giovedì 2 maggio 2013

L'impossibile rinuncia

Recentemente, nelle sale italiane, è uscito il film "Il ministro-L'esercizio dello Stato" di Pierre Schoelle. Il film inizia con un incubo che irrompe nei sogni del protagonista (il ministro): in un lussuoso attico di un palazzo, si alternano immagini paurose di persone incappucciate e di una donna nuda che entra nelle fauci di un coccodrillo. Il ministro è un uomo tormentato, fagocitato da una macchina mostruosa che lo incalza senza pause tra riunioni estenuanti, rapporti con i mass media, incontri con il Presidente e con il Primo ministro, viaggi e missioni, senza un attimo di tregua e senza la possibilità di essere indecisi. Il desiderio, forte e represso, sarebbe di liberarsi di tutto e dare una svolta alla propria vita. Ma si può rinunciare al potere, alle sue lusinghe, al successo, al denaro, all'essere al centro dell'attenzione, anche se questo porta fatica e genera solitudine? Si può tornare a far parte della massa, del popolo che non conta nulla e che è lì sulla strada, molti metri al di sotto dell'attico del sogno-incubo? No, non si può.

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