venerdì 13 febbraio 2015

LA TRAGEDIA SENZA FINE

Ancora una tragedia. Ancora morti. Ancora Lampedusa. Ebbene sì, perché i 366 immigrati annegati lo scorso 3 Ottobre 2013 non sono serviti assolutamente a nulla. Altre 29 anime in cerca di speranza e di salvezza, hanno trovato la morte a largo dell’isola siciliana. Nella notte tra l’8 e il 9 febbraio, nel canale di Sicilia, un barcone che trasportava clandestini provenienti dalla Libia, a seguito delle avverse condizioni meteorologiche, si è rovesciato; la Guardia Costiera ha recuperato i cadaveri di 29 persone morte per assideramento. Sempre la solita storia, sempre il solito disco rotto, l’unica variabile è il numero delle vittime, che è direttamente proporzionale alla grandezza delle carrette del mare che trasportano questi disperati. E ancora una volta, dopo la conta dei morti, la domanda, che anche questa volta non avrà risposta, è sempre la stessa: di chi è la colpa? Degli scarsi controlli, e degli aiuti che arrivano in ritardo, e quindi del governo? O dell’Unione Europea, che cerca di far gestire un’emergenza umanitaria ad un unico Paese, senza un piano di soccorsi ed il sostegno reale di tutta l’Europa? Entrambi hanno le loro responsabilità.
Dopo la catastrofe dell’Ottobre 2013, la missione umanitaria tutta italiana “Mare Nostrum” era stata sostituita da quella europea “Triton”, con l’obiettivo sia di prestare i primi aiuti in mare, ma anche di controllare e pattugliare le coste Nord-Africane per evitare il ripetersi di incidenti; nulla comunque è migliorato, visto che siamo qui, ad interrogarci per l’ennesima volta, del perché tutto ciò sia accaduto. Lo scorso 1* novembre la nostra ex ministra degli Esteri, Federica Mogherini, è stata nominata Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di Sicurezza dell’Ue, ma il peso politico italiano in ambito comunitario, checché ne dica il premier Matteo Renzi, continua a restare pari allo zero. Neanche gli appelli di Papa Francesco, delle organizzazioni umanitarie e dei sopravvissuti hanno ottenuto qualcosa. Mentre nella stanza dei bottoni si gioca a “scarica barile” per trovare il colpevole, i disperati continuano a morire.

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