martedì 17 settembre 2013

Tu quoque Napolitano

Da più parti e da più tempo si sollecita una forte riduzione di sprechi e spese inutili, meglio conosciuta, mutuando un termine inglese,come spending review. Ridurre gli stipendi dei parlamentari, limitare le pensioni d'oro, eliminare le auto blu, abolire il finanziamento pubblico ai partiti, e via dicendo. Parole, parole, parole..... diceva una famosa canzone. Ma che, anziché abbattere i costi, si sia addirittura fatto il contrario, non è cosa buona e giusta, se non totalmente fallimentare in un bilancio familiare, o se preferite italiano, dominato da continue linee rosse e da profondi segni meno. Che poi questa iniziativa sia stata presa proprio da Napolitano, lascia sconcertati e interdetti. La recente nomina di ben quattro senatori a vita, del tutto inutile in questo particolare momento, ne è la dimostrazione più lampante. Ma non finisce qui! Da buongustai, quali siamo, non ci siamo fatti mancare neanche il dessert, come leccornia servita alla fine di ogni pasto che si rispetti. Ed ecco uscire improvvisamente dal cilindro del prestigiatore il grande Giuliano Amato, uomo per tutte le stagioni (nel senso che sono decenni che è in auge) e per tutti i ruoli istituzionali (ha provato anche a fare il Presidente, ma gli ha detto male!). Sembra che il nostro sia coinvolto in uno scandalo, recentemente pubblicizzato e al limite del penale (ovviamente sul fatto dovrà pronunciarsi chi di competenza), e che stia per prestare giuramento come giudice della Corte Costituzionale, in coerente applicazione della legge del contrappasso, che nel suo caso funziona però al contrario. E così avremo come giudice costituzionale uno che forse sarà inquisito! Tuttavia in Italia può succedere veramente di tutto! Anche che la illuminante proposta di nominare Amato sia partita dal nostro caro e illustre Presidente.

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