martedì 21 aprile 2015

BOERI VS POLETTI, SCONTRO SU LAVORO E PENSIONI

Si è accesa con la polemica sui nuovi posti di lavoro la miccia tra Tito Boeri, presidente dell’Inps e il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. L'Inps ha, infatti, smascherato l'infondatezza dei dati resi pubblici dal governo sulla lievitazione dei nuovi contratti nei primi due mesi del 2015, rispetto allo stesso periodo del 2014. Solo 13 nuove assunzioni in più, svelano le tabelle dell'istituto indipendente presieduto da Boeri. E non 79 mila, come invece rivendicato dall'inguaribile ottimista Poletti. Grossolano errore dovuto al fatto che il governo, nei suoi calcoli sull'apertura di nuove collaborazioni, non aveva tenuto conto dei contratti giunti al termine e cancellati. Ma la polemica tra i due continua anche sul capitolo pensioni. “Rivendico il diritto di fare proposte, che non è certamente un modo di violare le regole della democrazia. Abbiamo dati importanti che ci permettono di valutare meglio di altri le politiche fatte sin qui in Italia”. Queste le Parole di Boeri, che giorni fa aveva affermato la necessità di rendere flessibile l'età di uscita dal lavoro e di voler ricalcolare tutte le pensioni con il metodo contributivo. Questo in un'ottica di tagliare le pensioni molto alte e calcolate con il metodo retributivo. Su queste parole è intervenuto Poletti, dichiarando che, nonostante l'importanza del supporto dell'ente pensionistico, “il lavoro compete al governo”. I toni sono aspri e l'Inps continua a lavorare su proposte con l'idea di presentarne una organica entro giugno. Auspicando che il governo Renzi, nel frattempo, possa concretizzare le sue intenzioni di rivedere il sistema assistenza-previdenza in tempi brevi. Anche qui l'esortazione celata di Boeri: Governo muoviti.
Acque agitate anche sulla delicata questione del reddito minimo garantito. Il premier ha espresso la volontà di intervenire sulle politiche di welfare. A conti fatti però, non si è ancora sbilanciato. Non si sa ancora se il tanto paventato tesoretto da 1,6 miliardi esista davvero o sia solo un'arma di distrazione dell'opinione pubblica, come affermato da molti osservatori, Confindustria in primis. Intanto Boeri anche su questo nodo farà la sua proposta entro giugno. Nello specifico, reddito minimo garantito per gli over 55 che hanno perso il lavoro o non abbiano reddito sufficiente. “Perché dalla povertà ci si può tutelare con strumenti di protezione sociale e l'Italia è l'unico paese in Europa a non avere questi strumenti”, ha affermato.

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