venerdì 2 agosto 2013

Icarus docet

La sentenza definitiva con cui il Cavaliere è stato condannato a quattro anni di carcere, senza volere entrare nel merito delle conclusioni che ognuno può trarne, ha senza dubbio alcuno chiuso un'era, aprendone subito dopo un'altra. Dopo il lungo tormentone dell'estate, che ci ha distratti dai reali problemi che sta vivendo il Paese, è arrivato ora il momento che tutta la classe politica si interroghi su quanto (non) è stato fatto finora per far ripartire produzione e occupazione e si assuma responsabilmente l'onere di prendere iniziative concrete per risolvere la grave situazione economica, senza ulteriori lungaggini e perdite di tempo. Occorre, però, che contemporaneamente nuovi protagonisti si affaccino sulla scena politica italiana in modo da creare una nuova classe dirigente che, con serietà, trasparenza e onestà, spinta dalla ricerca del bene comune e non dell'interesse personale, possa realizzare quel riformismo della politica che tutti noi auspichiamo. E facciano attenzione a non seguire l'esempio di Icaro che, per voler salire troppo in alto, contrariamente ai saggi avvertimenti del padre, si avvicinò talmente tanto al sole che il calore di questo sciolse inevitabilmente la cera delle penne che lo sorreggevano, facendolo precipitare in mare. Ritengo che anche la sentenza della Cassazione bruci e a qualcuno abbia fatto fare la fine di Icaro.  

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