venerdì 5 luglio 2013

Lager intese

All'inizio fu il buio. Poi, in fondo al tunnel, apparve il nostro salvatore, il divino Letta. E fu la luce. Ci disse che non dovevamo temere più per il nostro futuro, che la maggioranza era solida e che ci avrebbe salvati dal baratro. Tra i suoi meriti, quello di essere riuscito a convincere due avversari storici, PD e PDL, ad appoggiarlo e sostenerlo. Immaginavo così Brunetta fare piedino alla Boldrini e Alfano rincorrere affannato la Turco. La Santanchè ammiccare ripetutamente a Fassina e la chioma fluente della Brambilla avvolgere la malcelata calvizie bersaniana. Dopo appena due mesi, la mia fervida immaginazione è crollata sotto i colpi di una fredda e incontestabile realtà. Quelli (PD) vogliono l'IMU e questi (PDL) no; quelli vogliono l'IVA e questi no; quelli vogliono il Mattarellum e questi il Porcellum; quelli vogliono alcune tasse e questi ne vogliono altre; quelli danno priorità al lavoro e questi alla riforma della giustizia. E non finisce qui. Oltre che con l'avversario, se la prendono anche tra di loro. D'Alema con Veltroni, Bersani con Letta, Renzi con tutti. E nel PDL? Stessa situazione, magari mascherata. E nella Lega Nord? Idem. E nel M5S? Purghe. Mancano solo le camere a gas.

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