martedì 13 maggio 2014

L'EXPO CHE MERITIAMO



Arresti. Ancora arresti. Tangenti e soldi sporchi. Il leitmotiv è sempre lo stesso. L’avevano detto tutti, ma alla fine hanno vinto quelli che “questa volta sarà diversa; sarà la volta buona”. Ecco perché l’Expo, a noi, proprio non dovevano darlo. E nessuno vuole tirarsi la zappa sui piedi se dice che la corruzione, in Italia, è nata prima dell’uovo e della gallina, vive con noi e condiziona ogni nostro pensiero. Quello che più colpisce di questa vicenda, però, è l’assoluta normalità con la quale gli interessati dialogano al telefono di affari sporchi. “Questa nomina è nostra”, “Vi concedo gli appalti se mi fate fare carriera”. 

Chi ha vissuto in Italia negli ultimi anni sa benissimo che la prova principale di inchieste di questo tipo sono le intercettazioni. Probabilmente loro no. Neppure lo sforzo di studiare un nuovo codice, che magari rendesse la vita difficile agli investigatori. Loro no! Sempre posseduti dalla smania dell’immortalità, di sopravvivere a tutto e tutti. Invece, finalmente, un raggio di sole ci fa sperare. Raffaele Cantone si insedierà presto negli uffici Expo. Sicuramente il primo, vero atto di coraggio di Matteo Renzi. Una nomina d’urgenza, naturalmente. Commissario straordinario. Perché in Italia, la legalità, è ben lontana dal divenire forma mentis. Ma, se così è, ci accontentiamo delle briciole. Buon lavoro, Raffaele Cantone!

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