È stato l’avvenimento più
chiacchierato e controverso della settimana, nonché meta dello sciacallaggio
mediatico, ovvero l’uccisione di una donna filippina alla metro Battistini,
causata da un auto che sopraggiungeva a folle velocità con l’intento di evitare
un posto di blocco. Alla guida un ragazzo rom che insieme ai passeggeri si è
dato alla fuga subito dopo. Da qui è iniziata una escalation di insulti,
turpiloqui e gogne dei media che probabilmente ci porteremo avanti per molto
tempo. In realtà c’è ben poco da dire, perché trattasi nient’altro che di
omicidio colposo, visto che molti non si rendono conto che quando si mettono
alla guida, di fatto stanno usando un’arma carica, che può
portare via una vita in pochissimi secondi se non utilizzata con attenzione e
controllo. Ora l’opinione pubblica si divide, fra quelli che, come Matteo Salvini, vedrebbero di buon occhio le ruspe nei campi nomadi, e chi invece, come la madre
del colpevole, sostiene che una tragedia simile sarebbe potuta accadere a
tutti. Beh, veramente non potrebbe accadere proprio a tutti. Il fatto è che non
si stanno facendo processi razzisti: sarebbe fin troppo semplicistico addossare
la colpa ad una persona solo perché rom. Una simile eventualità sarebbe potuta
accadere, più che altro, a qualsiasi persona ma non a tutti.
Non tutti si
mettono alla guida di una macchina correndo disperatamente per evitare un
controllo ad un posto di blocco, non tutti investirebbero delle persone per poi
fuggire lasciandole morte sull’asfalto. E poco importa se il colpevole è
italiano, rom o chicchessia. La legge dovrebbe essere uguale per tutti,
connazionali e non. E invece la nostra magistratura ci ha abituati al leitmotiv
di figli e figliastri, facendo spesso decadere le accuse, o addirittura
assegnando una pena irrisoria a quelli considerati gli anelli deboli della
nostra società. Intanto, volendo fare un piccolo passo indietro, i quattro
ragazzi di Ascoli Piceno che persero la vita a causa di un’auto guidata da un
rom, non avranno mai giustizia alcuna. Perché? Perché il colpevole ha di fatto
ormai finito di scontare la pena ai domiciliari. Però la galera, quella vera, a
farla sono per assurdo gli anziani che non arrivano a fine mese con la pensione
e rubano per necessità. La legge non è per niente uguale per tutti!
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