martedì 18 marzo 2014

QUESTIONE D'INTERESSI


C'era pure Riccardo Fogli a festeggiare dopo che la Crimea attraverso il voto referendario si è dichiarata a tutti gli effetti parte della Russia. La comunità internazionale, capitanata dagli Stati Uniti non accetta ciò che è stato sancito dal voto popolare. Certamente la situazione Ucraina, si complicherà ulteriormente dopo il voto di ieri, ma quel che bisogna veramente capire è le ragioni che si celano dietro il referendum popolare.
Prima di tutto bisogna tenere presente che i nuovi leader dell’Ucraina (interlocutori privilegiati di UE e Usa) non hanno legittimità politica e non rappresentano in alcun modo la volontà di quello che viene spacciato per un “popolo unito”, ma che in realtà risente di una storica divisione interna dovuta ai ripetuti ampliamenti del territorio nazionale ucraino nel passato, fra cui emerge in particolare l’acquisizione della Crimea, che Kruschev “regalò” all'Ucraina. Quest'ultima fu terra russa dal 1784, quando Caterina II ricevette dai governanti regionali il mandato di annetterne il territorio al suo Impero. La mappatura etnica della regione ne è testimone fedele: circa il 60% della popolazione è di etnia russa, il 24% di etnia ucraina (ma quasi del tutto russofono) e il 12% di etnia tatara (e religione musulmana). Non è perciò un caso il fatto che grandissima parte delle milizie attive in questa repubblica autonoma dell’Ucraina hanno deciso di passare sotto il comando delle forze armate russe, mentre il parlamento locale ha votato quasi all’unanimità (78 voti favorevoli su 81) la dichiarazione d’indipendenza dal resto dello Stato.
Il territorio crimeano è di fondamentale importanza sia per le materie prime che ospita nel suo sottosuolo, sia per la posizione strategica a cavallo tra il Mare d’Azov e il Mar Nero. Le principali banche e tutte le riserve di gas e petrolio sono state nazionalizzate qualche giorno fa (per la gioia Russa) in base ad un decreto approvato dal parlamento regionale in fretta e furia. Ci sarebbe ancora da scrivere, ma ci fermiamo qui con una riflessione: la libertà di un popolo non può essere soggetta agli interessi di nessuno e usarla a proprio uso e consumo non aiuterà di certo l'Ucraina ad uscire dal tunnel.

2 commenti:

  1. Le logiche alla base dei conflitti sono sempre dettate da interessi di natura economica, è sempre stato così e lo sarà sempre in Europa, in Africa, in Asia ecc... giochi economici e di potere tra i più forti. E farne le spese saranno sempre le popolazioni strumentalizzate, usate e martoriate...

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  2. giusta riflessione ma aimè è la cruda realtà...gli uomini tutti agiscono per il soddisfacimento dei propri interessi!!!

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