domenica 29 settembre 2013

Irresponsabilità

La situazione economica italiana, come noto, non è tra le più floride, tutt'altro. Una grave crisi recessiva, un debito pubblico che difficilmente rimarrà al di sotto del 3%, come richiesto dalla U.E., una disoccupazione dilagante, soprattutto giovanile, con punte fino al 50% nel sud, migliaia e migliaia di piccole imprese e commercianti che chiudono la propria attività, centinaia di miglia di lavoratori in cassa integrazione, bar, ristoranti e alberghi in grosse difficoltà, consumi in caduta libera, prestazioni sanitarie sempre meno accessibili, investimenti e crescita che non decollano, tassazione sempre più pesante, famiglie inadempienti su rate di mutuo e utenze, un'Italia praticamente allo sfascio. In questa situazione drammatica, a voler essere ottimisti, solo una classe politica seria e responsabile potrebbe trovare le soluzioni adeguate, intervendo in modo compatto, serio e responsabile, nell'interesse del Paese, e quindi nell'interesse di tutti noi. Quanto detto dovrebbe essere talmente evidente che non ci sarebbe bisogno di ulteriori commenti e soprattutto di ulteriori perdite di tempo. Eppure, in questi giorni, assistiamo allibiti al comportamento irresponsabile di un folto gruppo di politici che, incuranti, ma ben consapevoli, dell'imminente disastro, rassegnano le loro dimissioni dal Parlamento e dal Governo. Una decisione contraria alla logica e al buon senso. E allora perché lo fanno? Nell'interesse del popolo? Nell'interesse delle famiglie bisognose? Nell'interesse dei disoccupati? Nell'interesse delle imprese? Nell'interesse di tanta gente in difficoltà? No, giammai! Cui prodest allora tutto questo? A un solo uomo, straricco, potente e di successo. Che poi i cittadini siano alla fame e l'Italia vada in malora, chi se ne frega!

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