domenica 21 aprile 2013

Il nuovo che avanza

All'indomani dell'elezione del nuovo (sic!) Presidente della Repubblica, un noto quotidiano intitolava così la sua prima pagina, senza dubbio ispirata da evidente sarcasmo e da tratti di giornalismo pungente. Qualcuno ha fatto notare che viviamo ormai in una repubblica monarchica, costretta a ricorrere, per la prima volta nella storia dell'Italia del dopoguerra, al precedente presidente per nominarne il nuovo, in un divertente altalenare di dimissioni (ma non erano irrevocabili?) e di giuramenti. L'incapacità della classe politica stavolta ha superato se stessa, inerme di fronte a veti, opposizioni, contrasti, che non hanno permesso di cogliere la imperdibile occasione di una seria svolta radicale verso un rinnovamento culturale e politico, tanto demagogicamente sbandierato. Sopravvive la speranza, seppure affievolita, di una nomina a tempo, quello cioé necessario per redigere una nuova legge elettorale e per emettere quei provvedimenti economici e urgenti che il paese si aspetta da mesi. Chissà se avremo almeno un nome nuovo alla guida del Governo, si chiede la gente? Tranquilli! Su questo, se non altro, la casta é stata coerente: si fanno i nomi di Letta e di Amato! Fatti i nomi, sonò alto un nitrito. Pardon, un urlo, l'urlo di Munch!

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