L'Europa
è ancora in fibrillazione dopo i risultati del voto comunale francese
che ha decretato il crollo dei socialisti e la crescita della destra
guidata da Marie Le Pen. Eppure i segnali di una riscossa delle
ultra-destre, antieuropeiste e nazionaliste c'erano già stati in
precedenza in altri paesi del continente. Un esempio su tutti Alba
Dorata in Grecia.
Sui giornali nazionali i commenti si sprecano. Ma come cambiare realmente i meccanismi che regolano un'Europa che è palesemente un'unione di interessi economici più che di popoli?
"La vittoria del Front National è un segnale che arriverà presto anche in Italia e in Europa. E' la rivolta del popolo contro la tecnocrazia e la burocrazia della UE". Così Giorgia Meloni in un'intervista di Carlantonio Solimene sul Tempo. "L'Europa deve prendere atto di un diffuso senso di contestazione e di antipolitica" e quindi "mettere al centro la crescita e la lotta alla disoccupazione", commenta Matteo Renzi dall'Aja. Eppure, il nostro "Maghetto nazionale" (Renzi) intervenendo qualche giorno fà in Parlamento, ha ribadito che nonostante il tetto Ue del 3 per cento al rapporto deficit/pil è "oggettivamente un parametro anacronistico, non ci sarà nessuno sforamento" per l'Italia.
Anche Antonio Tajani, Vicepresidente della commissione UE, intervenendo dalle colonne del Tempo, ammette che l'avanzata delle destre in Europa "è un segnale da non sottovalutare. Ma non con gli slogan e le minacce dei partiti che vogliono solo prendere voti". e continua sottolineando che "l'Unione deve smettere di concentrarsi sui parametri economici e creare le condizioni per migliorare, concretamente, la vita dei cittadini". Parole sante. Ma solo e soltanto parole, parole, parole per dirla con Mina&Lupo.
Ci piacerebbe che le dichiarazioni si trasformassero in fatti. Magari partendo dalla rinegoziazione di quel Fiscal Compact che molti italiani stentano a capire. E' tanto difficile?
Sui giornali nazionali i commenti si sprecano. Ma come cambiare realmente i meccanismi che regolano un'Europa che è palesemente un'unione di interessi economici più che di popoli?
"La vittoria del Front National è un segnale che arriverà presto anche in Italia e in Europa. E' la rivolta del popolo contro la tecnocrazia e la burocrazia della UE". Così Giorgia Meloni in un'intervista di Carlantonio Solimene sul Tempo. "L'Europa deve prendere atto di un diffuso senso di contestazione e di antipolitica" e quindi "mettere al centro la crescita e la lotta alla disoccupazione", commenta Matteo Renzi dall'Aja. Eppure, il nostro "Maghetto nazionale" (Renzi) intervenendo qualche giorno fà in Parlamento, ha ribadito che nonostante il tetto Ue del 3 per cento al rapporto deficit/pil è "oggettivamente un parametro anacronistico, non ci sarà nessuno sforamento" per l'Italia.
Anche Antonio Tajani, Vicepresidente della commissione UE, intervenendo dalle colonne del Tempo, ammette che l'avanzata delle destre in Europa "è un segnale da non sottovalutare. Ma non con gli slogan e le minacce dei partiti che vogliono solo prendere voti". e continua sottolineando che "l'Unione deve smettere di concentrarsi sui parametri economici e creare le condizioni per migliorare, concretamente, la vita dei cittadini". Parole sante. Ma solo e soltanto parole, parole, parole per dirla con Mina&Lupo.
Ci piacerebbe che le dichiarazioni si trasformassero in fatti. Magari partendo dalla rinegoziazione di quel Fiscal Compact che molti italiani stentano a capire. E' tanto difficile?
ormai le classi politiche tendono a fare i propri interessi dimenticandosi del popolo, soprattutto in Italia dove non è più "sovrano"!
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