venerdì 17 aprile 2015

INDESIT FAGOCITATA DAGLI AMERICANI: LA WHIRLPOOL MANDA A CASA 1350 PERSONE

Il piano industriale che Whirlpool ha presentato nella giornata di ieri al ministero dello Sviluppo economico e ai sindacati ha gelato 1350 famiglie. Saranno infatti 1200 gli esuberi nelle fabbriche e 150 quelli dei centri di ricerca. Chiuderanno le sedi Indesit di Caserta e di Albacina, in provincia di Ancona, e il centro ricerche e sviluppo di None, nei pressi di Torino. Una notizia inaspettata, e per questo ancora più dura da mandar giù per tutti i dipendenti: lo scorso luglio, quando Indesit fu acquisita da Whirlpool, ci fu una promessa formale da parte dei nuovi proprietari americani a non praticare nessun licenziamento unilaterale fino al 2018, e ad investire 83 milioni di euro in tutti gli stabilimenti italiani. Dura reazione da parte di sindacati e governo, con la ministra Federica Guidi che ha intimato al colosso degli elettrodomestici di rispettare gli accordi sul mantenimento dei posti di lavoro, pattuiti durante l’acquisizione di Indesit. Critiche anche dal sindaco di Fabriano, Giancarlo Sagramola, sceso in strada per protestare a fianco dei dipendenti, e dal governatore delle Marche, Gian Mario Spacca, che hanno definito il piano inaccettabile.


Il nuovo programma industriale prevede investimenti per un valore complessivo di 500 milioni di euro, e l’integrazione degli stabilimenti di Albacina e Melano, al fine di rendere il polo marchigiano il principale in Europa. Non è chiaro però, come un piano così ambizioso, da mezzo miliardo di euro, possa generare tanta disoccupazione. Appresa la notizia, tutti gli operai hanno interrotto i lavori e hanno indetto uno sciopero straordinario; dal canto suo, la Whirlpool, ha dato piena disponibilità a dialogare con istituzioni e sindacati. Il primo incontro tra le parti è fissato al prossimo 20 aprile: la battaglia è appena iniziata.

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