Pugno di ferro del presidente turco, Recep Tayyip Erdogan,
contro la stampa. Il premier uscente, che il prossimo 7 giugno, con ogni
probabilità, verrà riconfermato alla guida della Nazione, ha chiesto
l’ergastolo per Can Dundar, direttore del quotidiano di
opposizione Cumhuryet, reo di aver pubblicato uno scoop su forniture di armi
da parte del governo turco ai gruppi jihadisti in Siria. La notizia apparsa sul
sito web del quotidiano Hurriyet, ha fatto in poco tempo il giro del globo,
suscitando sdegno nel mondo dell’informazione. Erdogan aveva più volte ripreso Dundar,
minacciandolo di fargli pagare “a caro prezzo” le rivelazioni, che hanno messo
in grande imbarazzo il governo di Ankara, accusato di appoggiare in Siria i
gruppi estremisti e di lasciare aperte sul proprio territorio le “autostrade della
jihad”.
Le immagini pubblicate da Cumhuriyet erano state scattate nel gennaio
2014 da militari della gendarmeria che avevano effettuato un controllo su dei
camion scortati dal Mit, i servizi segreti turchi. Il governo aveva allora
negato che a bordo ci fossero armi, ma solo “aiuti umanitari”. Gli agenti che
avevano partecipato al controllo, erano stati prima trasferiti e poi arrestati
e incriminati per spionaggio; stessa accusa che pende sul capo di Dundar, che
ora rischia il carcere a vita. Nei giorni scorsi, decine di giornalisti e di
intellettuali, tra cui il premio nobel per la letteratura, Orhan Pamuk, si sono
dichiarati corresponsabili del reato e hanno intimato al premier di “smettere
di fare bullismo conto la stampa”. La Turchia è al 149° posto nella classifica
della libertà di stampa, e di sicuro, questo episodio rappresenta un altro
grave passo indietro verso l’ingresso nell’Unione europea.
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