lunedì 2 marzo 2015

PESCE PALLA, PITONE O COCCODRILLO? A EXPO TUTTO FA BRODO

Il mondo è pieno di tradizioni culinarie, e l’utilizzo di alcuni ingredienti può solleticare la voglia di provare qualcosa di estremo, come anche disgustare. Ci sono i coraggiosi del gusto e quelli che non si discostano mai da “il solito”, come gli estimatori della nouvelle cuisine che in piatti fin troppo audaci si trovano a loro agio. E sembra che a Expo, i pionieri delle nuove frontiere della cucina, avranno sorprese in fatto di proteine, tanto che insetti, pesce palla, e altri animali non proprio nostrani potrebbero trovare collocazione negli stand della manifestazione. Tralasciando in questo caso l’aspetto animalista della questione (anche se un appunto sarebbe da fare), sorge spontaneo domandarsi come sia possibile che animali come coccodrilli, pitoni, scorpioni e cavallette possano divenire prelibatezze o piatti di punta della manifestazione, dato che in Italia la carne di coccodrillo o di alligatore, ad esempio, non potrebbe essere venduta perché in base al decreto 967/1972 l’animale dovrebbe essere portato vivo al mattatoio e qui macellato, con operazioni non proprio semplici. Servirebbe una deroga del ministro della Sanità per l’uccisione sul posto con arma da fuoco. Eppure, i fanatici dei cibi estremi, non sanno che mangiare carne di coccodrillo, di testuggine, lucertola, etc., comporta alti rischi per la salute, principalmente per via della salmonella, reperita in grande quantità nell'intestino dei coccodrilli sia vivi sia surgelati.
Certi parassiti e protozoi presenti nei serpenti possono portare invece alla pentastomiasi, con lesioni ai linfonodi del tratto digestivo, o alla sparganosi, che crea cisti sottocutanee, lesioni e infiammazioni molto dolorose in ogni parte del corpo e fibromi. Senza contare la possibilità che i virus che infettano i rettili siano trasmissibili all'uomo. Oltretutto introdurre determinati “cibi” ha richiesto mesi alla Commissione europea per trovare l’accordo su come derogare gli attuali divieti d’importazione, relativi proprio ad alimenti di origine animale. Dunque solamente alcuni di questi potranno avere deroga, in quanto nei paesi di origine ci sono condizioni sanitarie non sicure. Chissà chi trarrà vantaggio a propinare tali piatti durante la manifestazione, sicuramente il “vantaggio” più grande, viste le premesse sanitarie, sarà quello di ospedali e pronto soccorso, e viste le strutture che ci ritroviamo… poveri noi!

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