Recentemente ha suscitato notevole scalpore la notizia di un’azienda
di poste private che si è vista arrivare, a fronte di un annuncio di lavoro per
ben 104 posti, solamente 25 persone su 563 che avevano inviato il proprio
curriculum. “Devo andare allo stadio” oppure “La domenica è per stare in
famiglia”, le scuse più gettonate per non presentarsi al colloquio fissato
proprio di domenica. In tempi di crisi come questi, la maggior parte delle
persone farebbe carte false pur di trovare un posto di lavoro, addirittura c’è
chi si venderebbe un famigliare pur di arrivare a fine mese col portafogli
pieno, e rifiutare per motivi futili una posizione lavorativa ha provocato
sdegno in molti. Se non fosse che questi famosi posti di lavoro, tanto
decantati, non sono altro che uno specchietto per le allodole. Il lavoro c’è di
fatto, ma in sostanza si tratta di un gruppo di franchising che cerca gente con
partita IVA che apra delle filiali non in franchising. Ovvero!? Spendere soldi
di tasca propria per conto di altri. E, in effetti, sul sito internet
dell’azienda non c’è una vera e propria selezione, se non una ricerca di
“agenti”, che sono per inciso lavoratori autonomi a tutti gli effetti, per cui non
si può parlare di assunzioni. Oltretutto, in genere, non ci si presenta ai
colloqui quando ci sono offerte del genere poiché non danno diritto ad alcuna
retribuzione. Dunque, non avendo diritto a nessuna retribuzione o rimborso, il
più delle volte ci si rimette economicamente, ad esempio i soldi della benzina.
Senza aggiungere che il Diritto del Lavoro Italiano precisa che la figura
dell’agente rientra nella categoria di lavoro autonomo. Fatta la legge trovato
l’inganno?
Beh in realtà l’inganno non c’è, perché il sito in effetti parla di agenti senza tanti giri di parole. Il problema reale non è solo il fatto che molti giornalisti (la notizia ha destato talmente scalpore che appariva come servizio di apertura per molti telegiornali e quotidiani) non conoscono la differenza tra lavoro subordinato e lavoro autonomo, ma che, messo in luce l’accaduto, nessuno abbia pensato a notificare l’incongruenza delle affermazioni fatte dall’imprenditore. Nelle varie interviste parla di posti di lavoro come impiegati, mentre il sito web di agenti. Non c’è da stupirsi se molti disoccupati sperano di trovare un posto con più sicurezze (senza doverci rimettere denaro) e una stabilità economica. D’altra parte non si vive per la gloria…eh no, a Expo forse non la pensano così, su 20.000 posti 18.500 saranno a titolo gratuito, e infatti vitto e alloggio per sei mesi si pagano proprio con la gloria!
Beh in realtà l’inganno non c’è, perché il sito in effetti parla di agenti senza tanti giri di parole. Il problema reale non è solo il fatto che molti giornalisti (la notizia ha destato talmente scalpore che appariva come servizio di apertura per molti telegiornali e quotidiani) non conoscono la differenza tra lavoro subordinato e lavoro autonomo, ma che, messo in luce l’accaduto, nessuno abbia pensato a notificare l’incongruenza delle affermazioni fatte dall’imprenditore. Nelle varie interviste parla di posti di lavoro come impiegati, mentre il sito web di agenti. Non c’è da stupirsi se molti disoccupati sperano di trovare un posto con più sicurezze (senza doverci rimettere denaro) e una stabilità economica. D’altra parte non si vive per la gloria…eh no, a Expo forse non la pensano così, su 20.000 posti 18.500 saranno a titolo gratuito, e infatti vitto e alloggio per sei mesi si pagano proprio con la gloria!
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