mercoledì 10 giugno 2015

RICORDANDO MATTEOTTI E IL SUO CORAGGIO

Era il 10 giugno del 1924 quando il deputato socialista Giacomo Matteotti fu rapito sul lungotevere da un auto e scomparve, per essere ritrovato morto sei giorni dopo in un bosco. La sua morte rimane ancora avvolta nel mistero, contrariamente alla motivazione che purtroppo non fu mai un mistero: l’opposizione al fascismo. Una voce coraggiosa che, nell’ipocrisia del silenzio di alcuni colleghi, si levò in pieno parlamento il 30 maggio di quello stesso anno e denunciava le violenze del regime, ancora giovane, e denunciava l’illegalità delle ultime elezioni, vinte dai fascisti grazie a dei brogli.
Un discorso che rimase storico e spaventò lo stesso Mussolini e lo convinse a correre agli estremi ripari. Un discorso che non si ripeté per lunghi anni e rafforzò la rabbia del regime e la sua assurda propaganda macista e forzista. La morte di Matteotti è ancora oggi un esempio di lotta per gli ideali, anche nelle cause più perse. La sua morte rimase nella storia, come da lui profeticamente pronunciato: “Uccidete pure me, ma l'idea che è in me non l'ucciderete mai”.

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