mercoledì 29 luglio 2015

INCIDENTE TANGENZIALE A NAPOLI: C’E’ COSCIENZA O MENEFREGHISMO?

Gli incidenti stradali, si sa, sono all’ordine del giorno, specie d’estate. Sulle notizie riguardo gente che va a sbattere contro il muro, cade dalle scarpate o si scontra mortalmente con altre vetture, purtroppo, siamo vaccinati. Non c’è mai limite però: ci sono volte in cui riusciamo ancora a stupirci. La settimana scorsa, a Napoli, un uomo di 48 anni è morto schiantandosi con un’altra vettura. “Succede” direte voi. E se vi dicessi che l’altra auto era contro mano in una tangenziale da 5 km? Impossibile non aprire gli occhi dallo stupore. Il guidatore della prima macchina è morta sul colpo, il guidatore della seconda rimasto illeso, mentre la passeggera di quest’ultima non ce l’ha fatta. Risultato positivo all’alcool-test, il guidatore “contromano”, ora in ospedale, è stato accusato di omicidio volontario poiché la tesi dell’incapacità di intendere non reggerebbe. Il giovane infatti pare si sia fermato ad uno stop e abbia dato la precedenza ad una macchina prima di intraprendere il percorso inverso.
Lasciando da parte i giudizi e i commenti (che sarebbero tanti) sulla vicenda e le persone in questione, viene spontaneo soffermarsi su quanto sia marcio il mondo.  Voci non confermate affermano che il giovane abbia intrapreso questo gesto folle solo per far paura alla ragazza-passeggera, poiché poco prima avevano litigato. La giustizia ovviamente deve prenderne uno per educarne cento (in Italia purtroppo funziona così). Nessuno sa cosa sia passato nella mente del ragazzo né se ora abbia o meno i sensi di colpa, rimane il fatto che due persone sono morte: non sapremo mai se veramente il ragazzo ha capito la gravità del gesto o vuole soltanto evitare una grave pena. I fatti e le ipotetiche cause, purtroppo, non danno speranza.

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