martedì 25 novembre 2014

PD ACQUISTA DUE REGIONI, MA L’AFFLUENZA È IN CALO

Domenica in Emilia Romagna e in Calabria si svolte le elezioni regionali. I risultati, giunti lunedì pomeriggio, hanno confermato che il centro-sinistra è il primo partito della nazione. I candidati del PD, infatti, hanno battuto i propri avversari senza la necessità di un ballottaggio. Stefano Bonaccini ha vinto in Emilia con il 49%, seguito dal candidato del centro-destra Alan Fabbri e poi dalla candidata del M5S Giulia Gibertoni. In Calabria, invece, Mario Oliverio vince superando il 61%, a cui seguono la candidata del centro-destra Wanda Ferro e il candidato del Centro Nino D’Ascola. Risultati che fanno gongolare il premier Matteo Renzi, il quale si ritiene più che soddisfatto della vittoria dei candidati piddini. Un dato, però, fa tremare gran arte dei partiti, quello cioè dell’astensionismo. Dati ufficiali, infatti, affermano che in Calabria ha votato il 44% dell’elettorato, mentre in Emilia solo il 37%. Numeri che preoccupano, poiché nelle regionali del 2010 in Emilia l’elettorato era del 68%, mentre in Calabria superava il 59%.
L’astensionismo prodotto da queste elezioni ha creato una lunga serie di polemiche: è diventata una giustificazione per chi ha perso e una sottigliezza per chi ha vinto. Nessuno, però, si è fermato a chiedere un colloquio fra i partiti (vincitori e vinti) e domandarsi come mai l’elettorato non crede più nella politica. Nessuno che si chiede, senza mezzi fini, se gli scandali, le voci grosse e i silenzi hanno contribuito alle campagne elettorali. Nessuno che si è chiesto se, alle prossime politiche, la cosa peggiorerà. No! Tutti pronti ad accusarsi, come una famiglia che litiga per l’eredità, mentre c’è un anziano in fin di vita: a nessuno interessa di lui, solo ciò che rappresenta. C’è gente, però, che, malgrado tutto, ancora crede che un paese migliore possa esistere. E proprio per queste persone che i politici (quelli veri, che fanno Politica e non Demagogia o interessi privati) devono farsi avanti e imporre il concetto che la politica serve, è una cosa seria e va fatta seguendo principi, coerenza e onestà. È un’utopia? Forse! Però è giusto sperarvi, per un futuro migliore.

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