giovedì 19 settembre 2013

L'imbonitore

Ieri è andata in scena la solita, noiosa, ripetitiva presa in giro da parte dell’imbonitore. Come sempre viene manipolata la verità, come sempre il ruolo interpretato è quello della vittima predestinata, come sempre si accusa la magistratura politicizzata, come sempre si sale sullo scranno del sovrano che risolve tutti i problemi del Paese in tempi brevi, rapidi e indolori. E’ andato in scena un film già visto, la solita commedia dell’arte, il solito protagonismo demagogico. Tuttavia, fino a quando scenografia e sceneggiatura si limitavano alle consuete, esasperanti, ridicole esternazioni, pur con molta fatica, si sopportavano pazientemente. Ma quello che è successo stavolta è di una gravità tale da escludere qualsiasi tipo di ironia e di sarcasmo. Incitare il popolo italiano a scendere in piazza al fianco dell’illustre condottiero, incitare i cittadini alla ribellione in difesa della democrazia e della libertà è quanto di più irresponsabile e inaudito potesse essere detto, soprattutto da un personaggio che, fino a ieri, ci ha rappresentati nel mondo. Poco meno di un secolo fa, da un balcone di Piazza Venezia si affacciava un paffuto signore che, rivolgendosi agli italiani, li incitava pressappoco così: “Italiani, un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria. La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti: VINCERE! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace all'Italia. Popolo italiano dimostra la tua tenacia, il tuo coraggio, il tuo valore!” E sappiamo tutti com'è andata a finire!

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