giovedì 11 settembre 2014

IRAQ E MEDIORIENTE: E’ TEMPO DI PRENDERE UNA POSIZIONE

La rapida ascesa dell’Isis dalla Siria all’Iraq, oltre che riportare tragicamente al centro del dibattito internazionale la precaria situazione medio-orientale, ha creato un terremoto geopolitico che il resto della comunità internazionale, in primis gli Stati Uniti (applicando una sorta di nuova strampalata dottrina Monroe) hanno ignorato (o sottovalutato?). Ci sono volute due deplorevoli decapitazioni, quelle dei reporter James Foley e Steven Sotloff, per convincere il presidente Barak Obama che la situazione si è fatta seria (lo era già prima) e che quindi è necessario prendere una posizione sulla questione. Non dimentichiamoci che gli Stati Uniti hanno il dovere morale di proteggere la popolazione irachena dal fanatismo islamista visto che sono - in parte - gli artefici dell’instabilità del Paese.

Detto questo, è chiaro che anche il resto della comunità internazionale ha le sue colpe. A parte i comunicati di condanna, non si è visto nessuno farsi avanti per cercare una soluzione al problema. Perfino l’Onu risulta non pervenuto in una vicenda che si complica giorno dopo giorno (oltre all’Iraq bisogna tenere presente anche il conflitto siriano). Nell’universo islamico sunnita e sciita, ciascun Paese, dalla Turchia all’Iran passando per le petromonarchie del Golfo, cerca di portare “l’acqua al suo mulino”. Ciascuno ha la speranza di aggiudicarsi un pezzo di Iraq (e siamo quasi certi che il futuro del nuovo Iraq passerà dalla disgregazione territoriale). Non è da meno la minoranza curda presente nel nord-est del Paese che vede sempre più concreta la possibilità di un Kurdistan indipendente. Insomma l’Iraq è una vera e propria bomba ad orologeria, e il conto alla rovescia è già purtroppo iniziato. La sua esplosione destabilizzerebbe ulteriormente e con conseguenze tutt’altro che positive l’intera “area mesopotamica”. Ci auguriamo che la comunità internazionale intervenga con decisione e disinneschi con pazienza l’ordigno. A questo proposito, oggi a Gedda, Obama illustrerà la sua strategia. Nel frattempo in Iraq si continuano a scavare fosse comuni e si continua a morire…

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