degli animali è particolarmente diffusa. Nel corso dei secoli, ne vennero individuate la natura e la specie, per cui si distinsero i quadrupedi selvatici da quelli domestici, gli uccelli dai pesci, i serpenti dai vermi. Ai giorni nostri, ulteriori studi ci hanno consentito di affiancare alle bestie dell’età antica e medioevale anche altre bestie, tipiche dell’età contemporanea, che si sono talmente evolute, da risultarne alquanto difficoltosa una distinzione con l’essere umano. E, con sorpresa, ci accorgiamo che esistono iene, corvi, bisce, vipere, squali, volpi, asini, gazze, porci, sanguisughe, caimani, pitoni, pipistrelli, e via dicendo, senza distinzione di genere e di età. Quanto ci invidierebbe Esopo!

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