L'ex
ispettore di Ordine Nuovo per il Triveneto, Carlo Maria Maggi, e l'ex fonte dei
servizi segreti, Maurizio Tramonte, sono stati condannati all'ergastolo per la
strage di Piazza della Loggia a Brescia. Così hanno deciso i giudici di Milano
nel processo d’Appello bis, dopo 8 ore di camera di consiglio. Il 28 maggio
1974, nella centrale Piazza della Loggia, una bomba nascosta in un cestino
porta-rifiuti fu fatta esplodere mentre era in corso una manifestazione contro
il terrorismo neofascista indetta dai sindacati; il bilancio finale aveva
delineato i contorni di una strage: 8 morti e 102 feriti. Il 14 aprile 2012, la
Corte d'Assise d'Appello di Brescia aveva confermato l'assoluzione per i due
imputati principali, Maggi e Tramonte, ma la Cassazione
aveva poi annullato la sentenza e disposto un nuovo processo di secondo grado,
da tenersi a Milano.
Al momento della lettura del dispositivo, parenti e amici
delle vittime presenti in aula non sono riusciti a trattenere le lacrime.
Soddisfatto soprattutto Manlio Milani, presidente dell'associazione familiari
delle vittime della strage, che nell'attentato del 28
maggio 1974 perse la moglie, e che ha parlato di verdetto decisivo per la storia
del paese. Sta di fatto, però, che una giustizia che arriva dopo 41 anni è
comunque una giustizia depotenziata.
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