giovedì 17 aprile 2014

DUE RONDINI CHE FANNO PRIMAVERA (PER DECRETO)


Se la rivoluzione è donna di sicuro la furbizia si conferma uomo. Matteo Renzi per la precisione. Il presidente del consiglio, in un minestrone rivoltante di smentite e battutine, ha perso l'occasione, l'ennesima, di tradurre in fatti le sue molteplici minacce di rottamazione, già sbandite, ad onor del vero, in più modeste pretese di cambio dell'olio e verniciatura. Naturalmente parliamo delle nomine alle partecipate ENI, Finmeccanica, Enel e Poste. È la "rivoluzione di compromesso", una "ecatombe equilibrata", quella di cui parlava Martedì Statera su "La Repubblica". A chi si aspettava nomine sensazionali, Renzi ha risposto con un pernacchio. E sì, cari amici. Vi aspettavate mica che un povero Ad, colpevole di aver ridotto in macerie la sua società, venisse mandato a casa? Ma certo che no, questo era il Matteo Renzi della Leopolda, quello della meritocrazia. Le nomine le ha fatte uno statista accorto che deve tenere in conto l'interesse nazionale. E se per rimuovere Scaroni dal suo incarico è stata creata una clausola ad hoc che gli consente di imbracare un paracadute per gli anni a venire, poco male. L'importante è ciò che appare. L'apparenza, appunto; quella che ha portato alla nomina di quattro donne alla presidenza delle partecipate. Le donne si accontenteranno delle bandierine e gli uomini resteranno saldi alla guida dei colossi. Ma questo non fa testo. L'importante è che le due rondini continuino a volare, che ci regalino la sensazione di una primavera che, certamente, tarderà. 

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