mercoledì 2 luglio 2014

IL MARE DELLA MORTE

“Non sappiamo più dove mettere i morti. Le celle frigorifere sono piene dei cadaveri delle stragi precedenti”. Così ha commentato Luigi Ammatuna, il sindaco di Pozzallo, piccolo comune siciliano il cui mare ha visto un tragico corteo funebre, l’ennesimo. Lunedì notte la nave della Marina Militare Grecale ha intercettato un barcone con 590 persone a bordo e 30 cadaveri stipati a prua. I soccorritori hanno imbarcato i vivi e trainato il barcone di morti. 
Quei 30, probabilmente hanno respirato gas di scarico dei motori e sono annegati in pochi centimetri d’acqua. I sopravvissuti sono stati accolti nel centro di accoglienza di Pozzallo nonostante non ci sia posto. 

Ma in Italia ci siamo abituati alla macabra schiera di morti che l’operazione Mare Nostrum non riesce ad arginare. Ci siamo abituati alle fazioni politiche incapaci di agire in modo concreto, ma molto brave ad abbaiare accuse reciproche con l’aggravante del cattivo gusto, sovrano nel dibattito interno. Ci siamo abituati agli allarmismi e all’emergenza perenne, paragonando un flusso migratorio, tra i più bassi d’Europa, ad un esodo biblico che di fatto non esiste: 60 mila migranti annui è una cifra modesta se confrontata con quelle degli altri Paesi europei. Per favore, adesso cerchiamo solo di rinsavire.

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