martedì 12 maggio 2015

OTTO MILIONI DI EURO NEL 2014. L'ALTO COSTO DELLA SEGREGAZIONE DELL'ETNIA ROM

Discriminare costa più che includere. È questo il filo conduttore su cui si muove l'associazione 21 Luglio, che da anni opera a Roma per i diritti delle comunità rom e sinti, contro lo stereotipo che sta facendo di questa comunità un vero e proprio capro espiatorio di tutti i mali della società. Nel suo report “Centri di raccolta spa”, l'associazione continua la polemica contro il comune di Roma per gli otto milioni di euro spesi dall'amministrazione, nel 2014, per 242 famiglie rom e nessuna prospettiva di integrazione. È questo il dato più rilevante del rapporto presentato e curato dall’associazione. La cifra è cresciuta del 30% rispetto al 2013, ma le condizioni in cui questi nuclei familiari si trovano a vivere spesso sono sotto la soglia della dignità umana. Campi e villaggi di solidarietà che, a dispetto del nome che portano, di solidale hanno ben poco. Anzi sono quei luoghi che hanno fatto la fortuna di associazioni, cooperative, e società legate allo scandalo Mafia Capitale. E che non hanno fatto altro che alimentare il circuito di segregazione, emarginazione e povertà.
L'unico effetto (o volontà) è stato quello di nascondere il problema, la polvere sotto il tappeto. Per questo la 21 luglio continua le sue denunce e lotta affinché tutti i campi rom e i villaggi vengano immediatamente chiusi e si investano le risorse in vere e proprie politiche di integrazione. Oltre il 90% delle risorse che il Comune investe ogni anno in queste strutture serve per coprire i costi di gestione e amministrazione. Alle politiche sociali - educazione, scuola, lavoro - non resta che spartirsi briciole. Circa 33 mila euro per famiglia rom assistita a carico dei contribuenti, secondo il rapporto, che però si traducono in un assistenzialismo superficiale. Nonostante Francesca Danese, assessore alle Politiche Sociali della capitale, dichiari che il Comune stia invertendo la rotta ed effettuando un monitoraggio più sistematico della spesa, i campi rom sono ancora aperti e di politiche di inclusione strutturali neanche l'ombra.

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