Discriminare costa più che includere. È questo il
filo conduttore su cui si muove l'associazione 21 Luglio, che da anni opera a
Roma per i diritti delle comunità rom e sinti, contro lo stereotipo che sta
facendo di questa comunità un vero e proprio capro espiatorio di tutti i mali
della società. Nel suo report “Centri di raccolta spa”,
l'associazione continua la polemica contro il comune di Roma per gli otto milioni di euro spesi dall'amministrazione, nel 2014, per 242 famiglie rom e
nessuna prospettiva di integrazione.
È questo il dato più rilevante del rapporto presentato e curato dall’associazione. La cifra è cresciuta del 30%
rispetto al 2013, ma le condizioni in cui questi nuclei familiari si trovano a
vivere spesso sono sotto la soglia della dignità umana.
Campi e villaggi di solidarietà che, a
dispetto del nome che portano, di solidale hanno ben poco. Anzi sono quei
luoghi che hanno fatto la fortuna di associazioni, cooperative, e società
legate allo scandalo Mafia Capitale. E che non hanno fatto altro che alimentare
il circuito di segregazione, emarginazione e povertà.
L'unico effetto (o
volontà) è stato quello di nascondere il problema, la polvere sotto il tappeto. Per questo la 21 luglio continua le
sue denunce e lotta affinché tutti i campi rom e i villaggi vengano
immediatamente chiusi e si investano le risorse in vere e proprie politiche di
integrazione. Oltre il 90% delle risorse che il
Comune investe ogni anno in queste strutture serve per coprire i costi di gestione e amministrazione. Alle
politiche sociali - educazione, scuola, lavoro - non resta che spartirsi
briciole. Circa 33 mila euro per famiglia rom assistita a carico dei
contribuenti, secondo il rapporto, che però si traducono in un assistenzialismo superficiale. Nonostante
Francesca Danese, assessore alle Politiche Sociali della capitale, dichiari che
il Comune stia invertendo la rotta ed effettuando un monitoraggio più
sistematico della spesa, i campi rom sono ancora aperti e di politiche di
inclusione strutturali neanche l'ombra.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento