venerdì 10 maggio 2013

Lectio magistralis

Nel recente intervento all'Università Luiss di Roma da parte del Governatore della BCE, Mario Draghi, non sono mancati riferimenti a tematiche sociali e messaggi al nuovo Governo. L'alto livello di disoccupazione, soprattutto giovanile, raggiunto in alcuni paesi europei, tra cui l'Italia, incrina la fiducia in prospettive di vita dignitose e accettabili e rischia di innescare forme di protesta estreme e distruttive. Servono più solidarietà ed equità ed una più equa partecipazione ai frutti della produzione della ricchezza. I Governi devono puntare principalmente alla coesione sociale, innanzitutto rimuovendo le barriere che limitano le opportunità degli individui di perseguire i loro progetti, ma anche eliminando le persistenti posizioni di rendita. Occorrono urgenti riduzioni di tasse e di spesa pubblica per contenere gli inevitabili effetti recessivi dell'azione di risanamento e badare di più all'equità e ai crescenti bisogni dei più deboli. Qualora la situazione lo rendesse necessario, Draghi sarebbe pronto a tagliare nuovamente i tassi di interesse, recentemente ridotti dallo 0,75% al 50%, per sostenere la ripresa economica. Di conseguenza, le banche potrebbero indebitarsi a tassi ancora più bassi e pertanto ridurre il costo dei prestiti alle imprese, dando vita ad un circolo virtuoso, che si tradurrebbe in maggiori investimenti e occupazione. Questo accadrebbe in un Paese in cui il sistema creditizio svolgesse effettivamente una vera e propria funzione sociale, come dovrebbe essere, e non, al contrario, un'attività di mera speculazione finanziaria! Ogni riferimento all'Italia è puramente casuale!

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