martedì 13 gennaio 2015

LA FORZA DEL SORRISO

Negli ultimi giorni i media di tutto il mondo sono stati attenti scrutatori, nonché creatori di dibattiti, sulla vicenda degli attentati svolti a Parigi da parte dei terroristi. Una vicenda grave, che ha aperto le coscienze di tanta gente sparsa per il globo, ha indignato esponenti della stessa religione, ha alimentato le voci xenofobe, ha fatto versare molte lacrime, ha creato hashtag sui social network… Insomma ha fatto discutere. La cosa che ha suscitato gran clamore è stato l’attacco del 7 gennaio alla redazione di Charles Hebdo, giornale satirico-dissacrante, che già lo scorso dicembre aveva subìto un tentativo di aggressione: attacco che ha provocato undici feriti e dodici vittime. Un attentato che aveva lo scopo di creare panico e terrore, riuscendoci, ma solo all’inizio. La redazione dell’Hebdo,infatti, ha dichiarato che questo mercoledì tornerà in edicola, sempre dissacrante e senza credo religioso e politico. La parola satira viene dal latino “satura lanx”, cioè un piatto di svariate pietanze che veniva offerto agli Dei. Un genere quindi che raccontava, spiegava, giudicava e si prendeva beffe di tutto, dalla politica alla religione. Un genere che ha visto svariati autori, che oggi ha perso molto del suo smalto. La satira è un genere senza padrone, come un giullare, che è utile per capire le proprie debolezze e i propri errori.
Non gli si può chiedere di essere dolce o limitato. Provare a fermare la satira è sempre sinonimo che si sta andando nel torto. Quella dell’Hebdo è una spietata, orgogliosa e ammirevole dimostrazione di forza di volontà che dimostra l’assenza di paura e la mancanza di malizia. Non si cerca vendetta, non si vuole permettere che il rancore prenda il sopravvento. La satira ci ricorda che il sorriso, la derisione, la presa in giro o l’offesa ai fini umoristici può essere più potente di qualunque kalashnikov o bomba; può risparmiare vite, se si avesse il coraggio di farsi dell’auto-coscienza. Il guaio, però, come affermava Pascal, è che l’uomo non è capace di stare in una stanza da solo con se stesso né di auto-giudicarsi…

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