mercoledì 8 maggio 2013

Le committenze parlamentari

In questi giorni sono state definite da parte del Governo le nomine alle committenze (pardon, commissioni) parlamentari. Come da copione, i diversi schieramenti politici si sono spartiti, più o meno democraticamente, poltrone e poltroncine, analogamente a quanto già accaduto per ministri e sottosegretari. E per le commissioni più importanti, onde evitare di scontentare qualcuno, PD e PDL si sono accordati per un incrocio tra camera e senato: la presidenza della stessa commissione, cioé, alla camera veniva riconosciuta al PD mentre al senato veniva data al PDL e viceversa. Nonostante tutto, però, non potevano mancare le ormai abituali schermaglie. Tant'è che PD e PDL si sono scontrati sul nome di Palma alla commissione giustizia del senato, Gasparri si è scagliato contro la violazione dei patti, il M5S ha reclamato Cosapir e Vigilanza, ma si è dovuto accontentare della commissione per le elezioni, la Lega Nord si è addirittura dichiarata estranea a queste votazioni, SEL ha accusato il M5S del non rispetto dell'accordo tra opposizioni e di poltronite acuta. Nel caos generale, Amato, fuori dai giochi, ha rivendicato la presenza dei professori nel parlamento italiano anziché dei fuori corso, dimenticando probabilmente di vivere in un Paese che elegge democraticamente e liberamente i propri rappresentanti politici. E meno male! Parafrasando il Manzoni, i nostri si scontrano "l'un contro l'altro armati" mentre il Paese brucia. A questo punto, non ci rimane che condividere quanto scriveva il Morandotti nelle sue Minime: "Cervelli come vulcani. Prevalentemente spenti". 

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