Gli
incidenti stradali, si sa, sono all’ordine del giorno, specie d’estate. Sulle notizie riguardo gente che va a
sbattere contro il muro, cade dalle scarpate o si scontra mortalmente con altre
vetture, purtroppo, siamo vaccinati. Non c’è mai limite però: ci sono volte in
cui riusciamo ancora a stupirci. La settimana scorsa, a Napoli, un uomo di 48
anni è morto schiantandosi con un’altra vettura. “Succede” direte voi. E se vi
dicessi che l’altra auto era contro mano in una tangenziale da 5 km?
Impossibile non aprire gli occhi dallo stupore. Il guidatore della prima
macchina è morta sul colpo, il guidatore della seconda rimasto illeso, mentre
la passeggera di quest’ultima non ce l’ha fatta. Risultato positivo
all’alcool-test, il guidatore “contromano”, ora in ospedale, è stato accusato
di omicidio volontario poiché la tesi dell’incapacità di intendere non reggerebbe.
Il giovane infatti pare si sia fermato ad uno stop e abbia dato la precedenza
ad una macchina prima di intraprendere il percorso inverso.
Lasciando
da parte i giudizi e i commenti (che sarebbero tanti) sulla vicenda e le
persone in questione, viene spontaneo soffermarsi su quanto sia marcio il
mondo. Voci non confermate affermano che
il giovane abbia intrapreso questo gesto folle solo per far paura alla
ragazza-passeggera, poiché poco prima avevano litigato. La giustizia ovviamente
deve prenderne uno per educarne cento (in Italia purtroppo funziona così).
Nessuno sa cosa sia passato nella mente del ragazzo né se ora abbia o meno i
sensi di colpa, rimane il fatto che due persone sono morte: non sapremo mai se
veramente il ragazzo ha capito la gravità del gesto o vuole soltanto evitare una
grave pena. I fatti e le ipotetiche cause, purtroppo, non danno speranza.
Nessun commento:
Posta un commento