venerdì 26 aprile 2013

Alle dipendenze del popolo

Non é raro, nei meandri e nelle stanze ovattate dei nostri ministeri, imbattersi in dipendenti pubblici sfuggenti e restii ad incontrare lo sguardo o, ancora peggio, ad entrare in contatto con il malcapitato di turno, la cui unica colpa é quella di essere costretto a rivolgersi agli uffici competenti per il disbrigo di qualche pratica. E quand'anche il nostro riuscisse ad ottenere un incontro ravvicinato, non di rado si troverebbe di fronte a personaggi poco collaborativi e disponibili. Tuttavia, onestà intellettuale impone anche di riconoscere che, fortunatamente, la maggior parte dei lavoratori in ambito pubblico si adopera attivamente per prestare un servizio ai cittadini efficiente ed efficace. Ma questo non significa che vadano giustificati comportamenti poco consoni di dipendenti che non sanno o fanno finta di non sapere che i loro stipendi provengono dalle tasse pagate dal popolo. E il fenomeno si moltiplica a mano a mano che ci si avvicina ai ruoli di maggior potere. Esemplare, in questo senso, é l'atteggiamento che molti nostri politici assumono nel trattare i cittadini come se fossero loro sudditi piuttosto che loro datori di lavoro, dimenticando spesso che nello svolgimento del loro lavoro dovrebbero ispirarsi a sani valori come l'etica professionale e lo spirito di servizio. Sarebbe consigliabile che riflettessero su quanto disse qualche anno fa un personaggio molto importante: "Per servire, servire". 

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