venerdì 14 marzo 2014

PROBLEMA ACQUA NEL LAZIO

 

Titola Il Messaggero di oggi “Acqua regionale, indagano i Nas”. Che nelle nostre condutture scorra l’ arsenico (anche se questo non è di per sé rassicurante), è notizia morta (in ogni caso non accettabile), ma nelle condutture della Roma Nord sembra ci siano anche tracce di amianto e di radon, un gas che anche a livelli molto bassi, è comunque radioattivo. La gestione dell’ impianto è dell’ Arsial, Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’ Innovazione dell’ Agricoltura del Lazio, che di fronte all’ emergenza verificatasi nelle zone di Malborghetto, Monte Olivero, Tragliatella, Casaccio – Santa Brigida, Santa Maria di Galeria, Brandosa e Piansaccoccia, d’ intesa con Acea, ha predisposto 7 serbatoi per l’ erogazione dell’ acqua a consumo umano, come anche richiesto da un’ ordinanza del Sindaco di Roma, Marino. L’ ordinanza estende sino al 31 dicembre c. a., il divieto di utilizzare l’ acqua anche per farsi la doccia. Inoltre entro tale data, cita l’ ordinanza, dovrà essere messo in sicurezza l’ impianto.
Altro esempio questo, di come purtroppo si decida di fare qualcosa quando il danno è stato fatto. La zona di Roma Nord non è l’ unica che si trova ad affrontare il problema dell’ acqua “avvelenata”. Ricordiamo che anche a Viterbo, dove a causa della presenza di arsenico e floruri oltre i limiti di legge, è stato vietato l’ utilizzo dell’ acqua ai cittadini.
Ora ci pare doveroso ricordare che “con la Legge di Stabilità il settore idrico è tornato di nuovo nell’ agenda del Governo e del Ministero dell’ Ambiente”, come dichiara il Presidente di Uils, Antonino Gasparo, pertanto, poiché i fondi da cui attingere ci sarebbero, perché far attendere oltre tutte le persone colpite dal problema, che si ritrovano a non poter utilizzare in casa propria un bene primario come l’ acqua corrente, e sono costrette dalle circostanze a mettersi in fila per la razione giornaliera? Siamo nel XXI° secolo o di colpo siamo stati catapultati indietro nel tempo? Ai posteri ardua sentenza.

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