venerdì 7 marzo 2014

ITALIA, MANEGGIARE CON CURA


L’ Italia sta cadendo letteralmente a pezzi. Come ormai le pagine di cronaca descrivono, nel bel Paese vige una gran brutta abitudine, quella di fare qualcosa quando è già stato fatto il danno. Ed ecco che elementi che fanno parte della nostra storia, si sbriciolano sotto gli effetti degli eventi atmosferici (hanno resistito a millenni, ed alla furia di vulcani, ma non all’ incuria dell’ uomo!). Solo per citarne alcuni, novembre 2013, Pozzuoli, si sbriciola il muro dell’ Anfiteatro Antonino Pio; dicembre 2013, crolla un pezzo delle mura medievali di Penna San Giovanni. Roma, febbraio 2014, crolla una delle contrafforti delle Torri delle Mura Aureliane, poco prima che venissero restaurate. Ancora, 30 metri delle mura di Volterra cedono alle intemperie che hanno imperversato sull’ Italia negli ultimi mesi. Di pochi giorni fa è invece la notizia di un nuovo crollo nel sito archeologico di Pompei. A molti verrebbe naturale puntare il dito contro gli eventi atmosferici, ma tutto ciò si sarebbe potuto evitare o comunque prevenire. Come? Tutelare e preservare il patrimonio culturale non solo è un dovere nei confronti del popolo e delle future generazioni, ma anche un ottimo canale di business turistico, tenendo conto che ogni angolo da Nord a Sud è stato testimone o porta le impronte delle conquiste e delle guerre, dei diversi popoli che ci hanno attraversato e di quello che siamo stati. Inoltre rappresenterebbe un ottimo incentivo di lotta alla disoccupazione, impiegando coloro che hanno una preparazione idonea. I fondi da impiegare ci sarebbero, ma purtroppo vige un’ incapacità nel saperli utilizzare. Da un comunicato stampa pubblicato sul sito del Ministero dei Beni, delle Attività culturali e del Turismo “Le parole dei commissari europei Johannes Hahn e Androulla Vassiliou sulle misure adottate ieri per la salvaguardia di Pompei – ha dichiarato il Ministro Franceschini – fanno capire che il cammino intrapreso è quello giusto. Ora bisogna andare avanti con determinazione, ne va della credibilità del Paese”. Noi aggiungiamo che per avere credibilità, necessitiamo di persone esperte al Ministero, e non di personaggi messi in questi posti solo a seguito di accordi politici.


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