mercoledì 22 luglio 2015

QUEL DESIDERIO DI BUON SENSO

Prendete un uomo, uno qualunque, giovane o vecchio non ha importanza. Decide improvvisamente di aprire un’attività: impresa coraggiosa in tempi come questi. Un posto dove tutti possano stare uniti, socializzare. E quale posto migliore di un bar?! I guai però arrivano sempre. E non sono di natura economica. Scoprire che qualcuno vuole fare di questo locale costruito con sudore e sacrifici un luogo per strani traffici, quali lo spaccio. Il proprietario del bar potrebbe approfittarne: allungare un po’ il brodo, chiudere un occhio, clienti ne arriverebbero di conseguenza. Invece no! Caccia i malviventi dicendo loro che non sono i benvenuti. Questi ci riprovano, con offerte, ma lui no: il suo locale non appartiene a quel genere. Dalle parole si passa ai fatti. Arrivano le minacce, gli avvertimenti, fino al classico pestaggio del proprietario che si è visto anche cosparso di benzina con finale minaccia che la prossima volta gli avrebbero dato fuoco. È l’ultima goccia. La paura è tanta, ma la voglia di giustizia di più. Va da i carabinieri e denuncia il fatto.
Questa storia, che può sembrare inventata, è accaduta a Tivoli. La figura del proprietario è veramente d’applaudire: non scendere a compromessi con subdole e sporche vicende è sempre il passo migliore. Il suo coraggio ha permesso di identificare i quattro soggetti coinvolti nel pestaggio (romani, e non rumeni, dai 30 ai 19 anni) con diversi precedenti.  È questo lo spirito da intraprendere, è questo l’esempio da seguire, capace di seguire il buon senso e la ragione, piuttosto che ad un momentaneo benessere, destinato, in quanto losco ed incerto, prima o poi, a fallire.

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