lunedì 20 luglio 2015

QUEL CAOS DELLA METRO DI ROMA

Caldo, attesa, fila, vagoni pieni fino all'inverosimile e ancora fila. La città più bella del mondo, capitale dell'Italia, è così che accoglie i suoi turisti e tratta abitualmente i suoi abitanti. Il servizio di trasporto pubblico romano è da sempre nell'occhio del ciclone per disservizi, ritardi delle corse e lunghe attese alle fermate bus e metro, ma da qualche mese le cose sembrano ulteriormente peggiorate. Si sa che in mezzo alla settimana il caos regna sovrano, ma che anche i weekend siano lo stesso calvario è qualcosa di inconcepibile. Basti pensare alla giornata di ieri, domenica 19 luglio, in cui non sono mancati rallentamenti sulle metro A e B, e al trenino che parte da Stazione San Paolo verso Ostia. E che dire dei 12 convogli soppressi ieri mattina per la tratta Roma – Viterbo?! Intanto gli scioperi bianchi continuano come se non ci fosse un domani, assicurando solamente gravi disagi agli utenti. Nemmeno l'intesa sulla produttività tra i sindacati Cgil, Cisl e Uil e Atac sembra aver sortito alcun effetto. Tale intesa prevede infatti 950 ore di guida l'anno per i macchinisti, e l'introduzione del badge elettronico.
Eppure le difficoltà continuano fra interminabili code sulle banchine che costringono i passeggeri ad attendere anche 5/6 treni, vetture non climatizzate colme all'eccesso, e malesseri vari che con l'afa estiva non sono certamente ideali. Che si protesti per il diritto al lavoro è giusto, che lo si faccia per determinare orari lavorativi umani lo è ancora di più, ma anche assicurare un servizio quantomeno accettabile e garantito ai cittadini è auspicabile. I dipendenti Atac dovrebbero anche ricordare che i romani che utilizzano quotidianamente il trasporto pubblico oltre ad essere paganti, sono anch'essi lavoratori che per i continui scioperi arrivano tardi sul proprio posto di lavoro! Forse sarebbe meglio indirizzare le proprie rimostranze verso i vertici Atac, piuttosto che far scontare una pena giornaliera ai contribuenti.

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