domenica 25 agosto 2013

Figli di nessuno

Leggevo affranto, ma anche con grande disappunto, l’ennesima vicenda di uno dei tanti nostri giovani talenti, emblema di una generazione sempre più disorientata e delusa, a cui abbiamo distrutto desideri e aspettative e, quel che è peggio, la speranza. Emigrare é strada obbligata per chi non vuole perdere definitivamente la propria dignità, per chi è costretto a svegliarsi tardi per non pensare, per chi avverte fortemente la sensazione di non poter sperare in un futuro migliore perché figlio di nessuno. Amare considerazioni che feriscono anche padri e madri, che sentono che quel “nessuno” è rivolto a loro, impossibilitati a reagire in qualche modo, anch’essi vittime di una società che bandisce meriti e capacità, per premiare ciucci e incompetenti, purchè raccomandati. Il palazzo assume le sembianze di una irrangiungibile gabbia dorata, matrigna di fronte alle urla disperate di chi vorrebbe entrare, ma è impossibilitato a farlo, ma madre affettuosa per chi, privilegiato, è già dentro e non vorrebbe mai uscire. Meschini e ipocriti, inneggiano, con viltà e demagogia, alla nostra Costituzione, che sono poi i primi a disattendere. “Potere ingannare tutti per qualche tempo o alcuni per tutto il tempo – osservò acutamente Abraham Lincoln – ma non potete prendere per il naso tutti per tutto il tempo”.

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