martedì 1 aprile 2014

VERI E FINTI POVERI



Nessuno, penso, possa mettere in dubbio che l'Italia si trovi, non più sull'orlo del baratro, ma dentro al baratro. La situazione economica ha ormai assunto livelli di una gravità inaudita, con tutte le conseguenze in termini di occupazione, di fallimenti aziendali, finanche di tragedie familiari. La disoccupazione è arrivata al 13% (dato più alto dal 1977), quella giovanile al 42,3% (intorno al 52% nel sud), le famiglie perdono la propria abitazione, la pressione fiscale depaupera risparmi e crea nuovi poveri. Insomma, la situazione è veramente critica. Ma lo è per tutti? Gli ultimi dati sulla ricchezza degli italiani e sul risparmio ci dicono che da inizio anno la raccolta netta è arrivata a 27 mld di euro e i fondi comuni a 19 mld di euro (per un totale di 507 mld di euro). L'ammontare totale del risparmio gestito supera i 1.230 mld di euro, mentre molta parte della popolazione non riesce ad arrivare a fine mese. Disuguaglianze che reclamano una pesante ridistribuzione della ricchezza, come dovrebbe verificarsi in un Paese che si dice civile come il nostro. Ma forse non lo siamo più. Forse siamo diventati un Paese da terzo mondo.      

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