“La democrazia non può essere
ricattata” Tsipras ha così esordito con soddisfazione al NO espresso dal
popolo greco contro il piano di supporto finanziario proposto dai creditori.
Bandiere, sorrisi e gioia hanno pervaso Piazza Syntagma, davanti al Parlamento
di Atene, nel momento delle proiezioni vincenti. Ma cosa ha portato l’Oki (no)
greco? Innanzitutto una conferma dello status quo, in questo modo i creditori
non potranno far partire il nuovo piano finanziario. In più, secondo gli
esperti dei mercati, sembra che la conseguenza maggiore derivante dal
referendum, sarà l’impossibilità da parte della Bce di convalidare la liquidità
d’emergenza prevista per il programma Ela. Un’eventualità questa che porterebbe
scompiglio nella popolazione e una vera e propria minaccia di Grexit con un
conseguente sconvolgimento politico del governo. Intanto Tsipras ha già
convocato una riunione d’emergenza per valutare l’attuale situazione in termini
di liquidità delle banche e il sistema bancario in generale.
In tutta questa
storia c’è da evidenziare una cosa, pur di scatenare il terrore nel popolo
ellenico si è ricorsi a tutto, dalle intimidazioni alle ultimatum, eppure il
61% dei greci si è espresso e ha confermato quello che probabilmente molti
altri paesi non hanno il coraggio di dire. Basti pensare che in sordina anche
l’Austria, con 250mila firme, ha promulgato una proposta di legge per uscire
dall’euro. Attualmente gli scenari futuri sono molteplici e le conseguenze non
sono prevedibili, ma è un fatto che la politica greca ha dimostrato di avere
gli attributi, quelli che i nostri governanti non hanno.
Nessun commento:
Posta un commento