sabato 15 marzo 2014

PER NON DIMENTICARE




Tratto da Limes "Rivista italiana di geopolitica"
Per la ricorrenza del terzo anno dalla rivolta siriana, oggi a Roma, e in altre città sparse per il mondo si è svolta una manifestazione di solidarietà per il popolo siriano. Un evento che consideriamo importante soprattutto perchè queste iniziative aiutano a tenere sempre alta la tensione e a non spegnere i riflettori su una tragedia umanitaria. Molto spesso questi conflitti (vedi anche le recente questione Ucraina), soprattutto in aree stategiche per gli equilibri geopolitici, vengono strumentalizzati dalle varie parti in causa "a loro privato uso e consumo". Questo è sbagliato.
Detto questo, alla base della manifestazione di oggi - partita alle 15 da Piazza della Repubblica - ci sono rivendicazioni come la richiesta di libertà e autodeterminazione per il popolo siriano, la fine del regime di Assad , la condanna delle bande terroristiche, lo stop all’assedio delle città, la solidarietà con i profughi palestinesi in Siria e infine la protezione umanitaria ed accoglienza per i profughi siriani e per tutti gli immigrati.
Come altri conflitti, anche questo è stato trattato dai media nostrani con la solita mediocrità. L'area mediorientale è complessa e va trattata come tale. Ridurre la guerra civile che si sta consumando da ormai tre anni ad una mera contrapposizione tra il "cattivo"regime di Assad e i "buoni" rivoluzionari è semplicistico e non è reale. Gli interessi in gioco sono molteplici. Assad ha usato armi chimiche contro la popolazione civile. Ergo non può essere più il Presidente dei siriani e va punito. Tuttavia guardando il fronte opposto, dietro la parola "rivoluzionari" spesso si nascondono organizzazioni terroristiche senza scrupoli. Anche queste - al pari di Assad - non lottano per il bene del paese. 
Noi siamo con il popolo, per il popolo. 
In ultimo, ci rendiamo conto che un post di poche righe non è la sede più opportuna per spiegare il conflitto di "Damasco". La nostra intenzione è quella contribuire a tenere i riflettori ancora accesi sperando che il conflitto possa finire presto. E lo speriamo prima di tutto per il bene del martoriato popolo siriano. 

2 commenti:

  1. Bellissimo post..complimenti..(soprattutto citando le questioni ucraine;)

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  2. condivido ma rimanendo in tema di metafore teatrali non credo basti tenere solo i riflettori accesi occorrerebbe partecipare da protagonisti allo spettacolo, per poi raggiungere l'auspicato lieto fine.

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