martedì 21 luglio 2015

L'ULTIMO CASO ILVA: POLITICA VS MAGISTRATURA

Parlando di tematica ambientale non si può fare a meno di inciampare davanti al dilemma “tutelare l'ambiente e il diritto alla salute o il diritto al lavoro?”
In un mondo ideale non dovrebbe neanche esistere un dilemma tale. Ma la realtà è ben diversa. E l'Ilva lo dimostra. Il caso simbolo di una politica industriale che ha portato avanti, per decenni, il più assoluto disprezzo di ogni protezione del diritto ambientale e alla salute di cittadini e dipendenti. Ultimo motivo che spinge l'azienda siderurgica tarantina sulle pagine dei giornali è la diatriba politica-magistratura.

Dove la politica privilegerebbe il diritto all'occupazione, di fronte alle chiusure impianti imposti dai magistrati a tutela della sicurezza pubblica e ambientale. Non a caso, di fronte all'ultimo sequestro Ilva, richiesto dalla procura di Taranto dopo la morte di Alessandro Morricella, operaio dell'altoforno dell'azienda, il governo risponde con un decreto legge che consente agli impianti sequestrati di continuare a lavorare, per garantire la prosecuzione dell'attività produttiva degli stabilimenti di interesse strategico nazionale. Provvedimento che, seconda la procura di Taranto viola ben sei articoli della Costituzione. Mai possibile che non si riesca a fare a meno di varare provvedimenti a favore di aziende inquinanti e non rispettose dell'impatto ambientale delle proprie attività produttive? 

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