martedì 3 marzo 2015

L'ONDA SALVINI BEN AL DI SOTTO DELLE ASPETTATIVE.

Un sabato di cortei quello appena trascorso, in una Capitale blindata e pronta ad intervenire nel caso la tensione fosse esplosa. Due le manifestazioni. In Piazza del Popolo teneva banco il “Renzi a Casa” organizzato da Lega Nord, a cui hanno aderito anche Fratelli d'Italia e il movimento dell'ultra-destra Casapound. Circa trentamila persone erano attese. In realtà il risultato pare sia stato ben sotto le aspettative, con una Piazza riempita solo per metà, fino all'obelisco. Nessun mastodontico corteo ha invaso Roma. Nessuna rivoluzione leghista è avvenuta sabato e, a parte le urla sguaiate, tipiche di una qualsiasi Pontida che si rispetti, tutto si è concluso senza infamia né gloria. Al di là dei numeri, il populismo l'ha fatta da padrone. Dal palco partivano invettive contro il premier Matteo Renzi e il suo governo, contro la legge Fornero, contro le politiche sull'immigrazione, contro qualsiasi bersaglio potesse infiammare una piazza pronta a sventolare bandiere e vessilli leghisti, croci celtiche e immagini del duce. Obiettivo dichiarato: mandare Renzi e il suo governo non eletto a casa e portare invece al governo il nuovo leader, Matteo Salvini, incaricato dai manifestanti di salvare letteralmente l'Italia. Una Lega che ha strategicamente scelto di rivedere il proprio linguaggio nei confronti di Roma, ora non più ladrona ma accogliente e degna di essere ringraziata. “Grazie Roma per la splendida accoglienza”, urlava Salvini dal palco. Ora, nel populismo dilagante, i bersagli sono diventati Bruxelles, l'Europa, Renzi e l'immigrazione.
Da un'altra piazza invece, Piazza Vittorio, partiva il contro-corteo, quello che ha sfilato fino ai fori imperiali e Largo Argentina per urlare “Mai con Salvini”, per sottolineare che Roma non è né leghista né fascista, che il cambiamento del Paese non può avvenire con il razzismo e l'intolleranza. Un corteo che, all'inizio, sarebbe dovuto convogliare a Campo De' Fiori, che però è stato fatto ripiegare al Colosseo, visto l'alto numero dei partecipanti (si è parlato di circa trentamila presenze, comunque non confermate). Quattromila gli agenti schierati per le strade della Capitale, ma nessun grave scontro è avvenuto durante la giornata di sabato. Soltanto gli strascichi polemici di chi gioca alla guerra dei numeri. Certo è che, rispetto alle attese, il raduno di Salvini sembra aver fallito i suoi obiettivi.

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