lunedì 20 ottobre 2014

IL RITORNO DEGLI 80 EURO

Sembra proprio che questi 80 euro siano diventati un vero e proprio tormentone per il premier Matteo Renzi, tanto che adesso ha deciso di propinarli anche a qualcun altro. Ebbene si, i famosi 80 euro andranno dal prossimo gennaio anche alle neo mamme (o i papà) “per i primi tre anni di vita del loro figlio”. Intendiamoci, son sempre soldi e quindi non si buttano via, ma con 80 euro purtroppo non si arriva a fine mese, un figlio ha un costo (e alto) e Renzi lo sa bene: “so cosa vuol dire comprare pannolini, biberon e spendere per l’asilo. È una misura che non risolve un problema ma è un segnale”. E infatti non risolve proprio un bel niente! Se consideriamo che una confezione di pannolini di marca media contiene 24 pezzi con un prezzo che oscilla fra i 7 e i 9 euro, e al giorno si cambia, ipoteticamente parlando, almeno 4/5 volte (nei casi migliori) un bambino, alla fine del mese si spende già una trentina di euro. Non solo, in caso di latte in polvere una confezione da 600 gr costa anch’essa circa 9 euro, e un neonato non mangia una volta al giorno ma può arrivare fino a 6/7 pasti giornalieri di 50/60 gr a seconda del peso.
Inutile fare una somma poiché è abbastanza lampante che con i famigerati 80 euro si arriva si e no a una settimana e mezza. E il resto del mese? Un tempo ci si affidava alla provvidenza. Ma oggi come oggi, con il costo che ha la vita la gente non può affidarsi alla provvidenza ma alla concretezza, e con un Paese dove la disoccupazione non trova limiti di crescita, un figlio diventa un lusso che non tutti possono permettersi perché impossibilitati a mantenerlo. E così non solo si è distrutto il futuro dei nostri ragazzi, ma anche quello dei futuri giovani che si troveranno fra le mani le ceneri di un’Italia che a colpi di “segnali” (e non atti concreti e tangibili) arranca sempre di più per restare a galla. I cittadini meritano molto di più, meritano sicurezza di un lavoro, sicurezza per i propri figli.

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